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44 fumetti da leggere questa estate

Consigliati e commentati dalla redazione e dai collaboratori di Fumettologica che ne hanno scelti due a testa: una novità pubblicata di recente e un recupero dai loro scaffali.

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estate fumetti leggere
Illustrazione di Vittoria Moretta, autrice de Il tramonto del Sea Breeze (Coconino Press, 2018)

Andrea Fiamma

Magic Order, di Mark Millar e Oliver Coipel (Panini Comics)
È la lettura perfetta per questo periodo in cui la luce del pomeriggio affonda nel prato o scudiscia sui vetri. La storia non è molto diversa da Jupiter’s Legacy, solo di taglio fantasy (famiglie e generazioni di maghi a confronto che se la devono vedere con una minaccia che mette a rischio le loro vite). Scrittura e disegno cercano costantemente – trovandolo – l’effetto cinematografico. Le matite del francese, leggere e disimpegnate, sono croccanti eppure vagamente pastose come una fetta d’anguria. E proprio come quel frutto, Magic Order apporta zero nutrienti, ma è bello da vedersi e riempie lo stomaco.

Le femmine incantate, di Magnus (Alessandro Editore)
Poco tempo fa mi sono reimmerso nei fumetti di Magnus e ho capito che la sua opera migliore è Le femmine incantate: racconti di sesso, amore, morte, disegni cesellati e stile crepuscolare. Soccomberete al romanticismo ruvido di Fontanefredde, alla pulizia de Il muro dipinto o alla lascivia divertita de La pelle bugiarda, in un cui un giovane diventa prigioniero sessuale di un demone affabulatore. Se potete, recuperateli nell’edizione più grande possibile, di modo che le pagine possano respirare e poi soffiarvi in faccia tutto il loro bello. Sarà una lettura scomoda, ma rinfrescante.

Antonio Dini

Tex. 70 anni di un mito (Sergio Bonelli Editore)
Suona strano dire che uno dei fumetti da leggere per l’estate è il catalogo di una mostra. Ma è in realtà un’opera fondamentale, a cavallo tra storia, critica e intrattenimento: la più organica e (finalmente) appassionante sintesi sull’evoluzione di un’icona unica e probabilmente irripetibile. Il catalogone – tutte le produzioni speciali di Tex, ormai, sono degli “-one”, a partire dallo storico albo ‘gigante’ annuale – è una carrellata di inediti, disegni, riflessioni, brani di sceneggiatura del personaggio creato nel 1948 da Gian Luigi Bonelli e graficamente da Aurelio “Galep” Galleppini. Bonus aggiuntivo, il volume – curato da Graziano Frediani con capacità da affabulatore – è anche un viaggio nel tempo, attraverso la storia e il costume del nostro Paese. Una lettura per appassionati non solo di Tex.

La mia Topolinia / La mia Paperopoli, di Silvia Ziche (Panini Comics)
Questa estate mi diverto a leggere fumetti Disney. Ziche è un’autrice dal tratto morbido e duttile, sottile nelle costruzione delle storie (anche extra-Disney) ma soprattutto felice e teatrale nel disegno, capace di esprimere una gamma di espressioni, gesti e situazioni molto ricca. Le storie – alcune ristampate per la prima volta dopo molto tempo – vedono la collaborazione di alcuni dei principali sceneggiatori Disney (Faraci, Cimino, Sisti, Corteggiani), mentre altre sono scritte da lei. Il doppio volume – immancabile il raccoglitore – è una degna e giusta prosecuzione della collana Maestri Disney prematuramente interrotta.

