HomeRecensioniClassicRitorno sul pianeta Mongo. Con Flash Gordon, il 'classico' di Alex Raymond

Ritorno sul pianeta Mongo. Con Flash Gordon, il ‘classico’ di Alex Raymond

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“È la fine del mondo? Uno strano nuovo pianeta sta precipitando verso la Terra! Gli scienziati dicono: «Solo un miracolo ci può salvare!»”. Ammettiamolo, ai nostri occhi disincantati di lettori del Ventunesimo secolo questo incipit appare tremendamente invecchiato. Ingenuo come solo la fantascienza degli anni Trenta sapeva essere, potrebbe far sorridere i lettori odierni di hard sci-fi, cyberpunk, letteratura distopica. Eppure queste battute provengono dalla prima vignetta di uno dei più importanti fumetti di sempre, una pietra miliare della Nona arte: il Flash Gordon di Alex Raymond, che Editoriale Cosmo ha iniziato finalmente a ripubblicare integralmente – traducendo la sontuosa edizione restaurata prodotta in Gran Bretagna da Titna – dopo anni di assenza dagli scaffali italiani.

La copertina del primo volume della Cosmo.
La copertina del primo volume della Cosmo.

La trama è nota, e quanto mai classica. Un eroe bello, forte e giusto, Flash Gordon, “laureato a Yale e giocatore di polo di fama mondiale”. Un’innamoratissima damigella costantemente in pericolo, Dale Arden, che si rivelerà capace anche di splendidi atti di coraggio. Un aiutante geniale, lo scienziato Hans Zarkov. I tre si imbarcano su un razzo diretto contro il pianeta Mongo, in rotta di collisione con la Terra, per deviarlo e salvare così il nostro mondo. Sopravvissuti allo schianto, si ritrovano su un pianeta abitato da civiltà con caratteristiche straordinarie, da creature mostruose e governato dal più grandioso tra i malvagi dittatori che la storia del fumetto abbia mai ospitato: Ming il crudele, Imperatore dell’Universo.

La presentazione di Zarkov, Dale e Flash Gordon.
La presentazione di Zarkov, Dale e Flash Gordon.

Flash Gordon nasce sulle pagine domenicali dei giornali americani nel 1934, prodotto dal King Feature Syndicate per fare concorrenza all’allora celeberrimo Buck Rogers. Gordon conquista il pubblico grazie ai disegni dettagliatissimi e alle pennellate eleganti con cui Alex Raymond, affiancato ai testi da Don Moore, fa sognare mondi esotici e ai confini dell’immaginazione a milioni di americani. Le avventure si sviluppano per una tavola alla settimana in un flusso continuo, senza un progetto ordinato alla base. La trama non è lineare, ha un inizio ma non una fine, e men che meno uno sviluppo regolare. In ogni puntata accade qualcosa, una nuova minaccia, che obbliga i protagonisti a proseguire nei loro viaggi, e spinge il lettore a comprare il giornale la settimana successiva.

La prima apparizione di Ming.
La prima apparizione di Ming.

I rapimenti frequenti di Dale Arden a opera degli scagnozzi di Ming, le prove mortali impossibili da superare, la minaccia di generici mostri mangia uomini – buoni per sopravvivere anche solo lo spazio di tre o quattro vignette – sono tra gli espedienti classici di Raymond e Moore per tenere incollati i lettori. Ma uno dei motori principali della trama è “romantico”: il tentativo di sposare Flash Gordon da parte di affascinanti principesse aliene. In ogni angolo di Mongo, infatti, vive una donna bellissima e provocante che si innamora a prima vista del biondo eroe, lo fa suo prigioniero e lo costringe a una fuga rocambolesca e a lottare per ricongiungersi con la sua amata Dale.

La principessa Aura, figlia di Ming, innamorata di Gordon.
La principessa Aura, figlia di Ming, innamorata di Gordon.

