Per la nostra rubrica #tavolidadisegno, siamo entrati nello studio milanese di Silver, ovvero Guido Silvestri, creatore di Lupo Alberto e dei personaggi che popolano le storie della Fattoria McKenzie.
Il suo ultimo libro è Lupo Alberto – Genesi di un mito, che raccoglie le prime 200 tavole, mentre il personaggio continua a uscire mensilmente in edicola e ogni settimana su TV Sorrisi e Canzoni. Al solito, abbiamo fatto cinque domande e scattato diverse foto.
Quali sono i progetti a cui stai lavorando attualmente?
Sto pensando a quale cantiere di Milano andare a sorvegliare domani mattina… No, scherzo, però sono vecchio, è difficile rispondere a queste domande. I progetti ci sono. Perlopiù sono cose che faccio per tenermi occupato, per entusiasmo personale, più che per una vera volontà di portarli a termine. Sto pensando di proiettare Lupo Alberto in direzioni diverse, perché dopo quarantacinque anni ho voglia di farlo e credo che il personaggio abbia le potenzialità per affrontare degli orizzonti nuovi.
Quali sono gli strumenti che usi per disegnare?
Cartoncino liscio Schoeller (che trovo sempre meno in giro) o Fabriano Tecnico formato 350 x 250. Inchiostro, pennino, matite e, sempre, un ultimo passaggio in digitale, con Photoshop, che di solito uso per colorare, come una sorta di post-produzione.
Hai qualche abitudine prima di metterti a disegnare?
Cerco sempre di non arrivare a quel momento perché sono pigro e procrastinatore. Disegnare è piacevole perché ti puoi astrarre, per cui puoi ascoltare musica e in qualche modo smettere di pensare, però è anche molto faticoso, quindi non è un’attività che mi dia molta gioia. Mi dà soddisfazione quando viene bene, questo sì, però gran parte di ciò che viene prima per me è solo stress e frustrazione.
Ci sono libri o fumetti che devono essere a portata di mano mentre disegni?
Mi ricarico di creatività andando a sfogliare delle vecchie pagine di fumetti, in particolare quelle di George Herriman, autore di Krazy Kat, che è tutta roba di, letteralmente, cento anni fa, ma che trovo attualissima e piena di idee nuove e suggerimenti, se non di poesia e vitalità.
Hai in studio un oggetto particolare a cui sei affezionato?
Appesa in studio c’è una tavola originale di Walt Kelly, che ho acquistato da un collezionista tanti anni fa. La tengo come una reliquia nonostante io non sia un collezionista né feticista del fumetto. Credo però che Kelly, insieme al già citato Herriman, sia l’autore che più mi ha ispirato e convinto a diventare fumettista.
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