Eirk Balzaretti

Hit-Girl in Canada, di Jeff Lemire e Eduardo Risso (Panini Comics)
Seconda tappa del tour della mini psyco-killer più amata dei comics, Hit-Girl in Canada porta con sé le gelide atmosfere del paese delle Giubbe Rosse, grazie alla penna affilata del padrone di casa Jeff Lemire. Al maestro d’ombre Eduardo Risso il compito di offrire il perfetto apporto visivo, al limite dell’iperrealismo splatter. Un vento impetuoso di violenza spira tra neve, ghiaccio e sangue. Ci sono un vecchio, un orso e un trafficante di droga. E poi c’è una bambina che non si è niente affatto smarrita…

Magasin général, di Régis Loisel e Jean-Louis Tripp (Editoriale Cosmo)
Scritto e disegnato a due mani da Loisel e Tripp, colori di Lapierre, Magasin général è uno straordinario inno alla vita e alle sue opportunità. Ambientata in un piccolo paese del Canada francese nel primo dopoguerra, la saga comunitaria degli abitanti di Notre Dame de Lacs è un’intelligente e non scontato apologo sulla fatica dei cambiamenti e la loro ricompensa. Una favola sociologica con radici realiste, animata da personaggi indimenticabili, raccontata e illustrata magistralmente.

Daniele Croci

Kokoro, di Igort (Oblomov Edizioni)
Estate, vacanze, esplorare e conoscere luoghi lontani. Con Kokoro – ll suono nascosto delle cose Igort torna sui luoghi dell’animo per proporci l’ideale proseguimento del fortunato dittico Quaderni giapponesi. La formula è invariata, la forma un pochino. Prosa e illustrazioni per uno zibaldone poetico, eterogeneo e frammentario, che trova il proprio fil rouge nella cifra stilistica e nella riflessione sul magico che, in Giappone, alberga nelle cose di tutti i giorni. 

Miracleman, di Alan Moore e Neil Gaiman (Panini Comics)
Punto di partenza – e per certi versi d’arrivo – del decostruzionismo supereroistico, Miracleman porta alle estreme conseguenze i sottotesti utopici radicati nell’archetipo, rivelandone le implicazioni autoritarie e distopiche. E lo fa con una storia che stupisce e intrattiene, grazie anche al lavoro di artisti come Garry Leach, Alan Davis, Rick Veitch e Mark Buckingham. La recente notizia che quest’ultimo e Neil Gaiman siano finalmente all’opera per fornire alla serie una degna conclusione, a quasi trent’anni dall’ultimo numero, rende doverosa una rilettura.

Davide Scagni

Days of Hate, di Ales Kot e Danijel Žeželj (Eris Edizioni)
Per provare a capire qualcosa di questo presente sovranista e impaurito, voglio recuperare Days of Hate, serie Image di Ales Kot e Danijel Žeželj di cui è uscito in Italia il primo volume (di due) per Eris edizioni. Una distopia corale ambientata tra New York e Los Angeles dove l’apocalisse non arriva da morti che camminano o mostri da un altro pianeta, ma da vicini di casa con la passione per la svastica e per la supremazia bianca. Negli spazi soffocanti e nelle forme taglienti del maestro Žeželj si consumano parole di odio, di vendetta, di ignoranza, ma anche di amore e di speranza. Un fumetto politico e coraggioso, talvolta aspro, ma mai innocuo.

La storia del West, di Gino D’Antonio (Sergio Bonelli Editore)
Sto rileggendo con gusto La Storia del West, appena ristampata a colori da Bonelli. La serie di Gino D’Antonio (con il contributo ai disegni di Renzo Calegari, Sergio Tarquinio, Renato Polese) è una lettura piacevole, densa di fatti e profonda nella narrazione, brillante nella regia, inventiva nel linguaggio. Un capolavoro popolare d’altri tempi, gli anni Settanta, che – per meriti propri o, forse, per demerito di altri attuali concorrenti – mantiene ancora oggi una sorprendente freschezza.

Tonio Troiani

Due attese, di Maurizio Lacavalla (Edizioni BD)
Al suo esordio sulla lunga distanza, Lacavalla consegna un racconto che si distingue per maturità, classe e, soprattutto, intelligenza. La storia si snoda tra Barletta e Trieste: al centro la scomparsa di un uomo durante la Seconda guerra mondiale e la ricerca matta che ne segue e che impegna la famiglia e un’agenzia investigativa americana per decenni. Una storia di trasfigurazioni e di vite vissute in un’attesa che diventa una mancata rivelazione, un vuoto da colmare con storie e ricordi che si frantumano e sanno di terra e sangue.

