Il fumettista e illustratore inglese Dave McKean − ospite dell’edizione 2018 di Lucca Comics & Games (31 ottobre – 4 novembre) − lo conosciamo in particolare per le sue copertine, su tutte quelle della serie Sandman di Neil Gaiman, e per fumetti come Cages, Signal to Noise o il più recente Black Dog.
Parallelamente al fumetto, l’autore porta avanti da decenni anche il suo lavoro nel mondo della musica, realizzando copertine e grafiche per musicisti e gruppi. La sua estetica cupa e le sue illustrazioni ipnotiche hanno sempre fatto breccia tra band e case discografiche dedite alla musica heavy, che fosse metal o alternativa di nicchia (soprattutto negli anni Novanta), anche se ogni tanto non sono mancati lavori per cantanti pop o pianisti.
Di seguito proponiamo una selezione di alcune delle sue copertine più riuscite o più note, a rappresentare uno sguardo complessivo sulla sua vasta produzione, che comprende lavori per decine di album e singoli.
The Misfits boxset (1996)
Un boxset che in 4 CD raccoglie materiale registrato dalla band horror punk tra il 1977 e il 1983 (tra cui gli album Earth AD e Static Age) e del quale McKean ha illustrato il booklet interno. C’è un teschio, ma non ha niente a che fare con l’icona che contraddistingue da sempre la band. In realtà la copertina del box è a forma di bara e questa è la copertina del libretto interno.
John Cale – Circus Live (2006)
Un Box set live del 2006 del polistrumentista che fu anche membro dei Velvet Underground. È una delle copertine più ricche e pittoriche di McKean, che del resto si trova in questa prova a confrontarsi con uno dei musicisti più rilevanti della musica contemporanea. L’album si apre con la classica Venus in Furs dei Velvet Underground.
Testament – Low (1994)
Anche la band thrash metal californiana dei Testament si è rivolta in più occasioni a McKean per le proprie copertine, negli anni Novanta, quando ormai aveva raggiunto un discreto successo. Questo è il sesto album della band, e McKean illustrerà anche i due successivi.
Earth Crisis – Slither (2000)
Non tra i dischi più noti illustrati da McKean, ma è la prova di come il suo artwork per diversi anni sia servito a molte band metal per legittimare il proprio immaginario tramite il lavoro di uno degli illustratori più apprezzati nel genere. Gli Earth Crisis venivano dal punk e dall’hardcore più militante (vegan straight edge), e questo disco fu il tentativo di allargarsi verso un pubblico più ampio.
Fear Factory – Demanufacture (1995)
La band industrial metal americana si è avvalsa più volte del lavoro di McKean. Demanufacture è uno dei loro lavori più apprezzati e mette in mostra un McKean meno fantasy e più industrial, che esalta l’attitudine violenta e glaciale della band.
Alice Cooper – The Last (1994)
Un po’ come nelle copertine di Sandman, McKean compone un collage, ma stavolta con al centro il volto dell’eclettico hardrocker Alice Cooper. The Last Temptation è il ventesimo album del musicista, un concept che racconta la storia di un ragazzo e di uno showman dotato di poteri speciali. Il booklet contiene una storia a fumetti disegnata da McKean.
Machine Head – Burn My Eyes (1994)
Il disco di esordio dei Machine Head, band groove metal statunitense che debuttò con una copertina di McKean. In un periodo – la metà degli anni Novanta – nel quale per il metal più giovane avvalersi di una sua copertina era quasi un must e una dichiarazione di intenti, per mostrarsi tanto visionari quanto violenti.
Frontline Assembly – Fallout (2007)
I pionieri dell’elettronica industrial si sono affidati svariate volte alla mano di McKean per le loro copertine. Con ritmi incalzanti e voci dense di eco portano all’estremo uno spirito dark 80s espresso al meglio dall’immaginario barocco dell’illustratore. Questo disco è una raccolta di versioni remix di brani già usciti, non il più celebre della band, ma ha una copertina particolarmente espressiva.
Paradise Lost – Shades of God (1992)
Una delle band la cui estetica meglio si sposa con lo stile di Mckean. Il loro è un metal gotico dalle venature dark e doom, che si lascia andare abbondantemente ai toni più cupi. Se vogliamo, le loro ispirazioni non sono lontane da quelle di Sandman, con ampi riferimenti alla lettaratura inglese.
Counting Crows – This Desert Life (1999)
Non è il disco più popolare della band pop rock americana (quello è il primo, dove c’è la hit Mr. Jones), ma mostra un McKean più pop, dall’immaginario soft e non fantastico o estremo, che ogni tanto fa breccia anche al di fuori del giro più hard e metal.