di Livia Franzoso
È uscito il 1 gennaio 2014, nelle sale italiane, il film Capitan Harlock 3D. Diretto da Shinji Aramaki (l’ultimo suo lavoro per il grande schermo, Appleseed Ex Machina, risale al 2007) è in assoluto il film più costoso nella storia della Toei Animation.
Il film arriva a più di trent’anni di distanza dalla serie animata Capitan Harlock (宇宙海賊キャプテンハーロック,Uchū kaizoku Kyaputen Hārokku, letteralmente, “il pirata spaziale Capitan Harlock”) trasmessa in televisione per la prima volta in Italia nel 1979. Prodotto dalla Toei Animation in 42 episodi, l’anime era tratto a sua volta dall’omonimo manga scritto e illustrato da Leiji Matsumoto, pubblicato nel 1976 e suddiviso in un totale di 5 tankobon.
La storia originale di Matsumoto (in Italia noto anche per La Regina dei 1000 Anni, Galaxy Express 999, Corazzata spaziale Yamato, Danguard A, Queen Emeraldas) si svolge in un lontano futuro, nel quale l’estinzione degli esseri umani è alle porte e la Terra, a causa dello sfruttamento intensivo delle risorse, è lo spettro del florido pianeta che era un tempo. I governanti tuttavia non sembrano curarsi dello stato di degrado in cui versa. Solo pochi audaci, insoddisfatti e senza paura, salpano alla volta dello Spazio nella speranza di un futuro differente. Uno di questi avventurieri è proprio il misterioso Capitan Harlock, che naviga a bordo della sua astronave pirata, l’Arcadia.
Harlock e la sua ciurma vengono identificati come fuorilegge e perseguitati. La situazione si protrae fino a quando sulla Terra precipita un oggetto misterioso, proveniente dalle abissali profondità dell’universo. L’oggetto in questione giunge dal remoto pianeta Mazone, la cui bellissima regina, Raflesia, ha deciso di conquistare la Terra per trasformarla in una seconda patria. Da questo momento in poi incomberà lo scontro tra le Mazoniane e la flotta di Harlock per la contesa del pianeta.
Dopo la serie televisiva, come ogni serie di successo, il personaggio di Harlock è riapparso in vari adattamenti animati, dagli speciali a nuove serie e vari OAV, ed ogni volta i character sono stati riadattati al nuovo contesto narrativo. Lo stesso discorso vale per l’ultima incarnazione di Capitan Harlock, ovvero il lungometraggio animato presentato fuori concorso al Festival di Venezia 2013. Un film in cui le differenze rispetto alla versione originale sono parecchie.
La trama si snoda nel 30° secolo. La Terra, abbandonata da secoli a causa del sovraffollamento, è tenuta in pugno dalla coalizione militare Gaia, che vuole impedire agli esseri umani di farvi ritorno. La coalizione è capeggiata dall’ufficiale disabile Ezra, il quale non esita ad infiltrare sull’Arcadia il proprio fratello minore, Logan, pur di riuscire a sconfiggere il nemico giurato Capitan Harlock, ultima speranza per l’umanità esiliata.
Come era già accaduto in passato, anche questa volta alcuni personaggi hanno subito un restyling non trascurabile: Kei è stata trasformata in guerriera sexy, Mīme passa dall’abito lungo e sobrio del manga ad una tutina aderente simil trasparente, con tanto di tacco ai piedi.
Diverse critiche, in particolare, si sono concentrate sul ruolo marginale di Harlock, all’interno di una trama che ruota invece intorno alla vicenda dei due fratelli. Molto spazio è stato dato, inoltre, alle scene delle battaglie, sottraendo spazio ai momenti di approfondimento psicologico – quel tono da lieve melodramma che ha fatto spesso da marchio di fabbrica per l’autore. E Matsumoto? Cosa ne pensa di questo adattamento?
Leiji Matsumoto si è detto soddisfatto dall’alta qualità del lavoro svolto dallo staff della Toei Animation: “Il mondo dei manga e degli anime – ha affermato – non conosce frontiere o confini, l’importante sono le storie e che ci possa divertire. Perché, in fondo, si tratta solo di un altro modo di comunicare. Per questo ho dato la mia approvazione al nuovo film”.