Perramus, di Juan Sasturain e Alberto Breccia (001 Edizioni)
All’Eternauta di Osterheld, Juan Sasturian e Alberto Breccia dedicarono una delle opere massime della letteratura disegnata in lingua spagnola: Perramus. Se l’Eternauta guardava al futuro, Perramus rifletteva sul passato per cercare di comprendere il presente attraverso i testi violentemente pungenti di Sasturian e il pennello dissacrante di Breccia, qui in una delle sue prove magistrali. Il tono inquietante e asfissiante dell’opera non calza con le giornate assolate di luglio e agosto, ma immergersi in queste tavole tarate sui toni di grigio, al contempo liquide e materiche, potrebbe essere un buon toccasana soprattutto in tempi difficili come questi.

Matteo Maculotti

Holiday Junction, di Keigo Shinzo (Dynit)
Keigo Shinzo è un giovane mangaka giapponese attivo già da una decina di anni (il suo volume d’esordio risale al 2010). Dopo i tre volumi di Tokyo Alien Bros, storia di due insospettabili fratelli alieni inviati in ricognizione sulla Terra, Dynit ha pubblicato Holiday Junction, un’antologia di sette storie brevi che ne conferma il talento stilistico e l’acuta sensibilità nell’indagare l’animo umano.

• Des courges par milliers, di Kazu Yuzuki (Lézard Noir)
È il primo dei due volumi nei quali l’editore francese Lézard Noir ha raccolto il meglio delle storie pubblicate da Kazu Yuzuki a partire dagli anni Ottanta su riviste alternative come Gekiga PanicGaroComic Baku e Ax. Assieme a Mirages d’été, per chi non conosce il giapponese, è il modo migliore per familiarizzare con la poetica di un autore sorprendente, che con rara audacia riesce a tratteggiare scene di vita quotidiana pervase da una sensualità delicata e misteriosa.

Andrea Antonazzo

Daredevil, di Chip Zdarsky e Marco Checchetto (Panini Comics)
Daredevil è l’unico supereroe Marvel che continuo a leggere ininterrottamente, nonostante alcuni cicli poco riusciti come quello di Andy Diggle (inutilmente pretestuoso) o quello appena concluso di Charles Soule (noioso) mi abbiano un po’ fiaccato nel corso degli anni (anche se per fortuna ci sono stati autori come Ed Brubaker e Mark Waid ad alleviare le mie sofferenze). Una questione di fedeltà nei confronti di uno dei miei personaggi a fumetti preferiti. Sul nuovo rilancio – che ha esordito in italia a inizio luglio – ho quindi riposto molte speranze, se non altro per la presenza di Chip Zdarsky, uno degli autori americani (pardon, canadesi) più brillanti degli ultimi anni.

I tre Adolf, di Osamu Tezuka (J-Pop)
Negli ultimi mesi ho approfittato del lancio della collana Osamushi per recuperare le opere di Tezuka che ancora mi mancavano. Si sono rivelate essere tante, in realtà, così qualcosa l’ho letta a ridosso dell’uscita (Barbara, I.L, MW), mentre altre, più lunghe e impegnative, me le sono tenute da parte per un momento di maggiore relax come l’estate. Tra queste, la storia dei “tre Adolf”, opera di carattere sociopolitico che racconta gli orrori della guerra attraverso le vite di tre personaggi accomunati dallo stesso nome. Tra i quali anche Hitler, certo.

