Gli Orchi-Dei 1-2, di Hubert e Bertrand Gatignol (Bao Publishing)
Gli Orchi-Dei è una serie francese disegnata da Bertrand Gatignol e scritta da Hubert (lo sceneggiatore di Bellezza) con un impianto audace, che si potrebbe definire cubista: i cinque volumi (finora in Italia ne sono usciti due) raccontano infatti la stessa vicenda mostrandola da ogni prospettiva possibile.
Nel primo, Piccolo, veniamo introdotti a un mondo governato da esseri giganteschi che si sono arrogati un potere quasi divino, al punto da diventare orchi per i quali gli uomini sono relegati al mero ruolo di cibo, o di servitù. La razza dominante sta però conoscendo un declino, perché i nuovi nati sono sempre più piccoli e affetti da ritardi mentali. Alcuni di questi, fra cui Piccolo, figlio insolitamente minuscolo di due giganti, e Yori, figlio di un orco nobile e di un’umana, sconvolgono però lo status quo dei regnanti. Il secondo tomo, Mezzosangue, mette al centro l’ascesa al potere di Yori, diventato da pariah nientemeno che Ciambellano. La sua vicenda è una storia di riscatto drammatica e dolente, che prosegue da un punto di vista la parabola dell’analisi del potere assoluto al cuore della serie.
La storia rifiuta dinamiche nette preferendo chiaroscuri psicologici (Yori è tutt’altro che una figura positiva) e, come in Bellezza, si approccia al colore con una triade inusuale: bianco, nero e oro. La fattura di testi e disegni stupisce per le capacità affabulative, e vive di un netto contrasto tra parola e immagine: tanto bizantina e intrigante è la prima, quanto fluida e nitida è la seconda.