John Pound ha più di 60 anni e lavora nel mondo dell’illustrazione e del fumetto da sempre, ma forse sono in pochi a conoscere le sue opere. La sua carriera ebbe inizio negli anni Settanta, in piena ondata underground, e nel 1984 collaborò con Art Spiegelman nella realizzazione delle figurine della serie Garbage Pail Kids (in Italia Sgorbions) per la Topps.
A fine anni Ottanta, Pound comprò il suo primo computer, un Amiga, e la sua carriera prese una direzione differente. Nei tre decenni successivi, infatti, si è impegnato nella realizzazione di un programma che potesse generare automaticamente fumetti al posto suo. Inizialmente provò a utilizzare PostScript, un linguaggio creato da Adobe per le stampe commerciali. I primi “fumetti” realizzati erano solo delle sagome poste su una linea di orizzonte, ma l’artista li trovava affascinanti e così decise di andare avanti per questa strada.
Con il passare degli anni, i programmi di Pound diventavano sempre più sofisticati. Nel 1992, stampò la sua prima serie a fumetti generata in automatico, completa di testi posizionati nei balloon in base a un algoritmo, in maniera illogica. Nel 2002 i suoi lavori venivano ormai esposti nelle gallerie locali. Inizialmente, gli sforzi di Pound erano mirati a inserire la casualità nei formati tradizionali del fumetto. Per la serie Ran Dum Comics, selezionò il layout delle vignette e lasciò al suo programma la realizzazione dei disegni, la scelta dei colori e la creazione dei testi. In parte, secondo l’autore, c’era l’idea di combinare il non-sense e l’anarchia con una forma d’arte conosciuta per la concisione e la chiarezza.
Negli ultimi anni, però, Pound ha abbandonato la formalità del fumetto e si è concentrato su composizioni di una singola vignetta, quasi con l’intento di creare degli sketchbook. L’autore infatti imposta il suo programma in un certo modo, per fargli generare cento o più opere, e poi invia il PDF risultante a un servizio di stampa on-demand, che crea un documento fisico. Ne realizza solo una copia, per se stesso. Attualmente è al lavoro sul trentesimo di questi sketchbook. Qualche tempo fa, Pound ha anche iniziato a pubblicare le sue opere preferite sul suo Tumblr, Code Cartooning, ma la maggior parte di esse – qualche migliaio – non è mai stata pubblicata, e si tratta di composizioni molto variegate: alcune sono semplici e minimali, altre dense e colorate, altre ancora contengono motivi ripetuti con leggere variazioni e layout diagrammatici, che ricordano i lavori di Chris Ware.
In ogni caso, non si direbbe che si tratta dell’opera di un computer, grazie all’occhio artistico di Pound. Con il tempo, infatti, come ha raccontato a Wired.com, l’autore ha scoperto che raramente le opere davvero casuali sono interessanti da guardare, e ha così iniziato a effettuare lunghe sessioni di supervisione e revisione fino a ottenere delle opere accettabili. Insomma, la casualità è considerata da Pound una sorta di “partner artistico”: le composizioni sono casuali, ma solo entro determinati parametri da lui fissati. Dopo aver stabilito tali paletti – per lo più forme, semplici o complesse – l’artista lascia determinare al programma dimensioni e colori. Finita questa parte del lavoro, ci vogliono poi circa dieci minuti per creare uno sketchbook. E ognuno di essi ha un tratto distintivo: lo Sketchbook 4, del 2010, per esempio, presentava la figura di un cuore antropomorfo che impugnava un martello, mentre lo Sketchbook 29, il più recente, è pieno di elementi architettonici, come mattoni e assi di legno.