Marco Andreoletti

Beastars, di Paru Itagaki (Planet Manga)
Un teen-drama zoomorfo di una delicatezza e di una sensibilità che non ti aspetti. Forse lo stile di disegno potrebbe essere un po’ troppo rozzo per piacere a tutti, ma la caratterizzazione dei personaggi è così convincente che difficilmente lascerà indifferenti. L’originalità con cui vengono toccati argomenti non proprio facilissimi – emarginazione, pregiudizi, solitudine – e la curiosità per lo sviluppo delle vicende non faranno mancare le ultime uscite di Beastars nella lista delle mie letture estive. 

Teratoid Heights, di Mat Brinkman (Hollow Press)
Forse Brinkman non è la lettura più estiva che ci si possa immaginare, ma la riedizione dei suoi lavori in formato ultra-deluxe da parte di Hollow Press li rende una goduria a qualsiasi temperatura li si voglia affrontare. Brinkman è alla base di una larghissima fetta dell’immaginario fantasy dei nostri giorni, e dopo aver recuperato il capolavoro Multiforce ora è il momento di dedicarsi ai racconti brevi. Stranianti, surreali e imbevuti di un senso dell’umorismo a dir poco inclassificabile.

Valentina Griner

Cosma e Mito vol. 1, di Nicola Zurlo e Vincenzo Filosa (Coconino Press)
Si possono contaminare gli stilemi del manga e elementi del folclore e dell’arte giapponese con i racconti popolari della Calabria, per raccontare la storia di crescita di un piccolo bimbo misteriosamente legato a una comunità di uomini polpo? Sì, perché il mito e il folclore hanno sempre raccontato elementi comuni dell’inconscio umano. E sì, se gli autori sono conoscitori di entrambi i mondi narrativi. La storia di Cosma, mamma guerriera, e Mito, suo figlio rapito nei boschi della Sila dalla tribù dei lupiminari, è un bellissimo esperimento visivo e narrativo.

Il grande libro dell’Inferno, di Matt Groening (Coconino Press)
Potrebbe sfuggire a molti il fatto che il creatore del cartone animato più acclamato di sempre sia anche un prolifico autore di strips. Il grande libro dell’Inferno è una ricca antologia del micromondo in vignette (Life in Hell) inventato da un giovanissimo Matt Groening, “padre spirituale” di molti autori, al suo traumatico arrivo a Los Angeles. È impagabile ritrovare lo spirito dissacrante ma anche profondamente umano e malinconico dei primi Simpson, con la libertà per Groening di concentrare la sua ironia in un mondo limitato solo dalla costruzione della tavola.

Andrea Fornasiero

Il divino inciampare, di Miguel Angel Valdivia (Coconino Press)
Si tratta di un graphic novel quasi senza parole e di grande rigore formale, con un occhio al cinema dei grandi maestri di opere spirituali e religiose, da Dreyer a Pasolini, e un altro alla sfera onirica e alla distopia. Il tutto ispirato da un testo di Carmelo Bene. La religione controlla il mondo secolare e le sue comunicazioni, mentre il volere di Dio appare beffardo. Ma i sogni ribaltano il ruolo di vinti e vincitori e lasciano filtrare una verità superiore.

Alita – Panzer edition, di Yukito Kishiro (Planet Manga)
Recuperare oggi il seminale manga di Yukito Kishiro ne accentua limiti e pregi. Da una parte l’eccessiva semplicità della società divisa tra sopra e sotto e la banalità dell’arena per cyborg. Dall’altra, l’energia visionaria del disegno e la fragilità emotiva della guerriera protagonista. I primi quattro volumi reggono ancora bene il passaggio del tempo, mentre va contestualizzata la seconda parte della storia, la cui relativa leggerezza, con parentesi comiche e demenziali, è assai più comune oggi di quanto non fosse allora.

Daniele Ferriero

Grand Hotel Abisso, di Marcos Prior e David Rubín (Tunué)
Nella calura della morte climatica, il vento psicotico dei fascismi di ritorno infetta il mondo intero. Sudando e soffocando, Prior e Rubin ci descrivono la situazione: una polveriera e la miccia già innescata. Mischiando elementi dei nostri tempi (Lukács e Francis Fukuyama, i gilets jaunes e Jean-Jacques Rousseau) e di un immaginario pop trasversale ai decenni (L’Eternauta, Matrix e Old Boy), fabbricano un innovativo insieme di lampi caricaturali di rivolta. Invitando, con genio anarchico e brio formale, a prendere a calci il capitalismo.

