Gideon Falls 1-2, di Jeff Lemire, Andrea Sorrentino e Dave Stewart (Bao Publishing)
Iniziata nel 2018 (ma serializzata in Italia solo da quest’anno), Gideon Falls racconta le vicende di un sacerdote disilluso e di un ragazzo appena dimesso da un ospedale psichiatrico, legate dal mistero di un fienile maledetto che appare e scompare come una visione. Se il primo arco narrativo ci aveva consegnato “solo” una buona serie, con il susseguirsi delle uscite, Jeff Lemire, Andrea Sorrentino e Dave Stewart hanno finito per confezionare un horror come non se ne vedevano da tempo. Su una premessa abbastanza scontata che frulla le tinte rurali alla Stephen King, il southern gothic, i colpi di scena in stile M. Night Shyamalan e un certo gusto alla Twilight Zone, Lemire ha costruito una narrazione sempre meno prevedibile.
Il fumettista canadese – uno dei più profilici attualmente in circolazione – si è approcciato alla serie con uno stile ancora più dimesso del solito, evitando di scimmiottare l’orrore letterario o televisivo e preferendo lasciare spazio a Sorrentino e Stewart, che qui inventano soluzioni grafiche vicine al mosaicismo di Paul Azaeta di Outcast e a certe astrazioni che nel fumetto mainstream statunitense non si vedevano da Occhio di Falco di David Aja: layout di pagina folli, incursioni di tratti alieni alla Frank Quitely, strutture che partecipano alla costruzione del senso. Il tutto tratteggiato con un segno livido e doloroso, perfetto per la storia che si sta raccontando.
Grazie agli sviluppi inaspettati e ai piccoli momenti di creatività Gideon Falls si sta dimostrando una delle migliori interpretazioni del linguaggio fumetto attualmente in commercio, dalla spiccata vocazione popolare ma con ambizioni più sfrontate di quanto i primi numeri facessero credere.
QUI c’è la recensione del primo volume, QUI quella del secondo.