Ogni tanto capita anche in un paese fantastico come la Francia, dove gli editori hanno a catalogo le edizioni integrali di tutte le serie mai pubblicate in oltre cento anni di storia della bande dessinée (comprese cose impensabili tipo i fumetti di Gustave Doré), che si riscopra un fumetto dimenticato da decenni, magari realizzato addirittura da due tra gli autori più importanti e su un personaggio famoso. Inutile dire che si tratta di un volume che diventa subito imperdibile, immancabile per la biblioteca di qualsiasi lettore.
Questo è quanto capitato a Le Petit Nicolas – La bande dessinée originale, volume di recente pubblicazione di IMAV Editions, che ristampa dopo oltre sessant’anni i fumetti di René Goscinny e Jean-Jacques Sempé pubblicizzandoli, appunto, come “Un trésor retrouvé”.
Il piccolo Nicolas (o Nicola, come era tradotto nelle prime edizioni italiane) è un personaggio abbastanza noto anche da questo versante delle Alpi. I suoi libri illustrati, pur non avendo mai riscosso lo stesso successo che hanno in patria, sono sempre stati presenti il libreria a partire dagli anni Sessanta, oggi con l’editore Donzelli. Qualcuno potrebbe conoscerlo invece per le due pellicole che gli sono state dedicate negli ultimi dieci anni, arrivate anche nei cinema nostrani.
Ma il nuovo volume è una cosa diversa. Non raccoglie infatti i racconti che Goscinny e Sempé pubblicarono sul giornale Sud-Ouest Dimanche a partire dal 1959, bensì i fumetti usciti qualche anno prima, durante la prima vita del piccolo Nicolas.
Si tratta di sole 28 tavole autoconclusive pubblicate sul settimanale belga Le Moustique dell’editore Dupuis, lo stesso di Le Journal de Spirou. Il settimanale – che esiste ancora oggi e che principalmente pubblica i palinsesti televisivi un po’ come il nostro TV Sorrisi e canzoni – si occupava in primo luogo di attualità, ma aveva un ricco apparato di racconti e vignette umoristiche, nonché copertine illustrate da autori della scuderia di Spirou: Jijé, Morris, Franquin…
Le tavole di Nicolas sono uscite tra il 25 settembre 1955 e il 20 maggio 1956, firmate da Sempé e da Agostini, uno dei vari pseudonimi utilizzati da Goscinny. L’interruzione improvvisa della serie fu dovuta probabilmente al licenziamento del creatore di Asterix dall’agenzia Word Press di Georges Trisfontanes, che provvedeva a molti contenuti dei giornali di Dupuis (la vicenda è raccontata qui da Boris Battaglia).
Nel fumetto, i due autori introdussero il microcosmo che svilupparono negli anni successivi nei racconti. Il protagonista, Nicolas, è un bambino di 7-8 anni, vivacissimo, che vive con la mamma e il papà. Sono il ritratto di una perfetta famiglia medio borghese francese di quel periodo. Il padre ha certamente un buon lavoro, la madre è casalinga, vivono in una villetta, hanno automobile e televisione e possono permettersi di trascorrere le vacanze al mare in Italia.
Le avventure di Nicolas, almeno nei fumetti, sono quindi prettamente casalinghe e borghesi, come quelle che avrebbe potuto vivere il figlio di qualsiasi lettore di Le Moustique. Come nei racconti, la forza della serie sta tutta nella capacità di Goscinny di caratterizzare il bambino. Nicolas è un concentrato di energia ed entusiasmo, irresistibile e combinaguai. È un bambino ingenuo, che non capisce ancora le convenzioni sociali o il significato di alcune espressioni degli adulti e finisce per fare gaffe su gaffe che, regolarmente, si ripercuotono sui genitori.
Ma, soprattutto, è entusiasta di tutto ciò che lo circonda. Ha la tipica capacità dei bambini di perdersi dietro un gioco o un’idea o una novità e dimenticarsi di tutto quello che stava facendo. Un bambino amabile. Il figlio che tutti vorremmo avere, se ce lo potesse tenere qualcun altro…
Le Petit Nicolas (fumetto e racconti) è la dimostrazione della grandissima capacità di Goscinny di rappresentare i tipi umani. È difficile trovare un bambino della letteratura più bambino di Nicolas, ed è straordinario che lo sceneggiatore l’abbia inventato in un momento in cui nella sua vita non erano presenti bambini: a trent’anni non era sposato e non aveva ancora figli, dato che Anne Goscinny sarebbe nata soltanto nel 1968. Eppure la risata generata dalle tavole è genuina, la stessa risata benevola che si ha di fronte ai disastri combinati da un pargolo in carne e ossa.
Di certo anche il segno di Sempé concorse alla riuscita del fumetto. Delicato e stilizzato al tempo stesso, il suo stile era praticamente già quello della maturità.
Costretto dalla gabbia delle vignette (rigidissima: quattro strisce da tre vignette l’una, con pochissime eccezioni), il disegnatore non poté scatenare il suo estro decorativo di molte illustrazioni successive. Ogni quadretto mostra due, tre, raramente quattro personaggi. L’azione era sempre limitata, anche quando si trattava di pazze corse di bambini. La gag, anche slapstick, non era mai esagerata e spettacolare, pochi segni in un fazzoletto di pagina, eppure era perfettamente efficace.
Un fumetto piccolo e simpatico come il suo protagonista. Un fumettino domestico e borghese, davvero consigliato a chi mastichi un po’ il francese, nella speranza però di vederne presto un’edizione italiana.
L’unico difetto del volume è qualche imperfezione nel tratto. Le tavole sono chiaramente scansioni restaurate di Le Moustique. I numeri del settimanale presentavano di certo delle imperfezioni di stampa molto comuni all’epoca, come fuori registro o neri poco netti, alcune delle quali si ritrovano nel volume nonostante il chiaro tentativo di sistemarle. Ogni tanto è sparito qualche segno di Sempé, oppure in alcuni punti il nero risulta grigio o i colori impastati.
Difetti di poco conto, in realtà, di fronte all’importanza di aver portato per la prima volta in volume la prima opera realizzata insieme da Goscinny e Sempé, con la nascita di uno dei personaggi più iconici della letteratura per ragazzi francese in un fumetto perduto e ritrovato dopo oltre sessant’anni.
Le Petit Nicolas – La bande dessinée originale
di René Goscinny e Jean-Jacques Sempé
IMAV Editions, dicembre 2017
Cartonato, 48 pp a colori
12,90 €