Prendete i generi cinematografici più iconici, determinatene luoghi comuni e passaggi obbligatori, sovvertiteli e mettete su carta il risultato di tale processo scartando tutto tranne le scene madri. Questa la ricetta di Luca Negri per il suo esordio Storie di uomini intraprendenti e di situazioni critiche.
Così, un sanguinolento noir tipicamente anni Novanta viene interpretato da teneri animaletti antropomorfi; una spy-story si tinge di esistenzialismo misto ad orrore surreale e finisce per girare attorno a una misteriosa pellicola dove bestie feroci lottano fino alla morte; un tokusatsu da manuale ci porta a parlare di letteratura e fallimenti personali; in un western compaiono strani esseri interdimensionali; in un war movie non c’è traccia di guerra se non quella ricostruita su di un set.
Nonostante il gimmick dietro a ognuno di questi episodi sia bene o male sempre lo stesso, ogni frammento si prende la libertà di dosarne le quantità in maniera diversa, dando vita ogni volta a situazioni ben differenti tra loro. Il fumetto diventa così veicolo privilegiato per giocare con un montaggio tipicamente cinematografico, sfruttando ogni vignetta quasi come una fulminea scena a sé e non parte di un flusso narrativo più coeso.
Non si tratta di semplici jump-cut, ma di una frammentazione molto più spinta dove anche la progressione temporale finisce per esserne influenzata. L’andamento delle storie si fa così parossisticamente concitato, volutamente privo di climax perché sempre all’apice della tensione. Luca Negri prende l’idea, ormai sfruttata oltre misura, di un fumetto fatto solo di splash page e la reimmagina impostata su di una rigida griglia a sei vignette quadrate. Neppure nel frammento supereroistico, il genere tra quelli trattati più spettacolare e avvezzo a layout di pagina molto dinamici, viene meno a questa premessa. Ecco quindi un singolo riquadro, della dimensione di tutti gli altri, piazzato al centro di una pagina bianca a sostituire le pretese di grandeur di certe roboanti tavole tipiche del fumetto seriale statunitense.
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Storie di uomini intraprendenti e di situazioni critiche è più un discorso sui generi che una raccolta di racconti. Prende ogni filone e lo viviseziona attraverso anni di visioni e letture, trovandone i punti nodali ed eliminando tutto il rumore che solitamente ci sta attorno.
Prima parlavamo di splash page, ma sarebbe più giusto immaginarsi un fumetto fatto solo di quelle vignette poste in chiusura di una tavola particolarmente significativa. Scrivere e disegnare un racconto dove vengono eliminate tutte le scene di raccordo attorno a questi picchi emotivi elimina il problema della gestione di quei momenti apparentemente di passaggio, ma in realtà indispensabili alla gestione del ritmo, alla descrizione del mondo, dei personaggi e al dipanarsi del plot. Si tratta di uno degli ingredienti più delicati di tutta la narrazione. Se metterne troppo pochi potrebbe inficiare in maniera importante la profondità della storia, esagerare nell’altro senso porterà quasi sicuramente a un ritmo troppo dilatato e alla perdita dell’attenzione da parte del lettore. A voler essere maliziosi quella di Negri potrebbe essere vista come una soluzione pigra per ovviare il problema ed evitare di confrontarsi con la gestione dell’economia di un racconto tradizionale. E invece, a dispetto di ogni previsione, gli episodi che girano meglio sono proprio quelli meno frammentati.
Prendiamo il capitolo formalmente più consueto di tutto il volume, quello horror. La sceneggiatura miscela in maniera perfetta ironia, citazionismo, genere puro e trovate spiazzanti – pensate a una risposta italiana a Edgar Wright – mantenendo un andamento privo di grossi scarti di montaggio. Il tono generale risulta molto meno febbrile di quanto visto in altri passaggi. Si prende la briga di rileggere tutti i cliché del caso – compreso l’inevitabile spiegone con tutti i fogli attaccati alla parete – e non manca neppure qualche trovata grafica davvero spettacolare, come la bellissima caduta del fantasma suicida attraverso la soletta del palazzo dove viene ambientato. Lo si sarebbe potuto pensare come racconto a sé, tanto risulta solido e compiuto, e l’impronta dell’autore la si vede chiaramente senza dover per forza alzare la voce. Cosa che non succede del tutto prendendo in esame l’intero volume.
Storie di uomini intraprendenti e di situazioni critiche è un libro affascinante, ma che talvolta finisce per essere troppo fine a se stesso esagerando il numero di generi trattati o spingendo la frammentazione di alcuni episodi in maniera troppo criptica.
Il volume viaggia sempre così sopra le righe che si rischia di arrivare in fondo esausti e anche vagamente annoiati, come in quei film dove il ritmo va mille per tutto il tempo. Luca Negri riesce comunque a dimostrare un grande talento – anche graficamente, finendo per creare un singolare mix tra Akab e Brandon Graham – mettendolo su pagina senza nessun compromesso, in un’autentica dichiarazione d’intenti a cui speriamo segua uno sviluppo ancora più a fuoco.
Storie di uomini intraprendenti e di situazioni critiche
di Luca Negri
Progetto Stigma / Eris Edizioni
Brossurato, 128 pp., b/n
15,00 €