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Lo scaffale di Sara Pavan

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Per la nostra rubrica Lo scaffale di…, abbiamo chiesto a Sara Pavan (co-fondatrice di Ernest, e autrice del saggio sul fumetto autoprodotto ‘Il potere sovversivo della carta‘) di raccontarci le sue letture più recenti.

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Corpicino, di Tuono Pettinato (GRRRzetic)

Tratta un tema difficile – il carnaio mediatico attorno alle tragedie – in modo intelligente e facendoci ridere dalla prima all’ultima pagina. E’ anche gustosissimo come oggetto, con tanto di card dell’assassino tipo Cluedo a fondo libro. Un grande editore italiano di oggi mai avrebbe potuto o voluto dare alle stampe un romanzo a fumetti così, ma il fatto che nonostante ciò sia diventato libro di testo di Criminologia all’Università di Genova è la prova che grazie all’editoria indipendente la società sta cambiando e che questo sta diventando un mondo migliore.

[Questo libro è arrivato sul mio scaffale grazie al mitico Alberto Choukhadarian che me lo ha regalato quando ci siamo incontrati a Lucca Comics 2013!]

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Jane, la volpe & io, di Fanny Britt e Isabelle Arsenault (Mondadori)

Racconta con grande verosomiglianza, grazie anche a qualche tocco visionario, il terribile momento delle scuole medie, anche se le scuole medie in senso stretto non sono protagoniste. Ci sono un campeggio, una bambina che viene presa in giro dai coetanei, il dramma del comprare un costume da bagno con la propria madre, una volpe, Jane Eyre e quell’evento speciale che è trovare la propria prima migliore amica, che è un po’ come innamorarsi. Una storia delicata ma intensa accompagnata da disegni belli da mozzare il fiato.

[Questo libro è arrivato sul mio scaffale grazie al lettering a mano che ho curato per alcune porzioni che non potevano essere letterate a computer, un vero colpo di fortuna, altrimenti l’avrei probabilmente snobbato solo perché uscito in una collana per ragazzi]

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Gli amatori, di Brecht Evens (Bao Publishing)

Se anche voi come me siete rimasti impressionati dalle tavole esposte al BilBOlbul 2011 ma al tempo stesso vedendo Evens al vernissage avete pensato – da borghesi bigotti che non capiscono il neerlandese – che non potesse avere nulla da dire solo perché è un tipo un po’ vivace a cui piacciono molto le ragazze, dovrete ricredervi e morire d’invidia perché sì, disegna da dio e sa pure raccontare.

Il libro presenta con acume le dinamiche di interazione all’interno di un piccolo gruppo costituitosi per caso, o meglio, per forza maggiore. La vicenda è quella di un artista mediocre invitato a un festival di provincia che deve interagire con una masnada di appassionati della domenica per portare a termine un’opera d’arte. Noi del mondo del fumetto ci ritroviamo in continuazione in situazioni simili: è un’occasione per guardarsi dal di fuori e capire quanto siamo persone piccole. C’è molto da imparare.

[Ebbene sì, posso dire di avere sullo scaffale un libro che non è ancora stato pubblicato. Questo perché ho scritto a mano il lettering del libro. Quando si lettera un libro lo si legge con grande attenzione, si resta fermi a osservare ogni pagina per tantissimo tempo, si colgono tutte le finezze narrative e di stile che spesso passano inosservate, soprattutto se nella vita di tutti i giorni si è invece lettori ultrarapidi, come sono io abitualmente. Ora, finché non lo leggerete anche voi, potrete crogiolarvi nell’illusione che è solo perché l’ho letto con così tanta calma che ci ho trovato tutta questa profondità, che in realtà Evens sa solo disegnare divinamente… poi però una volta letto il libro vi crollerà il mondo addosso]

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Barcazza, di Francesco Cattani (Canicola)

Continuo a sostenere che questo libro sia molto sottovalutato e che non abbia ricevuto le giuste attenzioni. Per questo lo cito anche se è uscito diversi anni fa. Personalmente continuo a prestarlo, regalarlo e consigliarlo. Lo so cosa pensano in molti, che in esso non succeda niente. Ora, vi invito a rileggerlo più lentamente per cogliere tutto il non detto che lega i personaggi e che vi racconta un’altra storia rispetto a quella che traspare dalle parole che si dicono. E’ utile per aprire gli occhi sulle relazioni umane nella propria vita, su quello che ognuno di noi non osa ammettere a se stesso (e non mi riferisco al fatto che ci scoperemmo tutti la nostra zia milf). I libri non sono solo un passatempo! E poi i disegni sono solidi e belli e la luce abbacinante che pervade le tavole vi riporterà con la memoria a qualche estate eterna di quelle che vivevate da ragazzini dove il tempo era dilatato e si sentivano solo le cicale.

[Non ho questo libro sullo scaffale perché l’ho appena prestato per l’ennesima volta. Tornerà?]

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Questioni di cuore, di Bastien Vivès (Bao Publishing)

Per un po’ avevo smesso di seguire Bastien Vivès perché i suoi primissimi lavori mi avevano lasciata con la stessa perplessità di quando ci si alza da tavola e si ha ancora troppa fame. In particolare Il gusto del cloro era disegnato in modo sublime ma raccontava una vicenda che mi era lontana e che non mi smuoveva davvero. Poi attraverso il suo blog e gli squisiti volumetti tematici appena dati alle stampe da Bao Publishing (nella stessa serie anche L’importanza di chiamarlo fumetto) ho potuto scoprire che il talentuosissimo giovane autore era diventato uomo: oggi usa la sua facilità di disegno per parlare in modo acuto e dissacrante di tutto quello che ci circonda e in Questioni di cuore lo fa senza quei tabù che spesso connotano il maschio medio italiano. Poi il suo disegno veloce è freschissimo e bello come una gran figa che gira per casa tua senza trucco in t-shirt e mutandine (che è molto meglio che vederla in tiro coi tacchi, perché nel primo caso vuol dire che te la sei portata a letto).

[Ho divorato questo libro seduta su una panca da sagra in mezzo al marasma di un festival rubandolo dalla borsa di Claudio Calia che l’aveva appena comprato. A fianco a me Giada Peterle de Lo Spazio Bianco leggeva L’importanza di chiamarlo fumetto. Attorno a noi musica, birre, amiche carissime e ragazzi carini, nonostante ciò eravamo totalmente rapite da questi due volumetti. Che aspettate a leggerli?!]

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