Sabrina, di Nick Drnaso (Coconino Press)
L’americano Nick Drnaso si è ormai imposto come un affilato narratore dell’incomunicabilità. Il suo Beverly raccontava, in sei brevi frammenti ambientati in un piccolo sobborgo nordamericano, un gruppo di adolescenti e le loro famiglie. Due anni dopo torna con una storia lunga, Sabrina, primo fumetto a essere candidato al Man Booker Prize, il più prestigioso e importante premio letterario britannico.
Nel Colorado una ragazza è scomparsa e nessuno è in grado di trovarla. Il destino di Sabrina passa via via in secondo piano di fronte all’incessante flusso di notizie riguardanti la sua sparizione. Il circo mediatico a cui ci ha abituato la cronaca nera fagocita il dramma, le fake news cannibalizzano i sentimenti della folla, e le teorie del complotto fanno il resto, mangiandosi quel che resta della carcassa di un fatto tragico che è diventato una commodity narrativa.
Come già in Beverly, i personaggi di Drnaso sono incapaci di comunicare, un tema che l’autore ricava dal proprio vissuto. Il fumetto affonda le radici nella sua vita e nelle sue paure, prendendo spunto da attentati terroristici e alcuni episodi autobiografici.