La novità del nostro ‘best of’ 2018 è che abbiamo deciso di aggiungere una categoria, dividendo i graphic novel italiani da quelli stranieri. Ci è sembrato doveroso per approfondire la produzione made in Italy, che ogni anno si fa più ricca – per quantità e qualità – anche in conseguenza dell’arrivo di nuovi operatori in questo segmento.
Ecco dunque quelli che a nostro avviso sono stati i graphic novel italiani più interessanti dell’anno, pensati per chi ha voglia di attraversare la diversità di formati, temi, generi, stili del fumetto contemporaneo.
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Tramezzino, di Paolo Bacilieri (Canicola Edizioni)
Tramezzino, pubblicato in formato ‘gigante’ da Canicola Edizioni, è una storia d’amore ambientata a Milano. Ma anche, o forse soprattutto, un’esplorazione disegnata dell’architettura milanese moderna. E proprio quest’ultima è un filo rosso che più volte, da Zeno Porno in poi, ha attraversato i lavori di Paolo Bacilieri.
Sullo sfondo di una Milano protagonista attraverso le magnifiche architetture di BBPR, Giò Ponti, Luigi Caccia Dominioni, Vico Magistretti e altri, nasce una storia d’amore passionale tra un figlio della borghesia meneghina e una ragazza bellissima, figlia di intellettuali greci e studentessa di design.
Nel formato monumentale Bacilieri si esprime con libertà, giocando con toni da commedia e dando alle tavole un respiro grafico mai visto prima, che incanta gli appassionati di spazi urbani e architettura, ma che è in primis un’indagine fatta di segni, righe, tratti. Un lavoro breve che riesce a diventare, con la sua magnetica capacità di agganciare lo sguardo, più denso di tanti romanzi-fiume.
QUI abbiamo mostrato qualche pagina in anteprima del libro.
Estate, di Alessandro Tota (Oblomov Edizioni)
Dopo Charles – un piccolo libretto uscito nel 2016 che raccontava di un Baudelaire calato nella Bari degli anni Novanta – Alessandro Tota è ritornato con un libro altrettanto divertente e scanzonato. Estate racconta di Claudio e del suo gruppetto di amici punk sgangherati (la stessa banda di Charles) e delle loro avventure estive sulle spiagge pugliesi (sulle quali è cresciuto l’autore, che ora vive e lavora a Parigi).
Se nel libro precedente Tota aveva creato un contesto umano e una ambientazione solida che aveva i tratti di un quasi-memoir, in questo nuovo lavoro l’aspetto fantasioso si assottiglia, e il racconto acquista una maggiore credibilità, fino a sfiorare toni biografici.
Tota conferma una notevole duttilità nella scrittura e un’ottima padronanza dei tempi, che alternano coerentemente momenti comici e drammatici (come era già evidente in Il ladro di libri, che avevamo inserito tra i migliori graphic novel del 2015), accompagnate in questo caso da uno stile di disegno piacevolmente informale e diaristico.
QUI le prime 10 pagine del fumetto.
Atto di Dio, di Giacomo Nanni (Rizzoli Lizard)
Giacomo Nanni era assente da oltre tre anni dal mercato italiano, ed è un piacere tornare a leggerlo con questa opera densa e corale. Non si tratta di un fumetto ‘puro’, né di un libro illustrato, né ancora di una riflessione para-giornalistica sul caso, ma di un qualcosa di più complesso e personale, che integra illustrazione, prosa e fumetto.
L’incipit è affidato a una voce che scopriamo appartenere a un capriolo che ha trovato rifugio nel parchetto di un supermarket. Pagina dopo pagina le voci si moltiplicano e si sovrappongono, creando una serie di riflessi e di riverberi, fino al finale (con sorpresa). Il libro è attraversato dalla eco dei fatti dell’Aquila e di Amatrice e registra con distacco quasi scientifico la voce atona della natura: implacabile, matrigna, quasi aliena.
La postfazione è affidata a Gipi, che non nasconde un’affettuosa invidia per l’arte di Nanni, tra i pochi fumettisti italiani a condurre un discorso sulla luce e sul colore mai fine a sé stesso.
QUI la nostra recensione.
