Per la nostra rubrica Lo scaffale di…, abbiamo chiesto a Alessandro Tota (autore di Yeti e Fratelli per Coconino Press) di scegliere e commentare 5 fumetti dalle sue letture più recenti.
Life and Times of Scrooge McDuck, di Don Rosa
La Grande Epopee de Picsou nell’edizione che ho io, in francese, della Glénat. Sono giorni che me lo riguardo. … Ma come fa? Ogni capitolo è una storia di 15 pagine e vale praticamente per un libro di 100. Doveva combattere per avere UNA pagina in più dalla Disney, perchè non gli volevano mai dare più dello spazio previsto. Sai cos’ha lui che ammiro, non lo puoi consumare in fretta, ogni volta che lo riguardi scopri cose nuove. E’ un grande narratore che ti fa passare il mondo davanti agli occhi e insieme a lui la storia di un secolo. Questi sono fumetti per tutti, dai bambini agli adulti, non dimentichiamolo, e chiedono uno sforzo ai bambini, ma uno sforzo ben calibrato. C’è molto rispetto del pubblico. Attraverso la sua narrazione ellittica ti fa sognare, perché molte cose non le puo’ rendere esplicite, le deve lasciare sullo sfondo, limitandosi a suggerirle. L’effetto delle storie è potenziato dal suo fare allusione a qualcosa di ancora più grande. Come se ci mostrasse la punta dell’iceberg e non la parte nascosta. Mi ha fatto capire che fare libri di tante pagine non deve diventare la scusa per spalmare le storie il più possibile, bisogna tenere sempre presente il potere della sintesi e di un disegno ricco, che si faccia guardare più volte.
La serie di ristampe di Valvoline di Coconino Press: Polsi Sottili (Carpinteri), Doctor Nefasto (Mattotti), Sinfonia a Bombay (Igort)
Faccio una premessa: a differenza di tanti miei amici autori, durante la mia adolescenza non mi sono formato su Valvoline. Io tifavo Frigidaire: soprattutto Pazienza, Scozzari e Mattioli (che poi era in entrambi gli schieramenti). Valvoline non lo capivo, non riuscivo a decifrarne le storie. Adesso le riguardo e penso all’esigenza e alla serietà che avevano questi ragazzi e la trovo straordinaria. Questi autori dicevano al lettore: “Impegnati, qui c’è tanta roba, ma devi mettere in moto il cervello per capirla.” Chiedevano al lettore uno sforzo. Col graphic novel c’è sempre un po’ il rischio di appiattire la narrazione su un registro un po’ banale, qui invece ci sono montaggi mirabolanti, salti di tempo, di stile, di dimensione! E poi sono libri “brevi” per lo standard attuale, ed è una cosa che mi interessa molto. Non sono libri da 200 pagine. Personalmente sto cominciando a vedere i vantaggi di fare libri più brevi, perché permettono di esplorare di più. Da studiare.
Titolo incomprensibile, di Yoshiharu Tsuge
Divido un atelier con altri disegnatori tra cui un ragazzo giapponese, che ha fatto una tesi di laurea su Tsuge e mi ha aiutato a comprare questo libro in rete. Naturalmente non capisco niente dei dialoghi, eppure invece di ridurre la bellezza del libro, questa incomprensibilità gli conferisce ancora più fascino. Tsuge è un gigante, uno di quelli che ha allargato le frontiere del fumetto. E’ uno degli autori che più mi fa venire voglia di disegnare, senza pero’ mettermi in crisi sulla mia competenza tecnica. Tsuge usa una tecnica di disegno semplice, è tutto nel modo in cui compone le pagine, negli sguardi dei personaggi, nell’uso del nero. Un grandissimo.
Cani Selvaggi, di Amanda Vahamaki
Il ritorno di una delle mie autrici preferite, spero sia solo l’inizio e sforni subito altra roba. Pubblicato da Canicola nella loro bellissima collana di albettoni. Ma quale editore si lancerebbe in un progetto talmente pazzo e antieconomico per dare agli autori la possibilità di lavorare su un formato gigante? Il punto è quello che i libri di Canicola vogliono dire in termini di mappatura del territorio del fumetto, di scoperta e promozione di giovani talenti… Una delle migliori realtà editoriali che conosco.
Golem Stories, di Sammy Harkham
Un altro dei miei autori preferiti e anche lui non pubblica molto. In questo libro c’è Poor Sailor, una delle storie che probabilmente rimarranno per dare un’idea di cosa siano stati i primi anni duemila nel fumetto USA (puo’ piacere o meno, ma identifica alla perfezione una tendenza). Quando la lessi la prima volta mi fece quasi male per la sua bravura con la grammatica del fumetto, con la sintesi, col cartooning, con la bicromia. Nella scuola dove insegno a Parigi la faccio leggere sempre, e alla fine hanno tutti il cuore spezzato per la bellezza della storia.