Injection, di Warren Ellis, Declan Shalvey e Jordie Bellaire (saldaPress)
È un autore in forma smagliante, quello che scompagina le carte in quest’opera. Stracolmo dell’inventiva che dimostra quando può lavorare a briglie sciolte, Ellis fa quello che gli riesce al meglio: riprende il passato, lo ribalta grazie alle sue ossessioni e lo spinge nel futuro per parlarci del presente. Qui, cinque archetipi rivisitati della narrativa inglese si trovano a fare i conti con loro “figlio”: una AI mistica. Ed è tutto molto più complicato, profondo e interessante di quanto possa sembrare.

Alberto Brambilla

Dragon Ball Super, di Akira Toriyama e Toyotarō (Star Comics)
L’ennesimo agosto lavorativo milanese è l’occasione per staccare il cervello. Le calde serate, tra un Topolino e un Dragonero, saranno dedicate a recuperare il mio guilty pleasure, l’unica serie manga che seguo davvero da sempre: Dragon Ball. Per ora ho letto solo il primo numero della serie Super, iniziata ormai due anni fa. Il passaggio di testimone ai disegni da Toriyama a Toyotarō non è troppo traumatico, in più ci ho ritrovato i motivi per cui da ragazzino guardavo Dragon Ball Z al ritorno da scuola. Super-alieni che si menano? Ci sono. Trama esile? C’è. Battute sceme? Yup. Atmosfera da videogioco picchiaduro? Pure. Come farne a meno?

Pasquino all’istmo di Suez, di Casimiro Teja (Comicon Edizioni)
Se anche per voi “vacanza” significa “viaggi estenuanti di turismo culturale che vi fanno odiare dalla fidanzata che vorrebbe invece dormire in spiaggia”, questo è il libro perfetto. Ce ne aveva già parlato Fabio Gadducci, che ha curato con Matteo Stefanelli la nuova edizione pubblicata da Comicon Edizioni. Nuova perché quella precedente risale – solamente – a quasi 150 anni fa: si tratta del primo esempio di “graphic journalism” italiano, uno dei primi albi a fumetti usciti nel nostro paese – il primo “album grafico” originale, antenato diretto dei graphic novel – e racconta il viaggio dell’autore e giornalista in Egitto, nel 1869, in occasione di quel mega evento mondiale che fu l’inaugurazione del Canale di Suez. Non è un libro d’attualità, ovviamente, ma vi assicuro che fa ancora sghignazzare parecchio.

Matteo Contin

Il tramonto del Sea Breeze, di Vitt Moretta (Coconino Press)
L’esordio di Vitt Moretta è un fumetto a forma di festa, pieno di casino e cose assurde, gente troppo sudata e corpi colti in un movimento continuo e incessante. Un furore adolescenziale che si innerva di note comiche e tragiche (ma mai melò) e si esprime attraverso una recitazione sopra le righe gestita con grande padronanza. La prova è Velvet, attricetta svampita che rivela un’inaspettata complessità costruita con note stonate e discordanze.

Superwest, di Massimo Mattioli (Panini Comics)
Da una parte i funny animal filosofi, dall’altra Fritz the Cat. L’improbabile terzo verso della medaglia è una bestiola che si ammazza di porno ma si eccita per la tappezzeria intravista in una scena del film. Questo è l’umorismo destabilizzante di Mattioli, non surreale ma punk e dissacrante anche e soprattutto nei confronti di chi già era stato irriverente. Superwest è l’Occidente secondo Mattioli, uno splatter reaganiano fatto di sexy papere, eroi stupidotti e un consumismo che è valore estetico.

