HomeRecensioniNovitàMind MGMT: il puzzle spionistico di Matt Kindt

Mind MGMT: il puzzle spionistico di Matt Kindt

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Matt Kindt si è fatto conoscere in Italia nel 2009 con la pubblicazione di Super Spy (Rizzoli Lizard). Era il suo secondo libro, e l’autore americano aveva appena intrapreso un periodo assai fruttuoso per la sua carriera: era attivo come graphic designer di copertine per l’editore indipendente Top Shelf (lo stesso di Alan Moore, Jeffrey Brown e Jeff Lemire), mentre lavorava ad alcuni interessanti graphic novel, come 3 Story Man (Dark Horse, presto in Italia per Panini 9L) e Revolver (DC/Vertigo, in Italia per Bao Publishing), e stava collaborando anche ad altre produzioni della linea supereroistica DC e del marchio Vertigo.

Nel 2012, con Mind MGMT l’autore ha dato il via a un lungo racconto in 36 episodi. Ambientazioni e temi sono quelli già esplorati in Super Spy, ovvero complotti e spionaggio. Ma il risultato è insieme più maturo e più leggibile, a differenza del complesso (e un po’ cervellotico) impianto del graphic novel.

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Il Mind MGMT è un progetto di manipolazione della mente e controllo di poteri Esp che ricorda i (più o meno complottistici) racconti sul progetto segreto Manhattan avviato dal governo degli Stati Uniti. Dopo il caso di un volo di linea sul quale si verifica una singolare perdita di memoria di massa, una scrittrice si mette in testa di indagare per dedicare un libro alla vicenda. La donna si imbarca quindi in una ricerca in giro per il mondo sulle tracce di altri eventi inspiegabili, che porterà lei e il suo informatore a essere inseguiti da un gruppo di individui pericolosi, dal volto curiosamente inespressivo.

La scrittrice dovrà perciò ricomporre un puzzle complesso che apparirà, episodio dopo episodio, di non semplice comprensione anche agli occhi del lettore. Kindt è abile nell’immaginare uno schema narrativo elaborato e di ampio respiro, come dimostrano anche le storie parallele che arricchiscono, in appendice, ogni singolo albo. A rendere credibile il tutto c’è il rilievo dato alle vicende umane dei personaggi, ben lontani dall’essere mere pedine funzionali al gioco di incastri narrativi (come da prassi, nel genere spy story).

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Lo provano in maniera chiara le vicende narrate nel quarto e quinto albo (originale), con la vita di uno dei personaggi vittima del progetto segnata dalla genesi delle sue capacità psichiche poste in netto contrasto con la vita personale e sentimentale che lentamente scivola via dalle mani del personaggio, dotato sì di poteri ESP ma incapace di controllare ciò che veramente ha a cuore. Il suo racconto, tra atti sovrumani e rimorsi più che umani è pregno di un’emotività tangibile, da apparire quasi vero, come se i rimpianti del personaggio fossero ispirati a esperienze personali di chi scrive.

Il racconto appare segnato da una generale immediatezza e un coinvolgimento frenetico dell’autore (e dopo del lettore), evidenti nel segno apparentemente frettoloso e spontaneo, nelle figure sghembe e spesso sgraziate; le pennellate degli acquerelli abbondantemente diluiti distorcono sempre gli sfondi, le inquadrature sono storte, creando ambienti leggermente deformi che amplificano lo stato di ansia e di trasporto del lettore.

Rispetto a Super Spy, Kindt ha raggiunto quindi un maggiore equilibro anche nella forma. Lo schema delle vignette e il loro susseguirsi è spesso quello di una griglia classica di cinque o sei vignette per pagina, ma la cadenza delle inquadrature è serrata, e insiste su una modalità cinematografica. Kindt aderisce a un modo di narrare moderno contemporaneo, caratterizzato da una prospettiva narrativa a lungo raggio, che punta a coinvolgere il pubblico in un contesto ampio. Un narrare affine a quello di certe serie televisive di genere simile (come Lost o Person of Interest) o alle opere di colleghi illustri come Brian K. Vaughan o Scott Snyder,.

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L’iniziativa di Panini di presentare la serie in albi formato comic book uguali agli originali sembra un buon compromesso per sfruttare il potenziale dell’opera: un serial di qualità in grado di fidelizzare sia un pubblico giovane che il lettore esigente.

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