Il mondo di Gordon cresce così, tassello dopo tassello, senza coerenza alcuna, portando ogni volta il lettore in un mondo nuovo e imprevedibile. In questo modo la popolazione di Mongo continua ad arricchirsi di creature bizzarre e popoli più o meno selvaggi: uomini falco, uomini leone, uomini scimmia, uomini squalo, uomini lucertola, selvaggi delle caverne e nani delle foreste, uomini magici e uomini di fuoco. Pian piano la fantascienza scivola verso il fantasy, e gli autori affiancano duelli all’arma bianca a sparatorie con pistole a raggi, cariche di cavalleria e astronavi, magia e (ci mancherebbe) altre astronavi. Quel che ottengono è un insieme unico e affascinante, un universo di immaginazione il cui slancio generoso – e forse un po’ incosciente – è facilmente percepibile anche a 80 anni di distanza dalla sua prima pubblicazione.

Una selezione di mostri del pianeta Mongo che minacciano la vita di Flash Gordon.
Una selezione di mostri del pianeta Mongo che minacciano la vita di Flash Gordon.

Il susseguirsi continuo di cliffhanger genera una sorta di andamento ciclico nella narrazione, fatta di continui colpi di scena. Ed è forse questo pendolo che dona alle avventure di Flash Gordon un respiro epico, parente delle epopee classiche più che dell’action moderna, in cui ciascuna situazione appare insieme drammatica e assoluta. Ogni duello assomiglia a quello precedente e a quello successivo, sempre uguali ma sempre unici e, in qualche modo, definitivi. Ogni battaglia è quella “finale”, che i protagonisti non possono permettersi di perdere senza rischiare di perdere tutto, per sempre.

Proprio per questo i sentimenti messi in scena nella serie – l’odio, l’amore, il desiderio di vendetta – non contengono sfumature. Sono sentimenti “assoluti”. E così anche i personaggi non evolvono: perché non possono farlo. Gordon è l’eroe perfetto, Ming è il Nemico, e nessuno dei due potrà mai essere qualcos’altro. Non è permesso loro uscire dal ciclo continuo di duelli, causato da un odio purissimo che non potrà mai placarsi.

La calata degli uomini falco, una delle tavole più celebri e spettacolari di Alex Raymond.
La calata degli uomini falco, una delle tavole più celebri e spettacolari di Alex Raymond.

In questo scontro epico ed eterno, il lettore è costretto al ruolo di spettatore esterno. Il dramma e il trionfo appartengono soltanto ai personaggi, e per noi è in fin dei conti impossibile immedesimarsi: troppo perfetti, monolitici, per consentirci l’aggancio a un sentimento terreno, domestico, familiare. Ma proprio per questo la sola relazione possibile è quella di una autentica, sfacciata “sospensione dell’incredulità” che si alimenta del nostro stesso stupore tavola dopo tavola, settimana dopo settimana, lasciandoci irretiti da un mondo di emozioni e avventure che non potremo mai vivere, bensì soltanto ammirare da lontano. Molto lontano.

Il fascino di Gordon è sopravvissuto all’abbandono della serie da parte di Raymond nel 1944, influenzando profondamente tanti protagonisti della cultura popolare del Novecento. Fumettisti come Aurelio Galleppini e Alex Ross, lontanissimi tra loro per epoca, genere e stile, hanno un forte debito nei suoi confronti; così come George Lucas, che con Guerre Stellari ne ha, per certi versi, offuscato la stella, offrendoci un altro modo, certamente più moderno, di coltivare la nostra incredulità.

La coover dell'edizione in DVD del film di Flash Gordon, disegnata da Alex Ross.
La coover dell’edizione in DVD del film di Flash Gordon, disegnata da Alex Ross.

A Flash Gordon sono stati dedicati un serial cinematografico negli anni Quaranta e varie serie televisive in animazione e dal vivo, il celebre film del 1980 con colonna sonora dei Queen, un album musicale dei Nomadi, e moltissime parodie, incluso il film erotico Flesh Gordon. “Un mito resta tra noi / Non muore mai”, diceva la sigla del cartone animato. E Gordon, nonostante l’invidiabile età di ottant’anni, sembra ben lontano dallo scomparire. O forse, semplicemente, non ha fatto altro che affacciarsi verso di noi da quella siderale distanza che in fondo ha sempre frequentato, tornando finalmente in libreria come si addice a un vero Classico.

 

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