Matteo Stefanelli

Tracce di sangue, di Shuzo Oshimi (Planet Manga)
Piano piano, lungo i primi 9 episodi di Happiness, mi sono lasciato sedurre da un mangaka di cui ho recuperato Shino non sa dire il suo nome e ripreso I fiori del male, colpevolmente dimenticato su uno scaffale di casa. Mentre aspetto il decimo volume dell’horror vampiresco Happiness, ho dunque iniziato la serie più recente, il thriller psicologico Tracce di sangue e ormai sono convinto: un talento eccezionale. Raccontando la storia di un ragazzo prigioniero dell’amore della madre, Oshimi mostra il talento di chi sa gestire la forza comunicativa degli sguardi, come pochi fumettisti al mondo. Non è poco. Ma diventa qualcosa di straordinario se si aggiunge l’abilità nel disegno – splendidi i suoi tocchi espressionisti nelle scene di distorsione percettiva – e la sensibilità per inquadrature perfette, in grado di far vibrare alcune emozioni dei suoi personaggi: la frustrazione, la malinconia, l’ansia, lo stupore. 

Il diario della mia scomparsa, di Hideo Azuma (J-Pop Manga)
Pollon la conosciamo e la ricordiamo in molti, giusto? Ed era un manga e anime divertente ma anche molto puccioso, giusto? E poi c’era quella battuta, quella frasetta dal memorabile doppio senso: «Sembra talco ma non è». Tutto molto buffo, vero? L’autore in effetti è stato un maestro della commedia manga tra gli anni Settanta e Ottanta, ma anche un innovatore nella fantascienza poco prima del suo amico Katsuhiro Otomo, e persino la figura più influente nella comunità otaku ai tempi in cui era chiamato “padre del lolicon”. Un big, insomma, ma complicato da etichettare. In questo manga racconta la storia pazzesca della sua vita: nel 1989 sbiella, scappa di casa senza avvisare moglie e figli, va a vivere per strada, diventa un barbone, un alcolizzato, tenta il suicidio. Eppure tutto è raccontato e disegnato quasi come Pollon: è tutto buffo. Lo stress per il lavoro, l’insoddisfazione, la depressione: Azuma ha sofferto grandi dolori, ma ha sempre fatto quel che voleva. Incluso sparire, fare del male a se stesso, fare dannare gli altri. Azuma, il più anarchico mangaka di sempre: che buffa sorpresa, vero?

Andrea Queirolo

Discesa all’inferno, di Garth Ennis e Goran Sudzuka (saldaPress)
Già alla seconda pagina ci arriva un pugno nello stomaco. Quello che succede dopo è ancora peggio. L’ultima invenzione di Ennis è una storia violenta che ci catapulta direttamente dentro un incubo in cui i protagonisti non sanno quello che sta accadendo. Un thriller orrorifico che alterna un’indagine investigativa a puro terrore. Tra omicidi e scene raccapriccianti. Questa estate non spegnete la luce quando andate a dormire.

Disegnare, disegnare a più non posso, di Naoki Urasawa (Planet Manga)
Non solo fumetti. I tempi dilatati dell’estate mi concedono lo spazio per immergermi in altre letture. Magari un bel romanzo noir (già che siamo suggerisco Miami Blues di Charles Willeford) o, per rimanere in tema, un libro sul fumetto. E allora ecco che dallo scaffale spunta un volume importante che aspettavo di leggere da un po’. Una raccolta di interviste dal titolo splendido, in cui Naoki Urasawa racconta il proprio lavoro, dagli esordi a Billy Bat, uno dei suoi manga più recenti. Un testo importante che svela motivazioni, idee, riflessioni, difficoltà e aneddoti personali di uno dei più grandi fumettisti giapponesi di sempre. Una lettura immancabile per chiunque abbia amato veri e propri capolavori del manga come Monster e 20th Century Boys.

