I due romanzi Lui era mio padre e Dovrei proteggerti da tutto questo – che poi romanzi veri e propri non sono, ma due memoir – hanno fatto la loro comparsa nelle librerie più o meno insieme. Non sono fumetti, ma hanno a che fare indirettamente con autori di fumetti e le loro famiglie, pur essendo caratterizzati da impronte totalmente diverse fra loro.
Il primo è realizzato da Joann Sfar, che è da sempre autore poliedrico con all’attivo non soltanto fumetti ma anche un film, e quindi non ha voluto farsi mancare nemmeno un romanzo, nel quale racconta di suo padre. Poi c’è la famiglia Spiegelman, non dal lato del padre Art, bensì della madre Françoise Mouly (art director del New Yorker) raccontata in prosa dalla giovane figlia Nadja (già autrice dei libri illustrati per bambini Lost in NYC e The Cow).
Si tratta di due libri talmente diversi tra loro che vederli uno di fianco all’altro, pubblicati dallo stesso editore in periodi ravvicinati, li rende curiosamente paragonabili e interessanti da leggere uno dopo l’altro. Perché un po’ si compensano e si integrano inconsapevolmente.
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Nel suo romanzo Joann Sfar racconta il proprio rapporto col padre. In modo del tutto discontinuo ed emotivo, mette insieme aneddoti di famiglia con riflessioni personali, quasi delle confessioni su cosa abbia significato vivere al fianco di una figura talvolta ingombrante e talvolta singolare come suo padre. Come spesso fa nei suoi fumetti, l’autore non si trattiene dal mediare la forma, e il suo linguaggio ha costantemente il gusto dell’improvvisazione. Sfar non è un grande scrittore: è fuori discussione che sia migliore come fumettista, essendo uno dei più grandi talenti del fumetto francese degli ultimi decenni, ma questa sua determinazione a non intaccare la spontaneità che caratterizza gran parte dei suoi lavori rende il libro una lettura piacevolissima.
Nonostante si entri – talvolta anche senza troppa delicatezza – in un privato non del tutto fuori dalla norma, è la vivacità naïf di Sfar nel rivelare avvincente ogni passaggio. L’autore ha saputo senza dubbio trovare l’angolo giusto di ogni aneddoto per renderlo vicino ai propri sentimenti e curioso per il lettore.
Non vale lo stesso per la Spiegelman. Se entrambi scrivono con uno stile diretto, al limite del diaristico, in Dovrei proteggerti da tutto questo troppo spesso l’approccio è talmente artefatto e mediato da tradire banalmente la natura di “seconda mano” delle vicende narrate. C’è lo stesso espediente usato dal padre in Maus: prendere il genitore e farsi raccontare il passato, appuntare il tutto e rielaborare. Ecco, il terzo presupposto in questo caso appare disatteso.
Ci troviamo quasi di fronte a un testo sotto dettatura. Bello e lineare, ma quanto Nadja è ghost writer e trascrittrice della madre? Ce lo si chiede in diversi passaggi del lungo libro. Il padre faceva tutt’altro lavoro in Maus, semplicemente perché metteva costantemente in discussione suo padre, il suo racconto e il suo atteggiamento. Si trovava un modello, non lo si celebrava, anzi lo si metteva in continua discussione. Che poi la madre abbia molto da raccontare è vero, ma molto spesso ci si trova anche disassociati e disinteressati a certe vicende bohemien che hanno segnato la sua vivace vita francese. Tanto che, per quanto meno originali, finiscono per essere più appassionanti i passaggi in cui Nadja si fa spazio e racconta la sua ordinarietà. Banalmente quotidiana, ma sincera.
Anche Sfar non fa che mettere in discussione. Se stesso, soprattutto, forse più del padre, la cui figura oscilla sempre tra il grottesco, l’epico e l’ordinario. L’esperienza di Sfar come narratore non vale del tutto per il ruolo di scrittore; nel fumetto è chiaramente più avvantaggiato, ma, pur mancando di una “bella scrittura”, il suo romanzo non manca mai di vivacità e di una spiccata capacità di sapere cosa dare al lettore, per andare oltre la semplice e sterile testimonianza ombellicale.
Lui era mio padre
di Joan Sfar
Traduzione di T. Spagnoli
Edizioni Clichy, aprile 2017
160 pagine, € 15,00
Dovrei proteggerti da tutto questo
di Nadja Spiegelman
Traduzione di T. Lo Porto
Edizioni Clichy, luglio 2017
432 pagine, € 17,00