Continua senza sosta il periodo di iperproduzione di Officina Infernale. Dopo The Mighty and Deadly Iron Gang per Shockdom, Warhol – L’intervista per BeccoGiallo e una marea di autoproduzioni ecco arrivare Iron Kobra, il primo progetto per l’etichetta Stigma fondata da Akab, qui anche ai testi.
Iron Kobra ha una genesi particolare, nascendo come pura sperimentazione grafica. L’idea di Andrea Mozzato – vero nome di Officina Infernale – era quella di realizzare un fumetto senza disegnarne una singola vignetta. L’unico strumento consentito sarebbe stato il collage, anche se rivisto in chiave digitale.
Il canovaccio alla base dell’operazione è semplice: abbiamo un eroe fasciato suo malgrado in una supertuta, qui calato in un mondo che richiama quello della storica serie TV Il prigioniero. Da un simile presupposto ecco nascere una serie di brevissimi episodi dove il Nostro si ritrova ad affrontare nemici sempre nuovi, avvicinandosi sempre più alla tanto agognata libertà.
Nulla di nuovo, come evidenzia anche la postfazione a firma del fumettista Alessandro Baggi, ma è la resa grafica a rendere il volume interessante. Per la gran parte della foliazione di Iron Kobra il disegnatore abbandona lo stile carico e variegato che lo ha caratterizzato fino a oggi per abbracciarne uno scarno e iperstilizzato, fatto di colori netti e linee squadrate.
Tanto per chiarire la vocazione prettamente visiva del progetto ogni breve capitolo viene introdotto da due copertine – una in italiano, la seconda in inglese – dove Officina Infernale si diverte a reinterpretare a modo suo stili e tendenze viste nel fumetto mainstream statunitense nel corso degli anni. Si passa dal 100 Bullets di Eduardo Risso all’Occhio di Falco di David Aja, mentre la lunga ombra di Saul Bass continua a proiettare la sua influenza indispensabile. Jim Steranko naturalmente è ovunque, e sarebbe stato strano non tirarlo in ballo in un viaggio psicotropo come quello che ci si prospetta in Iron Kobra, pagina dopo pagina.
Rimanendo completamente slegato da esigenze narrative, e limitando ogni episodio a un pugno di pagine, Mozzato è libero di abbandonarsi a fare semplicemente quello che più gli piace, affastellando idee su idee. I risultati spesso sono notevoli, altre volte disturbanti, talvolta incomprensibili. Le limitazioni dettate dalla tecnica scelta fungono da argine contenitivo e così il volume, nonostante la sua genesi quasi da flusso di coscienza, rimane sempre coeso e coerente a se stesso.
A dare ulteriore carattere a tutto il lavoro ci pensa Akab, aggiungendo i suoi testi alle tavole già ultimate. Così, nelle sue mani, un cliché come quello del super-agente, già ampiamente strapazzato da Officina dal punto di vista grafico, diventa terreno per monologhi allucinati e nerissime riflessioni sul nostro presente. Se talvolta il giochino di scrittura postuma risulta un poco farraginoso, spesso le battute si incastrano in maniera perfetta dando spazio a un umorismo spietato e tagliente.
Nel primo episodio del volume, scoprendo i nuovi sensi dati dalla tuta, il protagonista Henry Novak si accorge di come «Altezza, larghezza, profondità sono solo illusioni». Bello, peccato che subito dopo affossi tutto il suo entusiasmo con un lapidario «Tanto è il tempo che ci falcia tutti». E prima che il fumetto giunga alla sua ultima pagina avremmo fatto i conti con la società del controllo, le illusioni del mondo moderno, psicosi collettive e una serie di altri argomenti quasi obbligatori in un progetto dal tono spiccatamente punk come questo.
A conti fatti Iron Kobra, nonostante le apparenze colorate e l’indubbio appeal della sua veste grafica, non è una lettura per tutti. L’aver spostato gran parte del suo peso sulla parte visiva spesso lo rende più simile a un art-book che a un fumetto vero e proprio. Inoltre, l’asprezza di certe soluzioni – come la forte reiterazione di alcuni elementi – potrebbero risultare respingenti per chi non è troppo avvezzo al mondo della grafica più ruvida e underground.
Eppure Iron Kobra rimane un esperimento intrigante e la dimostrazione che c’è sempre un modo per arrivare al risultato. Anche quando si tratta di fare fumetti, come sappiamo bene dai tempi dello Snake Agent di Tamburini.
Iron Kobra
di Officina Infernale e Akab
Stigma / Eris Edizioni, aprile 2019
brossura, 176 pp., colore
20,00 €
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