La tragedia è da sempre molto legata alla fiction, in qualsiasi forma venga raccontata, dal teatro al cinema, dalla letteratura al fumetto, persino nella musica. Il pathos, l’immedesimazione, la partecipazione al dramma, sono tutti elementi che aiutano ad avvicinare un lettore o uno spettatore a una storia. Se poi al dramma ci aggiungiamo anche l’amore, ecco che allora l’equazione diventa quasi sempre vincente.
Di amori tragici è infatti costellata la storia della fiction, dal mito di Orfeo ed Euridice della tradizione classica greca fino a film come Titanic, passando per classici come Romeo e Giulietta o Casablanca, tanto per citare alcuni degli esempi più di successo.
E anche nella storia del fumetto non mancano importanti casi di relazioni finite male, spesso malissimo. Nel giorno in cui si parla di amore, abbiamo deciso di raccontare quelle che più ci sono rimaste impresse, perché più tragiche, più coinvolenti o semplicemente più sorprendenti. E buon San Valentino.
Spider-Man e Gwen Stacy
La morte di Gwen Stacy – messa in scena da Gerry Conway e Gil Kane, con la supervisione di John Romita – fu per i lettori uno shock, per molti motivi. Innanzitutto perché, fino a quel giugno 1973, non si pensava che anche i personaggi “buoni”, persino quelli non necessariamente eroici ma comunque dall’animo nobile, potessero morire. E poi l’evento ruppe – come da consuetudine della Marvel di Stan Lee – una vera e propria tradizione dei fumetti americani, quella della “eterna fidanzata” dell’eroe. Se Reed Richards e Susan Storm l’avevano infranta sposandosi, tra Peter Parker e Gwen Stacy si mise invece di mezzo la morte.
Infine, furono le modalità dell’evento a colpire i lettori: Gwen viene buttata giù dal ponte di Brooklyn da Goblin, la nemesi dell’Uomo Ragno; l’eroe si tuffa al salvataggio della sua amata e fa partire una ragnatela per arrestarne la caduta; la ragnatela si attacca alla ragazza, mentre uno “Snap” ne certifica la rottura del collo. Sembrò, in tutto e per tutto, che fosse stato lo stesso Spider-Man ad ammazzare Gwen.
E così la dolce e determinata Gwen scomparve dalle scene, suscitando persino proteste da parte di alcuni lettori, che inviarono lettere di proteste alla redazione della Marvel. Intanto, però, l’evento rappresentò uno spartiacque importante nella storia del fumetto, segnando la fine della Silver Age, il periodo di rinascita del fumetto di supereroi iniziato alla fine degli anni Cinquanta.
«Qui c’era l’eroe dalla battuta pronta, sempre spensierato di fronte alla malvagità, che giurava una sanguinosa vendetta verso il cielo, mentre cullava la figura senza vita di Gwen Stacy. Qui c’era la fidanzata dell’eroe, morta per sempre» avrebbe scritto l’esperto di fumetti Arnold T. Blumberg nel saggio “The Night Gwen Stacy Died”: The End of Innocence and the Birth of the Bronze Age. «Ogni atteso leitmotiv delle storie di supereroi era stato rivoltato da capo a piedi in poche semplici vignette, trasformando in modo irrevocabile il mondo del fumetto e i suoi lettori.»
(Andrea Antonazzo)
Dylan Dog e Bree Daniels
Chi ha letto anche soltanto una delle sue storie – in particolare quelle scritte dal suo creatore, Tiziano Sclavi –, sa benissimo sa quanto Dylan Dog sia un gran sentimentale, capace di innamorarsi perdutamente ogni mese di una donna diversa, in particolare di quelle che bussano alla sua porta in cerca di aiuto o di una consulenza. Un farfallone, direbbero tanti, ma lui ci crede sempre tanto, in realtà.
A volte capita persino che queste ragazze ricambino, ma il loro destino sembra sempre segnato: alcune muoiono, altre semplicemente non lo ricambiano o fanno solo finta di farlo, altre ancora magari si rivelano essere dei veri e propri mostri. Ma, nel corso degli anni, alcune di loro si sono rivelate più speciali di altre.
Prendiamo per esempio Bree Daniels. Sentendosi minacciata dagli omicidi di un emulo di Jack lo Squartatore, la ragazza, che di professione fa la prostituta, si rivolge a Dylan perché fermi il criminale. I due si innamorano, e Dylan arriva persino a chiedergli di sposarlo, ma la ragazza mette la propria indipendenza davanti all’amore.
E già così il finale sarebbe abbastanza drammatico. Purtroppo, però, la storia di Bree non finì lì. Anni dopo, infatti, Dylan la reincontrò, ma solo per dirle l’addio, dato che la ragazza aveva contratto l’AIDS.
