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Le citazioni e i rimandi di Dylan Dog n. 11 – Diabolo il grande

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*Questo articolo fa parte dello speciale Verso #DylanDog30. Fonti e citazioni del DyD delle “origini”, che una volta al mese propone un’analisi delle fonti e delle citazioni dei primi 12 numeri di Dylan Dog, in occasione del trentesimo anniversario della serie festeggiato a settembre 2016.

dylan dog 11
Copertina di ‘Dylan Dog’ n.11. Disegno di Claudio Villa © Sergio Bonelli Editore

Diabolo è, naturalmente, una storpiatura di Diavolo, ma in geometria è anche un poligono formato da due triangolo isosceli. Torna ancora una volta il dottor Vogler del film Il volto di Bergman, che qui presta le fattezze al co-protagonista dell’albo: Diabolo, appunto. Anche se, come vedremo, questa volta le fonti iconografiche potrebbero essere più d’una. L’inquietante Erich, che poi si scoprirà essere un pupazzo da ventriloquo, porta il nome e le fattezze di Erich von Stroheim, attore e regista austriaco, noto al grande pubblico per il ruolo di Max, maggiordomo di Norma Desmond/Gloria Swanson in Viale del tramonto. Nell’albo porta il suo caratteristico monocolo, indossato, ad esempio, nel film La grande illusione e, soprattutto, ne Il gran Gabbo, interpretato e co-diretto dallo stesso Stroheim.

Erich Von Stroheim
Erich Von Stroheim, fotografato da George Hurrell nel 1931

Quest’ultimo film, che racconta appunto la storia di un ventriloquo, offre a Sclavi la principale ispirazione cinematografica per quest’albo, come risulta anche dal titolo-omaggio. Ulteriori fonti possono essere individuate in altre pellicole che trattano i temi del ventriquolismo e, più in generale, delle bambole assassine. Fra questi, c’è sicuramente la sequenza del ventriloquo, diretta da Alberto Cavalcanti, del film horror a episodi Incubi notturni, un paio di episodi della serie televisiva Ai confini della realtà (Il pupazzo – terza stagione – e Io e Caesar – quinta stagione) ma, soprattutto, Magic, di Richard Attenborough.

Il titolo originale dell’episodio di Ai confini della realtà, Il pupazzo è The Dummy. Erich Dummy è il nome completo dell’assassino.

Ancora: Vivien, l’amante di turno di Dylan, ricorda nel nome e nell’aspetto l’attrice britannica Vivien Leigh.

vivien leigh
Vivien Leigh in una scena di “Via col vento”

Gli spettacoli rappresentati in Diabolo il grande rimandano anche al Grand Guignol, teatro parigino attivo dal 1897 al 1963, specializzato in rappresentazioni macabre e sanguinolente. L’aggettivo granguignolesco – terrificante, raccapricciante – deriva appunto da qui.

A pag. 48 un affranto Dylan ascolta ancora una volta la colonna sonora del film Il fantasma del palcoscenico di Brian De Palma, e in particolare la canzone Special to Me (Phoenix Audition Song) di Jessica Harper.

A pagina 79 lo ritroviamo immerso nella lettura di un libro dell’illusionista e scrittore Walter B. Gibson, noto soprattutto per aver creato il personaggio letterario di The Shadow, il quale subì varie trasposizioni in altri media, fra cui anche diverse storie a fumetti.

Gibson prestò la sua penna come ghost writer ai manuali di molti illusionisti e prestigiatori, come Harry Houdini. Per Harry Blackstone Sr. scrisse, fra gli altri, anche il libro Blackstone’s Secrets of Magic che potrebbe essere quello consultato da Dylan – e il fumetto Blackstone, the Magic Detective. Il figlio di Harry Blackstone Sr., Harry Blackstone Jr., assomiglia molto all’illusionista co-protagonista di quest’albo.   

Nella stessa tavola Dylan ascolta Moon Over Bourbon Street, brano di Sting (1951), contenuto nell’album The Dream of the Blue Turtles.

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