Giuseppe Galeani

Molto più di nove mesi, di Lucy Knisley (Rizzoli Lizard)
Un fumetto importante e utile, non solo per chi è stato o è in procinto di divenire genitore. Ripercorrendo la personale storia dei suoi nove mesi di gravidanza, l’autrice ci spinge a riflettere sul difficile rapporto che la nostra società ha avuto e ha ancora con il corpo delle donne. Grazie a un tratto semplice ma sapiente, Knisley riesce nel difficile compito di raccontare un’esperienza unica e comune, antica e nuova al tempo stesso, con delicatezza e intensità, pathos e ironia.

Peplum, di Blutch (001 edizioni)
Il ruvido e lirico bianco e nero di un maestro del fumetto reinventa in modo coltissimo e personale il Satyricon di Petronio, rispettandone lo spirito dissacrante e provocatorio. Al posto di virili eroi di una classicità trionfante, questo ‘antipeplum’ presenta personaggi tormentati e languidi, dediti al vizio o alla mera sopravvivenza, per i quali l’Amore – verso una donna, un ragazzo o un simulacro – è una pura ed estenuante passione che stravolge i sensi e domina chi ne è soggiogato. Da rileggere infinite volte. Per approfondimenti, vi rimando alla bella e completa recensione di Tonio Troiani.

Andrea Fontana

Le figlie di Salem, di Thomas Gilbert (Diàbolo Edizioni)
Thomas Gilbert mi aveva piacevolmente sorpreso con La saggezza delle pietre. Con Le figlie di Salem fa un passo avanti: sceglie il colore e va controcorrente, rinunciando al noto contesto soprannaturale che Stephen King (e non solo) ha contribuito a generare. Gilbert, per raccontare la storia del noto processo del 1692 dove furono accusate di stregoneria ben 200 persone, opta per una dimensione reale in cui il male diventa l’espressione manifesta di un mondo oppressivo e moralista, pronto a generare il mostro immaginario da condannare per pulirsi la coscienza. Echi evidenti alla contemporaneità: crudo, duro, stilisticamente meraviglioso, Gilbert è, in assoluto, tra gli autori da tenere d’occhio. 

Capire, fare e reinventare il fumetto, di Scott McCloud (Bao Publishing)
La riedizione in versione completa di tre classici come Capire il fumetto, Fare il fumetto e Reinventare il fumetto è l’occasione per riscoprire o godere per la prima volta una pietra miliare della saggistica sul fumetto. McCloud, anche autore di Zot e Lo scultore, ha infatti affrontato il discorso fumetto a 360 gradi, utilizzando il linguaggio stesso della nona arte. Questo gli ha permesso di semplificare alcuni discorsi, renderli più accessibili senza mai perdere in spessore, intrattenimento e coinvolgimento.

Renato Pallavicini

La notte del corvo, di Marco Galli (Coconino Press)
L’arrivo di un treno con quattro viaggiatori. Tra questi, un giovane giornalista, un po’ fatuo e un po’ furbo, mandato a seguire la campagna elettorale del classico sceriffo/padrone. E sulla costa di quella cittadina del West, una nave arenata, carica di schiavi. E ancora: l’arrivo in città di un feroce pistolero mascherato con una grande testa di corvo. Marco Galli disegna miracolosamente (dopo una terribile malattia che gli aveva reso le mani di scimmia: apehands) e ridisegna magistralmente un canovaccio western di grande profondità e schiettezza.

Tintin: Obiettivo Luna e Tintin: Uomini sulla Luna, di Hergé (Rizzoli Lizard)
C’ero, quella notte (il 20 luglio 1969), davanti alla tv, per lo sbarco dei primi uomini sulla Luna. C’ero, nel 1955, con tra le mani le pagine del settimanale Tintin, che fu tra le mie prime letture a fumetti (edizione Vallardi), con dentro le tavole di Obiettivo Luna (pubblicata la prima volta nel 1950), la straordinaria avventura di Hergé che mandò Tintin, Haddock e Milù sul nostro satellite. Ci sono – per fortuna – ancora oggi, a 50 anni dal vero allunaggio. E vi consiglio caldamente di recuperare i due tomi di una delle vette irraggiungibili del fumetto.