La galaverna, di Marco Corona (001 Edizioni)
Frutto di anni di ricerca e impegno, il nuovo graphic novel di Marco Corona è un ideale distillato del suo approccio eclettico al fumetto. La galaverna è il sottile, fragile strato di nebbia congelata che ricopre le cose quando fa molto freddo. Inafferrabile e sottile è anche il racconto di Corona, che si consuma tra boschi densi, oscuri e inospitali.
In un villaggio alle pendici delle Alpi è notte e cade la neve. Margherita, giovane cresciuta dalle suore, attraversa il bosco con un’ascia in mano, per salvare il proprio bambino. In una radura, Valeriana, Gramigna e Domenica – orfane e figlie di profughi come Margherita – sono intente nella preparazione di un misterioso rito magico. Attorno a loro prende forma una storia di donne escluse che lottano contro il destino.
Il racconto di Corona è una appassionata ballata che celebra la natura e la donna, un inno alla vita intinto in toni cupi e ricco di contrasti.
QUI le prime pagine da leggere.
L’incanto del parcheggio multipiano, di Marino Neri (Oblomov Edizioni)
Il nuovo lavoro dell’autore di Cosmo è un racconto che sa di provincia malata. Una storia che scava in un malessere contemporaneo ormai ordinario, sempre più diffuso. Tutto ha inizio con la morte di un giovane immigrato che con il suo sguardo – ed il suo spirito – conduce in un viaggio a ritroso, alla ricerca dei suoi assassini. Da lì una catena di eventi porta a seguire le azioni di un individuo sventurato e dal destino segnato.
Il pretesto è quello di mostrare aspetti perversi e realistici dell’ordinaria quotidianità che ci circonda, segnati da un disagio sociale che conduce ad atti violenti, dai più sciocchi ai più gravi. Un libro frutto dei tempi e nato da un lavoro serrato, nutrito di ciò che cronaca e realtà offrono come materia di riflessione e narrazione. Ma anche un “giallo metafisico” che si consuma e brucia in poche nottate.
QUI la nostra recensione e QUI alcune pagine in anteprima.
Cinzia, di Leo Ortolani (Bao Publishing)
Cinzia è il nuovo graphic novel di Leo Ortolani, il creatore di Rat-Man. Ed è proprio dalla lunga saga di questo atipico – e scalcinato – supereroe che arriva il protagonista del titolo, un travestito platinato (e ottimamente dotato, come tiene a sottolineare Ortolani). Una prova insolita per l’autore, che offre un vero e proprio romanzo di formazione, con la protagonista alla ricerca di una propria identità in un mondo impreparato ad accettare le diversità.
Tra le pagine della storia affiora la retorica sulle questioni gender, quasi a imbastire un registro divulgativo. Ma la sorpresa sta altrove, ed è nel modo in cui Ortolani riesce a tenere un grande equilibrio su una corda sospesa in aria – ed esposta a periodiche folate di vento, per così dire. Si potrebbe dire allora che Cinzia è un romanzo LGBT che non si risparmia umorismo e satira verso lo stesso mondo LGBT, con – bonus fumettistico – alcune sequenze tra le più riuscite dell’intera carriera di Ortolani (in particolare quelle in stile “musical”).
Cinzia è una storia che può essere letta senza aver mai nemmeno sfogliato una pagina di Rat-Man, ma ai fan della saga potrebbero dare una sensazione in più: un brivido commovente, per il modo inedito e umano in cui Leo racconta – senza tradirlo – un personaggio nato per fare la macchietta comica.
QUI un po’ di pagine in anteprima.
Ariston, di Sara Colaone e Luca De Santis (Oblomov Edizioni)
Dopo un libro dallo spunto biografico – Leda (2016) – Sara Colaone è tornata alla fiction – e al colore – con Ariston, realizzato in collaborazione con lo sceneggiatore Luca De Santis (i due, in coppia, nel 2009 vinsero il Premio Micheluzzi per il Miglior Fumetto con In Italia sono tutti maschi).
Ariston è uno spaccato di 30 anni di storia d’Italia, raccontato attraverso i cambiamenti delle donne e dei costumi. Colaone e De Santis ne prendono a modello in particolare una, Renata, responsabile – suo malgrado – della gestione dell’hotel Ariston: il classico albergo da Riviera, di tendenza negli anni del boom economico. Attorno a lei si muove un microcosmo di visitatori abituali e piccole storie da cartolina, che si intrecciano tra loro mentre sullo sfondo si stagliano le vicende della cronaca reale.
