Il decimo episodio di Mercurio Loi segna l’atteso debutto in casa Bonelli di Francesco Cattani (l’autore del recente graphic novel Luna del mattino) ai disegni per la serie scritta da Alessandro Bilotta. Un arrivo che completa, al momento, il team di autori al servizio del progetto, mentre i prossimi episodi ospiteranno il ritorno di firme già viste, in un periodo che segna quindi un giro di boa per la serie (appena passata oltretutto dalla mensilità alla bimestralità).
La storia racconta l’ennesima (dis)avventura di Loi, alle prese come ormai suo solito con un problema passeggero, uno stato d’animo o fisico inusuale. Il suo socio in scorribande filosofiche nonché assistente, Ottone, nelle prime pagine è ritratto intento nella nobile pratica del sonno durante lezione universitaria, salvo presto scoprire che altrettanto assonnato è anche Mercurio, praticamente incollato al divano di casa sua, pigro oltremisura e svogliato di fronte alla prospettiva di qualunque movimento.
Un uomo che si presenta sempre verticale al lettore, a praticare il suo ozio sempre in piedi camminando per Roma, ora è sdraiato, e la differenza è sottolineata con tavole la cui stessa impostazione è orizzontale (capita di rado nei fumetti Bonelli di infrangere griglie tradizionali, figurarsi di spostare il verso di lettura della tavola).
Ottone ritrova così il suo maestro in una situazione di disorientamento e, arrivato a casa sua, si sente in dovere di aiutarlo a risolvere l’insolita condizione in cui versa. È a questo punto che si avvia il gioco al “ribaltamento” (non solo nel senso di lettura della tavola quando appare il professore, ma anche meta-narrativo), che qui si manifesta nei fatti sfruttando sin dall’inizio Ottone – il braccio destro, il secondo – come protagonista di tutto l’albo. Loi è inerte, in preda all’ozio, e a girare per le strade di Roma in cerca di soluzioni agli enigmi di turno è Ottone.
Ma i veri inerti sono altri e le indagini ruotano attorno a loro: si tratta di un gruppo di individui che si dedicano all’immobilità, che non agiscono e non prendono posizione, come stare a guardare quando qualcuno annega o mentre una donna viene violentata. E se vogliamo, senza troppa invadenza, si può pensare a quanto una simile idea voglia alludere a vicende dei nostri tempi.
Tutt’altro che “inerti” o statici sono invece i disegni di Cattani, che conta spesso sul dinamismo dei personaggi, e su una loro espressività fatta di sintesi del tratto. Riduce molto l’attenzione agli sfondi, rispetto ad altri suoi colleghi che lo hanno preceduto sulla serie, con un atteggiamento che giova all’aspetto complessivo del progetto, dando più respiro e alternando con delicatezza gli approcci. Qui si gioca anzi con le ombre e con le silhouette, e nel dettaglio del segno, con il tratteggio, calibrando molto le ombre. Arriva poi a una sintesi specifica in una divertente sequenza di inseguimento, che rasenta lo stile cartoony, accennandolo e non trovando però la netta separazione dal resto delle pagine.
L’escalation finale dell’indagine di Ottone assume uno spirito concettualmente al limite del politico, con il nostro posto di fronte alla necessità di prendere posizione. E l’interpretazione è libera, delicatamente posta senza ingombrare la testa del lettore e senza imporre una visione. Tanto che l’ultima pagina risolve sì la vicenda, ma non ci è dato di sapere per bene il “come”. Bilotta ne ha quindi combinata un’altra delle sue: è riuscito a porre chi legge di fronte a una decisione interpretativa, prolungando l’effetto dei dilemmi intellettuali che alimentano la personalità di Mercurio e che, in fin dei conti, governano lo spirito della serie. Sorprendente, ancora una volta.
Mercurio Loi n. 10
di Alessandro Bilotta, Francesco Cattani, Andrea Meloni
Sergio Bonelli Editore, marzo 2018
brossura, 96 pp., colore
4,90 €