Quando uscì il primo libro di Fabio Tonetto mi capitò di moderare due o tre presentazioni, in un cinema e in un paio di librerie. Non ricordo bene, ma probabilmente la primissima volta non conoscevo di persona l’autore. Fatto sta che lo feci subito arrabbiare, alla prima frase da me pronunciata. Perché dissi che Rufolo era un orso, anzi peggio, un orsacchiotto. L’idea fece sobbalzare Tonetto, che sembrò davvero irritato dall’uso del vezzeggiativo. Mi interruppe e mi disse che mi sbagliavo, Rufolo non è un orso. Allora chiesi che cosa fosse. Di certo non un orso, ma non aveva intenzione di dargli una definizione.
Tonetto è una persona molto tranquilla, però, evidentemente, io avevo toccato il nervo sbagliato. L’autore spiegò poi come il suo personaggio non fosse affatto un animale di nessun tipo. Capii così che per il design prendeva ispirazione molto più da certe mascotte commerciali che dai funny animal delle strisce tradizionali.
Quando ho preso in mano il nuovo volume dedicato al personaggio, Rufolo e il grande evento, ho visto in un certo senso rivivere quel battibecco che c’era stato tra me e Tonetto. Nel libro, il protagonista viene incalzato affinché spieghi la propria natura e cos’è veramente (cioè che non è un orso). E il personaggio fa di tutto per rifuggire da ogni definizione.
Se già le prime “avventure” di Rufolo aspiravano a un piano metafisico, complice il mondo in cui sono ambientate – un universo arioso e astratto, dove le tre dimensioni paiono non esistere -, con Il grande evento Rufolo è portato a ragionare su se stesso, non a vagare spensierato senza apparente scopo. Acquista intelligenza e trova autoconsapevolezza, cercando di trovare un senso al mondo in cui vive e soprattutto alla propria (in)esistenza.
Il gioco del personaggio Rufolo e dei suoi buffi comprimari all’interno di brevi gag ed episodi autoconclusivi, con le loro battute nonsense (come nel volume precedente), sarebbe potuto durare a lungo. E un tempo forse sarebbe andata proprio così, quando c’era la disponibilità di spazi editoriali per strisce di questo tipo. Con Il grande evento Tonetto ha voluto invece schivare la possibilità di far diventare il proprio personaggio un ripetitivo espediente seriale.
In questo nuovo libro, l’autore fa guardare allo specchio il protagonista, con tratti dialettici tra il tragico e il grottesco, quasi ad aspettarsi che possa scomparire da un momento all’altro nel vuoto che lo circonda. Cos’è Rufulo, di cosa è fatto, che colore ha davvero? E i suoi comprimari? È tutto soggettivo, non ci sono certezze. Anche quell’unico colore, l’arancio, è messo in discussione. Il fumetto metafisico di Tonetto sembra vicino a un classico come Pogo, una delle strisce classiche più filosofiche e riflessive e, saltando a tempi più recenti, a Klaus di Richard Short, la striscia del gatto poeta innamorato. Ma è difficile trovare altrove la stessa leggerezza stralunata di queste pagine.
Poi c’è il “grande evento” di cui i personaggi tanto parlano. Non sanno di cosa si tratti ma di certo c’è molta aspettativa. Sembra quasi che i personaggi stessi vogliano e attendano una svolta, una trama, un evento di una qualche rilevanza, insomma. È quello che si pretende da ogni storia lunga come quella di questo libro, che si ritrova in bilico tra il cercare e il fuggire a una compiutezza narrativa. Ma è davvero necessario tutto questo?, pare chiedersi l’autore tramite l’incerta aspettativa dei propri personaggi.
Così la riflessione si sposta indirettamente su domande di scala cosmica, “perché” e “come” sia giusto o adeguato raccontare, sulla necessità o meno di un “grande evento”, che forse nasce spontanea dopo l’audace proposta dei brevi racconti precedenti, che con il loro approccio improvvisato avevano magari spiazzato il lettore.
D’altra parte, Rufolo è un personaggio inquieto, come ci dice anche il suo nome (Rufolo, «come rufolare! Cioè cercare!»). È un mezzo con cui l’autore cerca e fa ricerca. Rufolo e il grande evento è un libro pieno di domande, molte senza un apparente senso, che si rivelano necessarie all’autore e stimolanti al lettore, una sfida incalzante. Il lavoro di Tonetto si afferma qui più di prima come una delle esperienze più originali e aleatorie del fumetto contemporaneo italiano, necessario in un contesto che, ora più che mai, si affida a formule consolidate e ripetute di narrazione racchiuse in schemi predefiniti e rassicuranti.
Rufolo e il Grande evento
di Fabio Tonetto
Eris Edizioni, settembre 2019
cartonato, 128 pp., colore
16,00 €
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