Quest’estate, in un periodo di smarrimento personale, mi sono messo a leggere J.G. Ballard. Un amico mi aveva consigliato di nutrirmi di intrattenimento non necessariamente nelle mie corde, pur di distrarmi. Avevo a portata di mano due romanzi e ne ho scelto uno a caso. Dopo un paio di settimane non ero andato molto in là con la lettura, perché farfalle giganti che volano e altre questioni post-post-apocalittiche sono troppo lontane dai miei gusti.
Leggi le prime pagine da L’incanto del parcheggio multipiano
A distanza di un paio di mesi, inizio a leggere il nuovo libro di Marino Neri (Cosmo, Il re dei fiumi) e mi ritrovo in apertura una citazione di Ballard, una citazione che però mi piace.
Credo nell’eleganza dei cimiteri di automobili, nel mistero dei parcheggi multipiano, nella poesia degli hotel abbandonati.
Mi piacciono i luoghi abbandonati, gli edifici incompiuti. I parcheggi multipiano non li frequento, ma son belli da vedere, in quanto nonluoghi. È proprio “ciò che non è” a sembrare materia tangibile e di interesse per Marino Neri nel suo L’incanto del parcheggio multipiano. Il racconto prende il via per negazione, un po’ come nell’incipit di Città di vetro di Paul Auster, con tutti quei suoi “non”.
Si comincia con qualcuno che non c’è più, dopo la scena della sua uccisione, per poi tornare indietro ripercorrendo tutta la catena di eventi che l’ha causata. C’è un uomo di mezz’età, che non ha più un lavoro, un tipo a cui non ne gira una per il verso giusto, rancoroso verso il mondo e ormai pericolosamente diretto verso una spirale rovinosa. Gli succedono alcuni eventi, e lui li subisce con l’ovvia inarrestabilità della sventura.
Gli viene in particolare offerto di commettere un reato per fuggire ai guai in cui si è cacciato da solo. Il percorso lo porta proprio nel luogo dove è scomparso il ragazzo di colore visto all’inizio del libro. E, allora, di salvezza non ce n’è per nessuno, se non forse per chi ha il potere per comprarsela, ma non sono queste le figure che interessano a Neri.
L’autore mette in scena un dramma incentrato sugli ultimi, le figure che occupano il posto più basso di una catena alimentare sociale spietata. Difficile pensare che non ci siano propositi politici nel suo racconto. Non sono vigliaccamente messi in piazza o in bocca ai suoi personaggi, sono invece manifestati in scelte di prospettiva narrativa, di regia o di caratterizzazione.
Gli “ultimi”, i protagonisti della storia, hanno in bocca parole vere, si muovono spostando aria tra le pagine, con fatica e con volume. I comprimari, gli uomini di potere − i “padroni” −, vengono mostrati appena, e quando si vedono hanno volti banali e sputano sentenze ovvie. Questi individui sono privi di anima, mentre gli sventurati hanno un’anima vera che li porta a sbagliare e subire, a morire e cercare senza sosta redenzione.
Il racconto fantastico post-realista di Neri è ben radicato nella quotidianità ordinaria, quella che si legge nelle pagine di cronaca, di quelle storie e disgrazie che si ripetono in ogni luogo, in ogni parte d’Italia, e d’Europa. Non si ritrova però l’esplicita e pedissequa ricostruzione di fatti reali, mentre è evidente quanto il racconto sia nato dalla digestione consapevole del presente.
Se l’attuale mercato del fumetto non fa che chiedere e talvolta pretendere una produzione serrata e regolare da parte di chi fa libri a fumetti, prodotti che richiedono tempo e mesi – o anni – di progettazione e lavorazione, il libro di Neri è un esempio a sé, un caso particolarmente felice in questa corsa alla produzione. L’incanto del parcheggio multipiano riesce a mostrare come produzione e pubblicazione di un volume non troppo corposo e dalla gestazione non troppo lunga siano il mezzo ideale per dare vita a un lavoro che vive nel proprio tempo, lo interpreta e riflette con efficacia. All’interno vi si ritrova lo stesso spirito che popola l’attualità, di esso il libro trasuda consapevolmente e di esso si è nutrito.
Neri, inoltre, non tralascia mai la chiave fantastica come strumento per accedere alla comprensione di ciò che è vero. In questo libro, ancor più che nel precedente Cosmo, il fantastico si fa mezzo e non fine di escapismo, device narrativo e prospettiva per accedere al reale.
L’incanto del parcheggio multipiano
di Marino Neri
Oblomov Edizioni, ottobre 2018
Brossurato, 122 pp., colore
19,00 €