A metà anni Novanta, il successo di Marvels spinse Marvel Comics a dare vita a una serie di fumetti dipinti con un taglio più realistico e uno sguardo “dal basso”, con i supereroi visti attraverso gli occhi dell’uomo comune. Molti di questi, che puntavano perlopiù sull’effetto nostalgia, furono piuttosto dimenticabili, come gli speciali che celebravano storiche testate della casa editrice, da Tales of Suspence a Tales to Astonish, passando per Strange Tales.
A spiccare nel mucchio ci fu però Rovine (Ruins, in originale), che, pur convidivendo le stesse premesse dell’opera di Kurt Busiek e Alex Ross, si poneva come sua antitesi. Scritta da un giovane Warren Ellis, Rovine capovolge infatti del tutto la solarità di Marvels: al centro della vicenda c’è ancora il fotoreporter del Daily Bugle Phil Sheldon, ma là dove nell’opera originaria c’erano “Meraviglie” in grado di salvare la Terra, in quella di Ellis ci sono solo orrori che la condannano a un destino quasi apocalittico.
«Per ogni bacio, un proiettile nella faccia. Per ogni azione, una reazione. Per ogni evento esiste potenzialmente un evento speculare, una possibilità esattamente opposta. Se il mondo che conoscete è composto di Meraviglie, in cui donne eroiche attraversano invisibilmente gli orrori e uomini di fuoco percorrono le estremità dell’atmosfera… allora, a un solo passo o battito di distanza c’è un mondo composto di Rovine» recita l’incipit della storia. Così, mentre in Marvels si raccontava la nascita di una possibile utopia, in Rovine si assisteva all’emergere di una distopia, in un mondo in cui le radiazioni uccidevano anziché donare superpoteri. A partire dalle stesse premesse, insomma, Ellis realizzò un vero e proprio ribaltamento dell’opera originaria.
Anche lo stile pittorico dei coniugi illustratori Terese e Cliff Nielsen rappresentò una versione distorta dell’iperrealismo di Ross: in Rovine, le figure diventano sfocate e incerte, incarnando l’atmosfera poco rassicurante del racconto. Allo stesso tempo, le tinte si fanno estremamente cupe, a caratterizzare un mondo divenuto l’ombra di se stesso. A causa della lentezza dei due disegnatori, le ultime pagine della storia furono illustrate da Chris Moeller, con uno stile a metà tra il disegno a matita e il pittorico a olio. Uno stile poco riuscito e che stonava molto con il resto dell’opera.
Pur calcando troppo la mano in certi punti nel tentativo di seguire in modo quasi pedissequo la trama di Marvels, Rovine rappresentò un passo importante nella carriera di Ellis, che, approdato da poco in Marvel, dimostrò un approccio ai supereroi piuttosto peculiare, cinico e disilluso, e una prosa scorrevole e brillante. Un primo passo lungo il percorso che lo avrebbe portato di lì a poco a creare serie di maggiore notorietà come Planetary e The Authority per Wildstorm/DC Comics.
Mai più ripubblicata negli Stati Uniti dopo la prima edizione, Rovine fu tradotta da noi nel 1997 da Marvel Italia – con il titolo originale – in due albi della singolare collana da fumetteria Marvels Presenta, che propose una serie di fumetti caratterizzati dallo stile pittorico. La nuova edizione di Panini Comics ripresenta dunque la storia dopo molti anni di assenza, e raccoglie fumetti della stessa epoca – Blockbuster, Inner Demons e The Wonder Years – che però sanno molto (troppo) di riempitivo.
Marvels: Rovine
di Warren Ellis e altri
Panini Comics, marzo 2020
Cartonato, 256 pp., colore
27,00 €
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