(Andrea Antonazzo)
Georgie e Lowell
Georgie è uno di quegli anime che hanno segnato la Generazione X, quella dei nati a cavallo tra anni Settanta e Ottanta. Il finale del manga – realizzato da Yumiko Igarashi – arrivò in Italia molto dopo il cartone animato, per cui già sapevamo che anche a lei le cose in amore non erano andate bene. La vivace ragazzina australiana si innamora perdutamente del biondo Lowell, aristocratico inglese di passaggio a Sydney. Lui ha già una fidanzata, la nobile Elisa, ma perde la testa per gli occhi verdi e la vitalità di quella campagnola un po’ rozza. I due si giurano amore eterno e Georgie, dopo mille peripezie, riesce a raggiungerlo a Londra.
Il loro amore è ovviamente osteggiato da tutti, dunque i due decidono di lasciare la Londra aristocratica per trasferirsi (e convivere!) in un borgo popolare. Solo che Lowell è di salute cagionevole, come tutti i ricchi che si rispettino, e la tubercolosi mina la sua vita. Dopo l’ennesimo fazzoletto pieno di sangue, Georgie decide tra i tormenti di riportarlo da Elisa, con i cui soldi potrà essere curato. Lo addormenta con un sonnifero e lo lascia davanti alla villa di lei, dicendo addio per sempre al suo amore, che almeno si salverà.
Fiumi di lacrime, anche se tutte noi tifavamo per Abel, moro e ribelle, innamorato di Georgie da sempre. Ma tranquilli, nel manga Georgie si mette davvero con Abel alla fine. Giusto poco prima che lui finisca giustiziato a colpi di fucile. E c’è ancora chi si chiede come mai la generazione X ha l’amore fallimentare nel dna…
(Federica Lippi)
Lanterna Verde e Alexandra DeWitt
L’amore tra Kyle Rayner (la seconda Lanterna Verde) e la fotoreporter Alexandra Dewitt è nato e si è spento nel giro di pochissimo tempo, eppure ha avuto un forte impatto sul mondo del fumetto.
Il personaggio di Rayner nacque nel 1994 come rimpiazzo della Lanterna Verde originale, Hal Jordan, trasformatosi in un supercriminale nella saga Emerald Twlight. Creato da Ron Marz e Darryl Banks, Rayner esordì nelle pagine finali di Green Lantern 48, e nella sua prima apparizione apparve su una spiaggia insieme alla fidanzata Alexandra, giornalista per un quotidiano di Los Angeles. Il giovane assunse l’identità di Lanterna Verde due numeri dopo, incoraggiato proprio dalla ragazza a essere un individuo più responsabile e a prendere sul serio il compito di supereroe.
Nella storia Entrata forzata – pubblicata su Green Lantern 54 – Alexandra fu però trucidata dal cattivo Major Force, che la fece a pezzi e la stipò nel frigorifero dell’eroe, come macabra sorpresa. La morte della giovane fornì una motivazione ulteriore a Kyle per onorare il ruolo di Lanterna Verde.
La violenza gratuita commessa sul personaggio, la natura effimera della donna e il suo ruolo come mero supporto e agente motivante per il protagonista portarono la sceneggiatrice Gail Simone a coniare il termine “donna nel frigorifero”, a indicare l’atteggiamento sessista di molte storie supereroistiche che concepiscono la donna come strumento subordinato ai bisogni del protagonista.
(Andrea Fiamma)
Ellie e Skip
Raccontata da Ed Brubaker e Sean Phillips nel loro primo graphic novel – intitolato I miei eroi sono sempre stati tossici –, quella tra Ellie e Skip è una storia d’amore che brucia veloce come una sigaretta tra le dita. I due si conoscono in un centro di disintossicazione e pian piano stringono un forte legame che li porta a decidere di fuggire via assieme. Sembrano amarsi, e probabilmente è così. Se non fosse che Ellie ha un piano [e qui occhio agli spoiler]: isolare Skip per estorcergli un segreto. Quello che non sa è che per Skip andrà a finire molto male.
Si tratta di una specie di vendetta per conto di terzi. Un pegno necessario da pagare per far sopravvivere un’altra persona. Così sarà, ma non senza rimorsi da parte di Ellie, emotivamente incastrata tra il suo passato e un amore trovato e perso per dovere e non per volere. Chissà cosa avrebbero potuto fare i due ragazzi assieme, se la loro fuga fosse continuata, se avessero trovato la pace che tanto cercavano.
