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8 fumetti sul calcio, da (ri)scoprire

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Se il calcio ci fa rapidamente pensare al fumetto Disney, uno sguardo più ampio al rapporto tra questo sport e fumetto potrebbe persino sorprendere. A partire da un paradosso: per quanto l’Italia sia anche noto come “Paese del calcio”, di fumetti su questo sport non se ne producono un granché.

Per curiosare un po’ nell’universo del fumetto calcistico, abbiamo rovistato sia nel passato che nell’attualità – e dall’Inghilterra al Giappone (ma anche in Italia e Francia) – a caccia di otto fumetti dedicati al calcio che valga davvero la pena conoscere. Non necessariamente i “migliori”, ma di certo interessanti e, talvolta, poco noti o mai tradotti in italiano. Tra opere per appassionati del pallone e autentici gioielli artistici, fumettacci vintage e frammenti dimenticati di storia del fumetto (o del calcio), una selezione di letture per restare in clima sportivo, e andare oltre le settimane di calcio che ci attendono.

Leggi anche: 6 storie Disney sul calcio (e i mondiali)

Capitan Tsubasa, di Yoichi Takahashi

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Le avventure calcistiche di Tsubasa Ozora (più noto come Oliver Hutton, nell’adattamento italiano della famosissima serie animata) rappresentano un’epopea sportiva a fumetti senza eguali. Partito nel 1981 con il racconto dell’infanzia del protagonista, nel corso di cinque serie e vari speciali Yoichi Takahashi ha reso Holly e Benji il racconto delle gesta sportive – dal professionismo in Brasile al successo internazionale – di un grande campione immaginario. Un manga leggendario, che ha contribuito a rendere popolare il calcio nella terra del Sol Levante. In occasione della Coppa del Mondo 2014, l’editore Star Comics ha avviato una ristampa di Capitan Tsubasa in corposi volumi. Nel frattempo, sul finire del 2013 Takahashi ha intrapreso una nuova serie della ormai trentennale saga, dal titolo Captain Tsubasa: Rising Sun, in cui Holly, ormai al Barcellona, tenta di condurre la propria nazionale al trionfo nei Giochi Olimpici.

Morti di sonno, di Davide Reviati

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In quello che è uno dei più riusciti ed emozionanti graphic novel italiani degli anni Duemila, Davide Reviati mostra il calcio dal punto di vista dei ragazzini di una cittadina della provincia italiana. I giovani amici, vicini di casa nel villaggio Anic di Ravenna (sorto intorno a un grande impianto petrolchimico), giocano nei prati e in campetti improvvisati, vivendo il calcio come un elemento di sottofondo all’interno del lungo – e talvolta tragico – percorso di formazione che vivrà la loro generazione di figli di operai in un luogo tormentato dagli effetti nocivi delle esalazioni del petrolchimico. Nel disegno Reviati tocca vere e proprie vette poetiche, grazie a un dinamismo grafico che dona alle figure dei giovani una fluidità e un groviglio di tensione atletica (e del segno) magnetici. All’ombra della vittoria dell’Italia ai Mondiali del 1982, una storia agrodolce che usa il calcio un po’ come sfondo, e un po’ come vero cuore pulsante del racconto di un’epoca.

Gli anni dello Sputnik, di Baru

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Il fumettista francese (di origine italiana) Baru racconta la Francia multirazziale degli anni Cinquanta, scegliendo come punto di vista alcune bande di ragazzini: quelli “di sopra” e quelli “di sotto”, ovvero di Sainte-Claire e di Comborne. Due facce di quella stessa medaglia che è la Lorena, regione all’epoca tipicamente operaia e proletaria. La loro rivalità si esprime proprio nel calcio, con partite giocate come fossero battaglie per la supremazia tra paesi, e per la difesa del migliore terreno di gioco. Frutto del lavoro di un ex insegnante di ginnastica divenuto fumettista, Gli anni dello Sputnik è un fumetto all’apparenza classico, pieno di un’energia e un gusto per il movimento che mettono al centro corpi scattanti, vignette standard ‘rotte’ da altre più grandi, lettering strillato e un senso del ritmo acceso e incalzante. Un fumetto d’avventura mescolato al racconto di formazione, ma anche una testimonianza storica preziosa – per certi versi vicina allo spirito del graphic novel di Reviati – sulla quotidianità della classe operaia nel Dopoguerra, e sul potere di integrazione sociale giocato dal calcio, in grado di tenere assieme figli di immigrati italiani, ucraini, polacchi, marocchini… Nel segno dello sport come splendido gioco, forma di riscatto e, soprattutto, grande metafora della vita.

