La stirpe della sirena è forse uno dei lavori dalla vocazione più realistica del mangaka e regista giapponese Satoshi Kon, conosciuto per film surreali e onirici come Perfect Blue e Tokyo Godfather.
Si tratta del primo manga serializzato da Kon, pubblicato originariamente in Giappone all’inizio degli anni Novanta e tornato sugli scaffali delle librerie italiane dopo quasi venti anni. La nuova edizione di Edizioni Star Comics è un volume di medie dimensioni, come impone ora il mercato ai manga seinen, adatto al confronto con i graphic novel occidentali, mentre il vecchio volumetto di più piccole dimensioni rispettava lo standard del manga popolare.
La Stirpe della sirena è un capitolo fondamentale nel relativamente breve percorso artistico di Satoshi Kon, morto nel 2010 a soli 46 anni a causa di un tumore al pancreas. Il manga racconta di un piccolo paese costiero che, in un momento presumibilmente contestuale al boom economico giapponese degli anni Ottanta, si ritrova vittima di uno scontro tra difesa della tradizione e accettazione del progresso. Da una parte c’è una popolazione legata a riti antichi, ancestrali, più vicini alla leggenda e alla scaramanzia che alla religione. Dall’altra ci sono le pretese dell’ondata capitalistica, portate da una grande azienda che vorrebbe impossessarsi di una fetta di terra dell’isola per farne resort.
Messa giù così la premessa può suonare un po’ scontata e quasi banale. Forse perché certe battaglie ambientaliste non si sono mai esaurite col passare dei decenni, anche a distanza di quasi trent’anni, portando quasi sempre pochi frutti e lasciando che certe problematiche si ripresentino ciclicamente, senza una soluzione (positiva).
Man Kon non mette in scena un racconto di protesta. È un romantico, e la breve epopea del protagonista Yosuke riesce ad abbracciare ricordi d’infanzia, rapporti padre/figlio, senso di straniamento di fronte all’età adulta e – come poteva mancare? – anche un po’ di romance giovanile. Tutto ciò è tenuto assieme da una costante atmosfera al limite del trasognato. L’idea del sogno e di come la vita reale e quotidiana possa essere governata da esso è un leit motiv costante del lavoro dell’autore, coniugato qui in un’espressione più semplice e diretta rispetto ad altre sue opere.
Il sogno in cui credono (quasi) tutti gli abitanti ha a che fare con un uovo di sirena, preservato e venerato come una reliquia sacra. Agli investitori poco importa dell’uovo e dell’importanza che ha per gli abitanti, mentre il sito dove viene conservato è solo di impiccio per le costruzioni. Una volta spostato l’uovo, però, la pesca va in crisi e l’ecosistema sembra cadere gradualmente nel caos.
Seppur inizialmente combattuto, Yosuke diventa il perno del racconto in una rocambolesca corsa per salvare il paese dall’apparente ira della natura, e si ritrova contro le istituzioni, il padre, e quasi tutti, meno qualche amico, il nonno e… una sirena. Per lui la natura si manifesta come un ideale da proteggere e da non poter mai fino in fondo afferrare.
Complice il disegno asciutto, dedito a realismo e abbondanza di dettagli, il lettore entra in una spirale di empatia che si esplicita con la stessa gradualità con cui Yosuke scopre e accetta i fenomeni che ruotano attorno all’uovo di sirena. La corsa di eventi che porta al finale ricorda certe commedie sovrannaturali e young adult del cinema americano anni Ottanta nelle quali, con assoluta plausibilità, singoli eventi sovrannaturali si inserivano nella vita quotidiana di giovani ignari.
Il realismo magico de La stirpe della sirena porta con i piedi per terra il fantasy ambientalista di stampo Ghibli, aprendo la strada a un filone di cui un manga più recente come Children of the Sea di Daisuke Igarashi è tra gli ultimi esponenti.
La stirpe della sirena
di Satoshi Kon
traduzione di A. Maniscalco
Star Comics, maggio 2019
brossurato, 256 pp., bianco e nero
15,00 €
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