Nathan Greppi

Dr. Stone, di Riichiro Inagaki e Boichi (Star Comics)
Un manga in cui l’intera umanità è stata pietrificata da un misterioso cataclisma. Nell’anno 5738 i liceali Senku e Taiju riescono a risvegliarsi ritrovandosi in un mondo selvaggio dove non ci sono altri esseri umani. I due decidono di creare una nuova civiltà, ma dovranno affrontare molti pericoli lungo il cammino. L’opera, dal quale a breve uscirà l’adattamento anime, è piena di riferimenti al mondo della chimica, e nonostante l’ambientazione post-apocalittica non mancano le situazioni comiche.

Tex – Fiamme di guerra, di Claudio Nizzi e Giovanni Ticci (Mondadori)
Sebbene sia troppo grosso per portarselo in spiaggia, questo volume del 2006 raccoglie in una versione a colori una delle migliori storie sul ranger texano. Siamo in Virginia, durante la Guerra di Secessione, e Tex deve salvare l’amico John Walcott, un soldato nordista imprigionato in un campo di concentramento sudista. Dato il contesto non mancano riferimenti al razzismo e alla schiavitù dei neri, tanto che Tex sarà aiutato dallo schiavo Tom, leale e coraggioso. Una storia di amicizia e dolore, che alla fine suscita emozioni forti.

Valerio Stivè

Now, di autori vari (Fantagraphics Books)
Ho alcuni numeri della rivista che aspettano di essere letti, finora li avevo solo sfogliati appena arrivati, mentre un altro paio li devo ancora prendere. Ci sono un po’ di autori che non conosco e parecchi che apprezzo da tempo (Dash Shaw, Antoine Cossé, per dirne un paio). In generale non è all’altezza della vecchia Mome (la precedente antologica periodica di Fantagraphics), ma è un apprezzabile ritorno alla produzione di una rivista di fumetto indipendente contemporaneo con vocazione internazionale (anche se non di respiro abbastanza globale).

Underwater, di Chester Brown (Drawn&Quarterly).
L’altro giorno a casa di mia madre mi sono detto che dovrei rileggere una di quelle serie che amavo anni fa. Ho pensato a Peepshow di Joe Matt o agli episodi di Clyde Fans di Seth su Palookaville, oppure quella serie incompleta di Chester Brown, Underwater, che, come lui non ha mai finito di realizzarla, io non ho mai finito di leggere i numeri usciti. È uno degli esperimenti più audaci di Brown, che però non ha pagato in termini di apprezzamento del pubblico. Ho ripreso in mano gli albi spinto anche dalle loro copertine, surreali e disturbanti, a cui avevo ripensato spesso di recente.

Federica Lippi

Il diario della mia scomparsa, di Hideo Azuma (J-Pop)
Da tempo atteso, finalmente arriva in Italia questo piccolo gioiello del manga “sotterraneo”, sia come diffusione che come tematiche. L’amatissimo creatore di personaggi spensierati e positivi come Pollon e Nanà Supergirl racconta la sua personale esperienza con l’alcolismo e il vagabondaggio, mantenendo i toni leggeri di sempre. Emergono, in chiave ironica ma realistica, diverse sfaccettature della società giapponese e del lavoro come mangaka. Un volume unico davvero imperdibile.

Helter Skelter, di Kyoko Okazaki (Dynit)
Tra le ottime proposte della recente collana Showcase di Dynit spicca questo lavoro della veterana Okazaki, dal tratto spigoloso e minimalista, lontano dal manga mainstream. Narra la storia della modella Ririko, bellissima e desiderata da tutti, il cui corpo nasconde un segreto spaventoso. Spicca il tema della donna-oggetto, prevaricatrice ma tendente alla depressione e al nichilismo, fino all’autodistruzione. Non una lettura leggerissima, ma dal potente impatto visivo ed emotivo.

Qui i fumetti che consigliavamo lo scorso anno, sempre validi.

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