Cosma e Mito, il nuovo fumetto di Vincenzo Filosa (Viaggio a Tokyo, Figlio unico) prosegue il percorso dell’autore nella creazione di “gaijin manga“. Se i suoi lavori si ispirano al manga d’autore, qui Filosa sembra avvicinarsi più allo shonen manga (fumetti per ragazzi) con una storia fantasy ricca di colore e azione.
Nei suoi fumetti precedenti Filosa aveva raccontato in prima persona esperienze o passioni proprie, echeggiando l’approccio intimista e introspettivo di mangaka come i fratelli Tsuge. In questo nuovo lavoro entra ancora più in profondità nell’attitudine giapponese alla produzione di un fumetto, realizzando una serie fantasy di combattimenti, quintessenza del manga commerciale moderno.
Già in Figlio unico l’insegnamento di Shigeru Mizuki – maestro del manga horror ispirato alle tradizioni popolari nipponiche – era stato un asse fondamentale intorno al quale creare un immaginario mitologico tanto personale quanto tradizionale. Quel libro era però pur sempre orientato a un racconto dell’io, a un’esplorazione in prima persona di sé e di alcuni luoghi e momenti storici. In Cosma e Mito Filosa va oltre, prendendo spunto dal Mizuki di Kitaro dei cimiteri, e si spinge fino a immaginare un universo del tutto fantastico, radicato nel folklore.
La differenza con Kitaro è che qui il folklore è quello dell’Italia e in particolare della Calabria, terra d’origine di Filosa che, in compagnia di Nicola Zurlo – autore dei testi – fa giocare i suoi personaggi con miti di un lontano passato e di lontane tradizioni.
Cosma e Mito è allora un racconto fantastico, nel senso particolare della vera e propria fiaba. Cosma è una madre, Mito è suo figlio. Lei lo protegge con i mezzi più estremi, battendosi con una spada contro mostri tentacolati (i “proppi”, metà uomini e metà polipi) e lupi mannari. Mito è conteso tra le due fazioni e Cosma tira fuori tutta la sua forza per difenderlo.
Tutto questo non accade in tempi lontani o in futuri possibili, bensì in scenari affini al lettore italiano di oggi, sullo sfondo di case che paiono villette costruite negli anni Sessanta, nel contesto di alcuni boschi calabresi. I lupi della Sila rapiscono i bambini di città e paesi, e vivono nei boschi, dove ormai da tempo li hanno relegati gli uomini e i proppi. Mito, attirato nei boschi, è vittima ingenua di questa contesa.
Il fiabesco di Cosma e Mito, naturalmente, ha uno sviluppo molto contemporaneo, e il racconto d’avventura può sconfinare fino all’horror. Al centro c’è un protagonista giovanissimo, con le sue incertezze e i suoi legami affettivi, e un limite è nel rendersi conto che Mito, spesso, si rivela un personaggio più passivo di quanto ci sarebbe da attendersi. Per adesso, è sempre attaccato alla sottana della madre, in attesa di una personale e decisiva evoluzione.
Trattandosi di una serie, questo episodio non è che un primo tassello del racconto, previsto in quattro volumi. Ed è un piacere potersi subito concentrare sulle vicissitudini senza perdere tempo in troppe introduzioni. Anche il ritmo è efficace, e le sequenze sono in gran parte dominate da doppie splash page, dettagliate e dinamiche.
In che modo la lotta di Cosma e di Mito contro quella pletora di creature – che si susseguono con l’inesorabile ritmo di un videogame arcade – troverà vincitori e vinti? E Mito diventerà più decisivo nella storia? Non sarà un dettaglio, per la buona riuscita della volontà di affermare una identità shonen della serie. E c’è da augurarsi che, per mantenere la tensione, anche il ritmo di pubblicazione resti serrato e regolare. Sono tutti segnali per capire dove andrà la produzione italiana di fumetto seriale per libreria: sarà in condizione di crescere e trovare nuovi pubblici?
Cosma e Mito vol. 1
di Nicola Zurlo e Vincenzo Filosa
Coconino Press, marzo 2019
brossurato, 112 pp., b/n
16,00 €
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