Niente però è scontato nell’universo narrativo di Criminal, la serie noir di Brubaker e Phillips che prosegue da più di 10 anni e in cui questa storia è ambientata. Tutto è spiazzante, invece, così come il colpo di scena finale, un twist inaspettato che ribalta quanto letto in precedenza. Una storia in fondo violenta, che ti sbatte in faccia la realtà e si rivela senza speranza. Una storia che ti spezza il cuore.
(Andrea Queirolo)
Paperino e Reginella
Il grande amore di Paperino è Paperina, lo sanno tutti. Ma nel 1972 Rodolfo Cimino e Giorgio Cavazzano in Paperino e l’avventura sottomarina misero sulla sua strada Reginella, dolcissima sovrana del pianeta alieno Pacificus (Cocuzzolandia, nella prima storia) che si invaghisce di lui, gli cancella la memoria e vorrebbe tenerlo al suo fianco per sempre. La ragion di stato, però, prende il sopravvento su quella del cuore, e Reginella è costretta a liberare il suo innamorato.
Due anni dopo gli autori rimisero insieme la coppia in quella che è la storia più straziante del ciclo, Paperino e il ritorno di Reginella. Gli amanti passano un weekend romantico isolati dal mondo, al termine del quale ancora una volta lei si sottrae alla storia d’amore perché incompatibile con i suoi doveri di regina. Nell’ultima vignetta, in lontananza, decolla il razzo che la riporterà su Pacificus; in primo piano, Paperino affranto con in mano la lettera di addio che lei gli ha lasciato: «Dovere, tempo, destino, tutto tende a separarci e di fatto ci separa, ma… il sentimento non conosce frontiere e mi unisce a te come se avessi sempre la mia mano sulla tua!».
Ma, si sa, nella cultura pop se un personaggio è amato dal pubblico deve tornare prima o poi. E così il dolore dei due si rinnovò altre tre volte sotto la penna di Cimino, con un copione sempre simile di ricongiungimenti e separazioni, e ancora nel 2017 per opera di Bruno Enna e Giada Perissinotto. Questa volta, però, non solo i due amanti si separano di nuovo, ma le nuove policy Disney costringono anche a non chiamare amore il sentimento tra i due – non sia mai che Paperino sia infedele a Paperina! – e a far parlare solo di amicizia. Il risultato è la trasformazione di Reginella in un personaggio qualsiasi del canone disneyano. Una storia finita davvero malissimo…
(Alberto Brambilla)
John Hartigan e Nancy Callahan
In Quel bastardo giallo di Frank Miller – uno dei capitoli più coinvolgenti della saga di Sin City – a un passo dalla pensione dopo anni di onorato servizio, il poliziotto John Hartigan salva la piccola Nancy Callahan da un tentativo di rapimento, e i due restano legati per gli anni a venire. Quando lei, ormai cresciuta, diventa una spogliarellista, all’ormai ex poliziotto tocca salvarla di nuovo, sacrificandosi sul finale per farlo.
La vicenda di John Hartigan e Nancy Callahan è tra le più peculiari di questo elenco, per due importanti motivi. Innanzitutto, l’amore tra i due è perlopiù platonico, vista soprattutto la notevole differenza di età tra di loro. «Potrei essere tuo nonno. […] Sei solo una ragazzina», dice Hartigan a Nancy come contorno di un bacio particolarmente appassionato, unico contatto fisico della loro storia d’amore.
E poi, soprattutto, Quel bastardo giallo è un raro caso di fumetto in cui non è la fidanzata (o il fidanzato) del (o della) protagonista a morire, ma lo stesso interprete principale della storia. Cose che possono succedere, in una città dall’anima nera come Sin City.
(Andrea Antonazzo)
Candy e Anthony/Terence
La più grande e famosa soap opera a cartoni animati è senza dubbio Candy Candy e, come ogni soap opera che si rispetti, anche qui gli amori fallimentari abbondano. La protagonista ne colleziona due, entrambi finiti in modo tragico. Il primo è quello con Anthony, biondo “principe della collina” (si scoprirà solo alla fine che il principe era un altro, ma non importa) di cui Candy si innamora da ragazzina. Anthony è di famiglia ricca, coltiva rose, è dolce e buono come lo zucchero filato e va a cavallo. Proprio quest’ultimo hobby gli è fatale, muore infatti cadendo dal suo destriero durante una battuta di caccia alla volpe, e lascia Candy distrutta in un mare di lacrime.
La ragazza non si perde d’animo e, una volta cresciuta, va a studiare a Londra. In collegio conosce Terence, bello e dannato, ribelle e anticonformista, l’opposto di Anthony. Impossibile non innamorarsene follemente. L’amore è ricambiato ma travagliato, e Candy infine lascia Londra per tornare negli Stati Uniti e lavorare come infermiera. Le cose sembrano andare per il verso giusto quando Terence la invita alla prima di Romeo e Giulietta, in cui recita nei panni del protagonista.
