Qualcuno ha rubato la tecnologia di Iron Man e la sta vendendo ai criminali di mezzo mondo. Devastato dall’idea che con le sue invenzioni qualcuno stia seminando il male, Tony Stark si imbarca in una crociata volta a sconfiggere chiunque indossi un’armatura marchiata Stark, siano essi buoni o cattivi. Questa è la premessa de La guerra delle armature, saga del 1988 apparsa su Iron Man #225-232, una delle più famose del personaggio, recentemente riproposta in un volumone da Panini Comics.
Scritta da David Michelinie e Bob Layton (qui anche inchiostratore) e disegnata da Mark Bright, La guerra delle armature è una storia in realtà tutt’altro che memorabile, ma si distingue all’interno di un canone di opere, quello dedicato a Iron Man, che raramente ha offerto grandi avventure.
Negli otto albi che compongono il volume si cercano le frizioni, si tenta di andare verso una lettura nuova del personaggio, ma la gran parte dello spazio è dedicato a mettere in scena scaramucce di poco conto o passaggi interlocutori, con un cast di antagonisti di serie B tutt’altro che interessanti. Arrivati alla fine, tutti gli eventi a cui abbiano assistito hanno intaccato ben poco il protagonista, o comunque lo spazio a loro dedicato non corrisponde a un peso reale nell’economia narrativa della vicenda.
Quello de La guerra delle armature è un Tony che non riesce a delegare, che deve per forza occuparsi degli affari della Stark Enterprises in prima persona (nonostante, come ammette egli stesso, ci siano collaboratori capaci a cui potrebbe lasciare le redini), così come non riesce a lasciare i doveri da supereroi ai compagni Vendicatori. Proprio con questi si scontra nel momento in cui la sua mania di controllo lo spinge ad attaccare anche lo S.H.I.E.L.D., in possesso della sua tecnologia, e perfino Steve Rogers – che in questo momento storico aveva abbandonato l’identità di Capitan America per vestire quella di U.S. Agent.
Mark Bright – all’epoca onesto mestierante, futuro co-creatore di Quantum and Woody – muove la trama con pulizia e professionalità, ma non si può certo dire che il suo segno sia granché invecchiato bene. E tutto l’impianto, in generale, mostra i segni dell’età: da cose più fisiologiche come i vestiti o le acconciature (il mullet di Tony è forse il nadir di tutti i tagli sfoggiati dal playboy), allo stile di scrittura vetusto, con molte didascalie, nuvolette dei pensieri e dialoghi pedanti. Non lo sono in assoluto, ma appaiono tali se rapportati al fraseggio per certi aspetti ellittico del fumetto contemporaneo.
Altrettanto buffi, letti oggi, sono i momenti in cui i personaggi ricapitolano ciò che è successo poche pagine prima o si sentono in dovere di esporre elementi basilari dell’universo Marvel (tipo Nick Fury che spiega cos’è lo S.H.I.E.L.D.). Un retaggio di un’impostazione generale in cui ogni fumetto poteva essere il primo fumetto di qualcuno e doveva quindi tenere conto di due pubblici diversi, il fedelissimo e il neofita.
Dove Michelinie riesce meglio è nella descrizione psicologica di Tony Stark, le cui motivazioni e crucci sono ben analizzati, soprattutto nell’epilogo, intitolato Nemici intimi e illustrato da un magistrale Barry Windsor-Smith. Nemici intimi riapre la vicenda e salva un po’ tutta la storia grazie ai disegni dell’inglese, che oltre a illustrare una delle copertine più iconiche del personaggio, realizza visioni dettagliate di battaglie interiori. Fili, cavi e circuiti di rame picchiano contro la carne e i peli, le ombre di Tony e le luci ionizzanti di Iron Man si danno battaglia in un sogno dove il subconscio gli fa capire la sua reale natura e quali cicatrici di guerra dovrà portarsi dietro d’ora in poi.
Il salto qualitativo che queste poche pagine fanno fare a tutto il volume è enorme e perfino la prosa sbrodolante di Michelinie qui si asciuga per restituire la voce interiore di Tony, confusa, spersa e angosciata. Nell’ultimissima pagina del volume, tutti i tormenti dell’eroe sono rilanciati.
La guerra delle armature non avrà modificato chissà quali equilibri come dice lo strillone in copertina («La saga che ha cambiato per sempre Tony Stark!») ma ha di sicuro aggiunto un paio di tasselli nel mosaico psicologico-emotivo di Iron Man.
Marvel History – Iron Man. La guarra delle armature
di David Michelinie, Bob Layton, Mark Bright e Barry Windsor-Smith
traduzione di Gino Scatasta
Panini Comics, aprile 2019
cartonato, 216 pp., colore
23,00 €
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