A voler usare una di quelle formulette che tornano comodo per ridurre un testo in un boccone facile da assimilare, Zombillenium è Parks and Recreation+Adventureland. La serie tv in cui si mischiano i tipi umani più assurdi, meschini, ingenui, amorevoli e il film in cui il parco divertimenti diventa un ecosistema in cui si muovono sperduti personaggi costretti a vivere in un non-luogo.
Grattando la superficie, il fumetto scritto e disegnato dal francese Arthur De Pins (Il chiodo fisso, La marcia del granchio) presenta anche altre dinamiche, legate al fatto che l’autore racconta sì la vita quotidiana dei dipendenti di un parco divertimenti a tema horror, ma che questi dipendenti sono vampiri, zombie, streghe e demoni.
Il cast principale è composto da Aurélien, essere umano che finisce trasformato in demone ed entra nel team del parco come “dipendente a tempo indeterminato” (ovvero: resti un immortale finché lavori nel luna park), il manager vampiro Von Bloodt, la strega Gretchen e un sottobosco di scheletri, mummie alle prese con le prove dello spettacolo serale, lupi mannari a capo delle risorse umani e diavoli azionisti.
Col passare dei volumi, De Pins amplia il mondo e le avventure spiritose dei personaggi si trasformano in storie aggressivissime, feroci e crudeli, che tengono la commedia a bada con dosi massicce di disillusione e cinismo. L’intruglio di anormalità spacciata per routine quotidiana tipica di prodotti come La famiglia Addams e Monster & Co. prende a scontrarsi con la critica all’assenza di scrupoli di chi detiene il potere, capace di ogni cosa purché generi un profitto. In particolare Risorse Umane e Control Freaks, storie in cui la dirigenza del parco cerca nuovi modi per acquisire anime umane, la chiesa e le istituzioni sono conniventi con gli stermini del management e donne abbandonano nei cassonetti i propri figli.
Tutto disegnato al computer – si nota, nella resa un po’ troppa finta delle finiture e della luce – Zombillenium si fa forza di uno stile attento alla resa espressiva dei volti. De Pins è puntuale nel disegnare le smorfie, la paura, i sottili cambi di sentimenti sui volti.
Personaggi come Aurélien, Tim o Charlotte, la strega in copertina del quarto episodio, La Figlia dell’aria, dimostrano un gusto contemporaneo per il character design e De Pins realizza tavole composte, molto di più rispetto a opere come La marcia del granchio in cui il suo occhio si muoveva tra astrazioni grafiche e inquadrature frizzanti. Quindi gli episodi si leggono velocemente, complice sfondi essenziali che non fermano l’occhio sulle vignette per più del necessario.
Zombilllenium convince meno nel tono delle gag, un po’ logoro (una battuta ricorrente verte su Thriller di Michael Jackson); nella scarsa empatia verso i protagonisti – guardati con distacco, spesso irrisi; in un world building ricco di spunti ma scarsamente giustificato (più ci si pensa, più escono le magagne). Fattori che impediscono alla saga di concretizzare tutte le promesse fatte sulla pagina.
Zombillenium vol. 1-4
di Arthur De Pins
traduzione di Davide Caci, Pia Vittoria Colombo
Renoir Comics
brossurati, 48 pp., colori
14,00 – 15,00 €
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