Per la rubrica #tavolidadisegno, siamo entrati nello studio del fumettista David Genchi, che da poco ha pubblicato per Hollow Press il libro Lo fallo perduto.
Quali sono i progetti a cui stai lavorando attualmente?
Attualmente sto lavorando a un bestiario, che andrà ad arricchire l’universo de’ Lo fallo perduto con maliziose creature che ne abitano mari, grotte, foreste e castelli in rovina.
Quali strumenti usi per disegnare?
Non utilizzo moltissimi materiali. Escludendo matita e gomma, faccio un largo uso di penne per disegno tecnico (copic multiliner ricaricabili) nello specifico della punta 0,05.
Per i neri solitamente mi accontento d’un trattomarker ma delle volte capita che usi la buona vecchia boccetta d’inchiosto ed un pennellino.
Altro oggetto indispensabile è il cerchiometro con il quale mi aiuto a fare i capezzoli. Per la colorazione digitale utilizzo il mouse (la tavoletta mi sta scomoda) mentre per quella analogica i pantoni.
Hai qualche abitudine prima di metterti a disegnare?
Vere e proprie abitudini no, la routine più che altro è far colazione per poi mettermi subito a lavorare. Una cosa che mi piace fare a prescindere è disegnare ascoltando musica poi nel mentre, spesso, capita che venga risucchiato da internet e mi conceda “dieci minuti” a guardare operazioni chirurgiche, cadaveri, qualche pornetto strano, manoscritti miniati e roba weirdo in genere.
Ci sono libri o fumetti che devono essere a portata di mano mentre disegni?
Fumetti no, non mi è mai capitato di consultarli mentre lavoro; per quanto riguarda i libri ho enciclopedie ed atlanti illustrati che consulto spesso per trarre spunti.
Hai un oggetto in studio al quale sei particolarmente affezionato?
Non mi affeziono particolarmente alle cose, ma se devo trovarne una direi la penna che mi riportò mio fratello dall’expo di milano, la quale è decorata con un nigiri di gambero sulla sommità. Non l’ho mai usata, ma la tengo sempre fra gli strumenti da lavoro perché è caruccia e m’ispira simpatia.