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Il rilancio di Dylan Dog: tutte le novità

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Dopo tanto parlare, finalmente ci siamo: dal 27 settembre sarà in edicola il numero 337 di Dylan Dog, intitolato “Spazio profondo”, che darà il via all’atteso rinnovamento della testata sotto la direzione di Roberto Recchioni ˗ con il necessario supporto di Franco Busatta, già editor anche della miniserie bonelliana Orfani.

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Qualche cambiamento, all’interno della testata, era già avvenuto negli ultimi mesi, con la cosiddetta “Fase Uno” del rilancio, ma si era trattato perlopiù di piccoli ritocchi su storie già messe in produzione da tempo.

La “Fase Due”, invece, con l’inizio vero e proprio del nuovo corso, partirà quindi questo mese. Per l’occasione, l’albo sarà interamente a colori ˗ come ormai per tutte le uscite speciali Bonelli ˗ e sarà scritto dallo stesso Recchioni, per i disegni di Nicola Mari e i colori di Lorenzo De Felici. Tra le principali trasformazioni che avverranno sull’impianto narrativo della testata: il pensionamento di Bloch – di cui vi abbiamo già parlato qui – l’arrivo di un nuovo ispettore e l’introduzione della tecnologia (uno smartphone­, finalmente) nella quotidianità di Dylan. Inoltre, verranno introdotti anche dei nuovi comprimari, tra cui una donna musulmana… che non finirà a letto con l’indagatore dell’incubo, a quanto pare. La novità più grossa, però, riguarda la struttura seriale. Ogni albo continuerà a essere autoconclusivo, ma andrà anche a comporre un arco narrativo della durata di un anno. La serie prova così a rinnovarsi seguendo la lezione della moderna serialità televisiva, offrendo un approccio più contemporaneo, che nel fumetto è stato finora praticato dalle serie di comics americani, più che da quelle italiane.

Tra gli sceneggiatori, troveranno spazio Paola Barbato ˗ di ritorno sulla serie ˗ Barbara Baraldi, Gigi Simeoni e Francesco D’Erminio, meglio noto come Ratigher – che avevamo intervistato in proposito – mentre tra i disegnatori non mancheranno nomi noti come Bruno Brindisi e Giampiero Casertano. Le copertine continueranno a essere disegnate da Stano, che un personale ‘nuovo corso’ ha già intrapreso da alcuni mesi, con illustrazioni più grafiche e meno narrative (e che hanno subito anche un lieve refresh del logo, creato negli anni Ottanta da Luigi Corteggi, a opera di Paolo “Ottokin” Campana).

Oltre alla serie regolare, però, anche le altre collane subiranno un restyling, in modo da offrire proposte più diversificate tra loro rispetto al passato.

Il Maxi Dylan Dog, infatti, prenderà il sottotitolo “Old Boy” e presenterà le storie ambientate nella precedente continuity narrativa, quindi con un taglio più “classico”, in modo da accontentare i vecchi fan che potrebbero non apprezzare i cambiamenti della collana regolare (e forse anche per smaltire storie che erano già state messe in cantiere prima di iniziare a lavorare al rilancio, e dunque per non posticiparlo ulteriormente). La periodicità sarà quadrimestrale, a partire da fine ottobre, e saranno presentate ancora tre storie per albo, dietro le copertine di Gigi Cavenago – come avevamo raccontato qui.

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Lo Speciale Dylan Dog, invece, presenterà avventure ambientate sul “Pianeta dei Morti”, ambientazione creata da Alessandro Bilotta per due storie della collana Color Fest ˗ raccolte di recente da Bao Publishing in un unico volume intitolato Dylan Dog. Cronache dal Pianeta dei Morti ˗ con protagonista un Old Boy invecchiato e posto nel bel mezzo di un’apocalisse zombi.

L’Almanacco della Paura ˗ con cadenza annuale ˗ avrà per protagonista l’ispettore Bloch, che, pur in pensione e ritiratosi in un tranquillo paesino di campagna, si ritroverà coinvolto in casi particolari che richiameranno l’attenzione di Dylan Dog.

Dylan Dog Color Fest, infine, assumerà una dimensione più “autoriale”, presentando racconti brevi di artisti finora estranei al mondo Bonelli, provenienti da esperienze e generi completamente diversi come l’underground, il fumetto intimista o quello umoristico. Tra i nomi già annunciati, ce ne sono alcuni che hanno sorpreso molti appassionati: Ausonia, Akab, Mirka Andolfo e altri ancora.

A tutto questo, c’è da aggiungere che vedrà presto la luce anche una copertina di Gipi, la cui collocazione non è ancora stata annunciata, ma che lascia prevedere qualcosa di particolarmente speciale.

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