Siamo entrati nello studio di Marco Matrone, disegnatore che ha da poco pubblicato il volume Senzombra, scritto da Michele Monteleone per Bao Publishing.
Quali sono i progetti a cui stai lavorando attualmente?
Ho appena finito Senzombra con Michele Monteleone per BAO publishing e ora sono in una fase transitoria in cui non mi è ancora ben chiaro in quali lidi approdare. Sto approfittando di questo periodo per portare avanti Seven Days una storia che ho scritto un po’ di anni fa e che sto realizzando nei ritagli di tempo, si tratta di una sorta di thriller Pulp fantascientifico, tra intrighi, donne, Katane e colpi di scena. Per il resto sto riprendendo un po’ la pittura e l’illustrazione sia in digitale che in manuale, con l’intimo desiderio di raggruppare un po’ di lavori per realizzare qualcosa.
Quali strumenti usi per disegnare?
Ho sempre amato spaziare tra i più diversi strumenti, ho iniziato a disegnare con la penna a sfera quando ero piccolo e sono rimasto legato a quel tipo di sensazione, la matita per me è arrivata molti anni dopo, credo che questa cosa abbia inciso molto anche sul mio modo di concepire il disegno. Di solito quando inizio a disegnare utilizzo foglio, matita e pennarelli oppure tavoletta grafica e computer, sono entrambi strumenti che adoro, ognuno di essi ha delle caratteristiche ben precise che condizionano molto il mio modo di approcciarmi al disegno e cerco sempre di stare attento a non provare a ottenere gli stessi risultati su due supporti diversi.
Trovo che sia giusto ottenere risultati molto diversi in manuale e in digitale, le due cose non dovrebbero assolutamente emularsi a mio avviso. Sono convinto che ogni strumento abbia una sua identità che non va violata o forzata ma che, al contrario va capita e veicolata, detesto l’idea di simulare un effetto proprio di uno strumento con uno ben differente da esso.
Hai qualche abitudine prima di metterti a disegnare?
La mia costante pre-lavorativa è sempre preparare un bel caffè, ma forse è la costante della metà della popolazione, per il resto non ho una vera e propria abitudine, più che altro sento la necessità di avere uno spazio di lavoro relativamente pulito. Penso di potermi definire abbastanza disordinato, ma credo che nel mio disordine ci sia una sorta di ordine (che solo io potrei definire tale).
Adoro gli spazi liberi, quindi finisco per ripulire il tavolo da lavoro e lo studio ogni volta prima di cominciare a disegnare. È come se troppi oggetti e uno stato di caos andassero a interferire con la mia capacità di ragionare e mettere insieme le idee. Lo spazio di lavoro deve essere il più vuoto possibile deve aiutarmi a evocare le immagini alla stessa maniera del foglio bianco.
Ci sono libri o fumetti che devono essere a portata di mano mentre disegni?
Come dicevo prima, il mio spazio di lavoro deve essere quanto più libero possibile, così come gli oggetti costituiscono un’ interferenza, anche un libro o un fumetto può costituire un input che corre il rischio di andare a contaminare troppo il mio processo creativo. Ciò non toglie il fatto però che vengano dei momenti in cui è importante anche lasciarsi guidare e ispirare da cose belle e in tal caso, la libreria è a un passo dalla mia scrivania.
Vengono dei momenti in cui sei così scarico che non riesci proprio a partire e hai bisogno di un po’ di benzina, in quei momenti sfogliare un fumetto di un autore che stimi o guardare qualcosa su Pinterest può davvero darti la carica necessaria! Tra i vari autori e fumetti di riferimento sono costretto a citare Last Man di Vivés, Sanlaville e Balack. Un’altra opera illuminante per me che ogni tanto sfoglio per carpirne i segreti è Kairos di Malassagne, ma mi capita spesso per le mani anche qualche numero di Naruto.
Hai un oggetto in studio a cui sei particolarmente affezionato?
Su due piedi non saprei. Ho la stanza piena degli oggetti più strani e disparati e pure non saprei dire se ce n’é davvero qualcuno a cui sono legato. Un particolare ringraziamento va sicuramente alla cara Playstation, che mi aiuta nei momenti bui, talvolta dove non arriva lo stimolo dei fumetti può arrivare la magia dei videogiochi! Per il resto non saprei ho un modellino di un pezzo interno dell’orecchio umano, lo trovai per caso e ha sempre suscitato su di me uno strano fascino metafisico, ah e ovviamente come non citare la mia Katana, sempre a portata di mano, non si sa mai che partisse l’apocalisse zombie, queste cose succedono sempre senza preavviso!