Invece no. Susanna, collega di Terence innamorata di lui, perde una gamba (e la carriera) per salvargli la vita e lui non se la sente di abbandonarla per stare con Candy. Dunque abbandona quest’ultima, che si ritrova di nuovo in una valle di lacrime. E con lei le spettatrici dell’anime, che stavolta ci avevano davvero sperato.
La serie animata ricalca per filo e per segno la storia narrata nei nove volumi originali del manga, che però in Occidente non è mai stato serializzato (in Italia uscì in versione molto rimaneggiata per Fabbri Editori negli anni Ottanta, sottoforma di albetti spillati) a causa di numerose controversie legali tra le due autrici, Kyoko Mizuki e Yumiko Igarashi.
(Federica Lippi)
Orfi ed Eura Storm
«Mai vicenda fu più dolorosa di questa di Giulietta e di Romeo», se non quella di Orfeo ed Euridice. Lui, un eroico cantore che incantava le bestie con la sua lira; lei, una ninfa bellissima. L’amore tra i due era così forte che, quando lei morì per il morso di un serpente, lui la andò a salvare nell’oltretomba. Con il canto convinse Ade e Persefone a farla tornare tra i vivi, ma poi la perse a un passo dalla salvezza, voltandosi indietro a guardarla.
Poema a fumetti di Dino Buzzati (1969) è una rivisitazione moderna di questo mito greco, un’opera che nasce dall’amore mai nascosto dello scrittore per i fumetti, che prende forma in un graphic novel ante litteram, in cui riversa le tematiche a lui care, rielaborazioni di suoi disegni, quadri e illustrazioni, a partire da Le storie dipinte agli Orsi in Sicilia, ma anche di Picasso, Magritte, Dalì, Willem Bush, Achille Beltrame, di riviste erotiche e di fumetti “neri” degli anni Sessanta.
In una Milano fantastica ma precisissima, in una via inesistente tra Largo La Foppa e via della Moscova, si trova un muro di cinta con una porticina, attraverso la quale il cantante pop Orfi vede scomparire la sua amata Eura. È morta, viene a scoprire, e la città è piena dei suoi cortei funebri: «Tutti funerali di lei che tu dovresti sapere», gli dicono. Lui però non si arrende e, attraverso quella stessa porticina, discende nell’aldilà per riportarla indietro – un aldilà simile a Milano, popolato da donne sensuali e custodito da una giacca vuota – dove la trova in partenza su un treno diretto verso l’oblio.
Come nel mito, la strappa al suo destino e la porta verso la vita. Stavolta, però, è lei a rifiutarsi di seguirlo: sa che non ci si può opporre alla Grande Legge e tornare dalla morte è impossibile. «Povera favola di Orfeo, anche se tu non ti volterai indietro, non servirebbe lo stesso.»
(Alberto Brambilla)
Matt Murdock e Karen Page
Tra fidanzate e mogli uccise brutalmente, morte suicide o finite in manicomio, la vita sentimentale di Matt Murdock (alias Daredevil) è sempre stata piuttosto movimentata. E a fare da spina dorsale a queste vicende c’è di sicuro la sua storia d’amore con Karen Page, tra le più travagliate in assoluto dei fumetti Marvel.
I due si conobbero quando la ragazza entrò a lavorare come segretaria nello studio legale di Matt e Foggy Nelson. Stan Lee ne approfittò subito per dare vita a un triangolo sentimentale fra i tre, con l’eroe che – pur essendo “l’uomo senza paura” – aveva timore di dichiarare il proprio amore a causa della sua disabilità (la cecità). Il triangolo divenne presto allora un quadrilatero con l’introduzione di Mike Murdock, fratello gemello estroverso di Matt in realtà interpretato da quest’ultimo.
Alla fine Matt e Karen si dichiararono l’amore reciproco e lui le rivelò la propria identità segreta, ma poco dopo la ragazza decise di trasferirsi a Hollywood per diventare un’attrice. Anni dopo, in Born Again di Frank Miller e David Mazzucchelli, tornò però in scena, rivelando di essere diventata una tossicodipendente. Vendette l’identità segreta di Matt a dei criminali per una dosa, ma trovò redenzione nel nuovo incontro con il suo ex-fidanzato.
Quando i due infine trovarono un minimo di stabilità, ci pensò Bullseye – una delle principali nemesi di Daredevil – a uccidere Karen, durante uno scontro con l’eroe, all’interno di un piano orchestrato da Mysterio. Come a dire che non era davvero destino.
(Andrea Antonazzo)
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