Banana Football Club, di Otto Gabos

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Un altro esempio di calcio e sport come uno dei più genuini modi di fare aggregazione, condivisione e creare uguaglianza tra i più giovani, questa volta ambientato in Italia. Otto Gabos traduce in fumetto il romanzo omonimo di Roberto Perrone, rappresentandolo con soluzioni grafiche che rimandano all’illustrazione per ragazzi. Perrone è un giornalista sportivo del Corriere della Sera, e la sua storia racconta di Pierpaolo, un ragazzo sovrappeso della Milano bene, che viene mandato a giocare a calcio perché possa dimagrire e farsi degli amici. Il campo di calcio gli servirà per capire davvero l’amicizia, quando legherà con Nino, un ragazzo di periferia dotato di un autentico, stupefacente talento nel tirare il pallone.

Fútbol: La novela gráfica, di Santiago García e Pablo Ríos

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Un libro che si pone come un moderno “Mille e una notte del calcio”. Una raccolta di storie di vita che ruotano attorno al calcio, storie vere che si intrecciano con la fantasia. Una indagine della natura umana osservata dalla prospettiva sportiva, col calcio come comune denominatore – intercontinentale – di cultura popolare. In questo volume, lo sport più popolare del mondo viene raccontato con un tratto che rimanda alla scuola dei comics indie alternativi nordamericani, da Seth a James Sturm. Un tratto non necessariamente realistico, che ben supporta il tono allegorico dei racconti di García e Ríos, brevi parabole dedicate a un calcio visto come micro-mondo, specchio della società e della vita.

Football Football, di Guillaume Bouzard

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Con un segno caricaturale e frenetico che viene dalla tradizione del fumetto satirico franco-belga, Guillaume Bouzard racconta il calcio unendo umorismo e padronanza dell’argomento (sue vignette appaiono sul magazine calcistico So Foot). Uno sguardo personale sul calcio nazionale francese, e una raccolta di commenti ironici sulla cronaca calcistica internazionale, dall’elezione di Michel Platini alla testa dell’UEFA fino alle descrizioni delle pettinature dei calciatori italiani. Ma anche un’ottica da spettatore della (precedente) Coppa del Mondo, con l’autore ‘calciodipendente’ sul divano, pronto a seguire ogni match alla tv. Una serie di tavole rivolte a chi per il calcio stravede, ma anche (soprattutto?) a chi è in grado di non prenderlo troppo sul serio.

Azzurro, di Paolo Ongaro

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La nazionale italiana di calcio è stata raccontata da molti fumetti, ma nessuno realizzato da uno specialista del fumetto sportivo come Paolo Ongaro. Pubblicata a puntate sulle pagine del settimanale Guerin Sportivo, Azzurro è stata infatti la principale opera dedicata alla storia della Nazionale, realizzata da Ongaro dapprima in occasione dei Mondiali del 1982, e poi aggiornata più volte negli anni seguenti, fino ai Mondiali di Francia del 1998. Partendo dalle origini nel lontano 1910, e passando per una lunga carrellata sui campioni e sui gol memorabili che l’hanno resa celebre nel mondo, il fumettista veneto (oggi in forze a Martin Mystère) ritrae la squadra italiana con l’ottica dell’orgoglio nazionale, realizzando un’epopea che mescola un tot di pedagogia e un bel po’ di enfasi. Un fumetto autenticamente nazional-popolare, decisamente vintage nello spirito, godibile soprattutto per le soluzioni plastiche: vignettoni enormi e primi piani spettacolari che sembrano, ancora oggi, rendere concreta la prosopopea che il grande calcio porta inevitabilmente con sé.

Roy of the Rovers, di Walter Booth

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Pubblicato dal 1954 al 1993 e poi dal 1997 al 2001, sia come striscia che in albi monografici, Roy of the Rovers di Walter Booth è la storia della carriera del calciatore Roy Race, fino al ritiro per la perdita di un piede in un incidente, e delle gesta del figlio Rocky, con le sue intemperanze e il dramma dell’alcolismo. Nel boom dei fumetti sul calcio esploso in Gran Bretagna negli anni Cinquanta, Roy fu certamente il più popolare, raggiungendo le 450.000 copie vendute a settimana. Un cult generazionale (qui un paio di raccolte), diventato proverbiale: con l’appellativo “un Roy of the Rovers” i tifosi di calcio inglesi e i commentatori sportivi hanno spesso descritto i risultati sportivi più sorprendenti, come vincere contro ogni pronostico o dopo grandi rimonte. La storia dell’attaccante dei Rovers (team dell’immaginaria città di Melchester) seguiva la struttura del campionato di calcio, mostrando i protagonisti impegnati in tornei anche d’estate, con comparsate di personaggi noti dell’attualità. Ma il suo successo è legato – come sempre – anche alla complessa evoluzione del suo privato, dal matrimonio alla nascita del figlio. Fino all’incidente del 1993, dopo il quale peraltro Roy fu chiamato come allenatore da… una squadra italiana: AC Monza. Nel 1997 Roy tornò al successo con la rinnovata squadra del Melchester, in cui – finalmente – si ritrovò ad allenare il figlio, portandola a nuovi successi.

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