Se il tratto a carboncino e i colori pastellati della Colaone offrono uno sguardo nostalgico alle vicende, il messaggio è più attuale che mai: “La storia, affare di donne”, come sintetizza il titolo della postfazione al fumetto scritta dallo sceneggiatore e giornalista Francesco Satta.
Non bisogna dare attenzioni alle bambine che urlano, di Francesca Ruggiero e Eleonora Antonioni (Eris Edizioni)
Un libro pop che parla di adolescenza e di ragazze un po’ bambine, di diari, di scuola e di piccoli grandi momenti di crescita. Una storia che fa tornare alla mente una decade precisa – gli anni Novanta – con le sue icone, la sua musica e i suoi colori.
Non bisogna dare attenzioni alle bambine che urlano è un racconto indirizzato a un pubblico giovane, ma che allo stesso tempo parla esplicitamente anche a lettori che giovani non sono più, riportandoli all’adolescenza. Sta proprio in questa capacità di parlare in modo diretto e smaliziato a più pubblici che il libro si rivela lucido e frizzante. Una sorpresa, insomma.
Insieme al registro e allo sguardo del racconto c’è il disegno, che offre pochi fronzoli e tanta immediatezza (lo stile insiste sulla realizzazione “a penna”, come su un diario di scuola), eppure riesce a dribblare i rischi della frettolosità o dell’approssimazione. Non bisogna dare attenzioni alle bambine che urlano racchiude storie al femminile raccontate con cura e amore verso una generazione, storie di adolescenza affrontate con un saggio mix di delicatezza e sfrontatezza.
QUI un’intervista alle autrici.
Il futuro è un morbo oscuro, dottor Zurich!, di Lise & Talami (BeccoGiallo Editore)
Un morbo bizzarro e misterioso proveniente dal futuro minaccia di distruggere l’Unione Sovietica. L’unico in grado di salvare la nazione sembra essere Natuur Zurich, “il celebre autore dell’Enciclopedia Medica della Steppa”, estromesso in passato dalla medicina ufficiale sovietica per i suoi metodi poco ortodossi.
Il futuro è un morbo oscuro, dottor Zurich! è il nuovo libro di Lise & Talami, gli autori di Quasi quasi mi sbattezzo, che mescola – con estrema coerenza – viaggi nel tempo, pseudoscienza, thriller e attualità. Una storia che raccoglie varie suggestioni, digerendole e rendendole proprie, allo scopo di divertire – e al tempo stesso angosciare – il lettore.
Con uno stile figlio dell’underground più surreale, i due autori mettono in scena una trama picaresca, accompagnata da trovate grafiche sempre nuove e magari non originali – come il diverso colore delle pagine usato per caratterizzare ogni linea temporale – ma alla fine dei conti pimpanti e, perché no, serenamente deliranti.
QUI le prime pagine del libro.
Il libraio di Praga, di Vittorio Giardino (Rizzoli Lizard)
Finalmente. Dopo 20 anni di attesa Vittorio Giardino ha completato il terzo e ultimo capitolo della saga di Jonas Fink, uno dei suoi personaggi più amati (del quale abbiamo parlato QUI). Così come per i lettori, il tempo è passato anche per i personaggi, che ritroviamo nel 1968, nel mezzo della cosiddetta Primavera di Praga che segnò l’ascesa al potere di Alexander Dubček e la successiva invasione della Cecoslovacchia da parte dell’Unione Sovietica.
Ambientata dunque durante la dittatura, Il libraio di Praga riflette sull’importanza che la cultura assume in questi scenari, bistrattata e spesso addirittura contrastata perché temuta. Da questo parte l’intrigo in mezzo al quale si ritrovano un Jonas Fink ormai adulto e tutti gli altri personaggi che hanno composto questo affascinante affresco storico.
La nuova storia è stata presentata in Italia da Rizzoli Lizard all’interno di un volume intitolato Jonas Fink: Una vita sospesa, che raccoglie tutta la saga ventennale del personaggio, a partire dalla prima storia realizzata da Giardino agli inizi degli anni Novanta.
QUI un po’ di pagine dalla storia.