Nella carriera di un fumettista, i passaggi di solito sono questi: dalla cameretta all’autoproduzione, dall’autoproduzione all’indie, dall’indie alla major, alternando queste opzioni a gradienti di successo diverso (l’autoproduzione che in realtà è major di se stessa, per esempio, o la major che è pura cameretta).
Se una volta l’autoproduzione era una questione di carta, da anni il self made fumettista opera sul web, diffondendo nei canali opportuni il proprio sforzo artistico. Ma la destinazione resta identica, il volume fisico, da pubblicarsi, anche qui, attraverso una delle opzioni di cui sopra.
Certo, dire “web” è fare delle approssimazioni estreme, perché la natura del mezzo è cambiata una due mille volte nel giro di poche primavere, dai siti personali ai blog, passando per il mecenatismo virtuale di Patreon, le raccolte fondi dei vari Kickstarter, Ulele o Indiegogo o la diffusione tramite social network.
Di quest’ultimo caso sono ormai pieni i cataloghi degli editori, che hanno pescato a strascico nel mare blu di Facebook, Instagram, Youtube o Tik Tok (ex musical.ly) sperando di acciuffare un marlin da una tonnellata. Ora, nel caso dei fumetti, il terreno di caccia si sta ampliando e, dai perimetri del solo Facebook, è valicato nel più giovane e giovanile Instagram, che unisce un pubblico di età precoce con la devozione all’immagine.
E così Tunué ha voluto portare sugli scaffali dei negozi l’instagrammer Pera Comics, al secolo Alessandro Perugini, e il suo format Chi ha ucciso Kenny?: in un quadrato a misura di Instagram, Kenny giace privo di vita, ai piedi di due – o più – sospettati con le armi del delitto in mano. Spetta al lettore, aiutato da occasionali indizi, smascherare il colpevole tra le coppie Sicilia o Sardegna, A o B, nuotatrice o pallavolista, zombi o vampiro, wc o bidet, o tra i rimasticamenti pop Gumball e Darwin, Malgioglio o D’urso, McDonald’s o Burger King.
Il libricino, rigido e dalle fattezze di un breviario, raccoglie quarantacinque casi (di cui trenta inediti) e una storia introduttiva, anch’essa realizzata ex-novo, in cui si narra del primo Kenny assassinato nell’antica Roma.
Il Kenny che ci lascia le penne è basato sull’omonimo personaggio di South Park (Kenny McCormick), che nelle prime sei stagioni dello show finiva ammazzato a ogni episodio. I creatori poi hanno capito che anche la migliore delle barzellette raccontata la milionesima volta non fa più ridere e ne hanno limitato le uccisioni.
Pera Comics, invece, reitera a ogni quadro l’omicidio del protagonista ma ne altera le modalità, permettendo quel minimo di varietà. Si può parlare di assortimento nelle ambientazioni, nei personaggi e nel movente che ci viene svelato (talvolta surreale, da cui l’umorismo del progetto), meno nelle modalità di uccisione e nei meccanismi deduttivi, anche se certe soluzioni sono meno scontate di quanto ci si aspetterebbe.
Tra le tante opzioni stilistiche per un prodotto che nasce su Instagram (e che quindi necessità di una cosa sola: una leggibilità immediata, da declinare come meglio si crede), Pera Comics ha intrapreso la strada del segno low tech: essenziale, bidimensionale, rigido e dai dettagli minimali come South Park, con colori piatti e tenui, immagini di facile decodifica, seppur non particolarmente inventive.
Chi ha ucciso Kenny? è un fumetto-game che esaurisce presto il suo interesse e regge giusto il tempo come boccone da dare in pasto al feed di Instagram. Ma non approcciatevi all’operazione come fareste a un fumetto puro o rimarrete delusi.
Chi ha ucciso Kenny?
di Pera Comics
Tunué, settembre 2018
cartonato, 116 pp., colore
12,00 €