Lo sceneggiatore Giuseppe Andreozzi, in forze all’editore Shockdom con diversi titoli pubblicati finora, ci racconta quali sono state le sue letture a fumetti più recenti.
Fables, di Bill Willingham e Mark Buckingham
Ci sono arrivato un po’ in ritardo, però almeno mi sono evitato gli spoiler. La serie vertigo creata da Bill Willingham sa snocciolare idee come ho visto fare a poche opere. Ripesca i personaggi delle fiabe e li riadatta in una chiave moderna, mettendoli alle prese con gialli, azioni di controspionaggio, fantapolitica, nuovi (e a volte strani) amori e i problemi della vita quotidiana. Negli intervalli della trama principale, lo scrittore ci sono poi piccole perle come le mille e una notte di Biancaneve o le storie di Jack. Ti porta davvero a Favolandia.
The Manhattan Projects, di Jonathan Hickman e Nick Pitarra
Più che qualche riga per commentare il fumetto, ci vorrebbe un libro da dedicare a Hickman. Se non avete letto le sue opere precedenti pax romana e nightly news, fatelo. Come per Fables, anche Hickman rivisita una storia del passato, quella di Oppenheimer, Fermi, Einstein e soci che, con le loro scoperte, non si fermarono alla bomba atomica ma andarono leggermente oltre, giungendo a verità ben più terribili, come terribili sono le verità dietro le loro esistenze. Douglas Adams si scontra frontalmente con Fringe, il risultato è il dualismo della scienza, Nixon, la lotta tra bene e male e la guerra degli Oppenheimer.
Daytripper, di Gabriel Bá e Fábio Moon
I capolavori silenziosi ti danno un’esperienza unica. Ti fanno vivere un sogno in cui tu sei l’unico ad accarezzare le pagine di quel libro che ha parlato solo a te. Daytripper è uno di essi. Edito sempre da Vertigo, tra le sue pagine, Gabriel Bà e Fabio Moon, autori anche di Casanova insieme a Fraction (che si merita una menzione già per il fatto che cita Pynchon a man bassa). I due autori raccontano la vita di Bràs de Oliva Domingos, un autore di necrologi. Episodi sconnessi, senza alcuna sequenza temporale e di forma ciclica, come fossero gli anelli di un albero. Ciclica, perché Bras muore alla fine di ogni episodio e l’unico necrologio che potrete leggere, è il suo.
Batman Rinascita, di Tom King e David Finch
Prima ho parlato di Johnathan Hickman, l’altro sceneggiatore che penso sia una delle migliori voci del panorama statunitense di oggi è Tom King. Sono praticamente a caccia di qualsiasi cosa venga pubblicato scritta da lui e mi sto ancora mangiando le mani per essermi perso il suo Sheriff of Babylon che spero ristampino presto. Adoro l’approccio umano che dà ai supereroi. Il suo è un Batman che sa di compiere azioni al limite delle possibilità umane (cosa che Alfred non smette di ricordargli) e quindi, è preoccupato dalla morte e di ciò che lascia alle sue spalle. Sotto certi aspetti, anche se per altre sfaccettature, lo avvicina a quello di Nolan, che è il mio regista preferito.
L’immortale, di Hiroaki Samura
Tra il periodo Bonelli e la mia incursione nel mercato occidentale, c’è stato un momento in cui i manga sono stati la mia lettura principale. Quella fu la prima volta che L’immortale di Samura, finì fra le mie mani e mi colpì moltissimo. Non ne avevo mai letto la conclusione perché, a quel tempo, ne vennero stampati solo i primi 10 volumi. Ora sono in un periodo di riscoperta del mercato giapponese e quindi, l’opera di Samura, è stata una delle prime che mi è tornata alla mente. Gran storytelling delle scene d’azione, dinamismo e soprattutto grandissima caratterizzazione dei personaggi.