Siamo entrati nello studio di Sarah Mazzetti, che è Urca Studio a Bologna (condiviso con Bianca Bagnarelli, Silvia Rocchi, Andrea Settimo, Cristina Portolano, Ugo Schiesaro, Lorenzo Ghetti e Matteo Berton).
Leggi in anteprima le prime pagine di I gioielli di Elsa
Sarah Mazzetti è una delle illustratrici italiane più apprezzate all’estero e di recente è autrice del graphic novel I gioielli di Elsa, pubblicato da Canicola edizioni nella sua collana di libri a fumetti per ragazzi.
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Quali sono i progetti a cui stai lavorando attualmente?
Finito il libro per Canicola (circa un mese fa, quindi) ho ripreso a lavorare sulle immagini, sfondi e materiale visivo vario per un film d’animazione. È un progetto collettivo nel quale sono coinvolta da più di un anno, non posso dire molto per adesso, ma spero di vederlo realizzato relativamente presto! Poi ci sono le varie commissioni più o meno regolari per giornali e riviste. E una volta a settimana vado a Milano per il corso che tengo allo IED.
Quali sono gli strumenti che usi per disegnare?
Disegno sempre a mano – non sarei nemmeno capace di creare la composizione di un’immagine direttamente al computer – per le illustrazioni e fumetti uso principalmente penne di vario tipo, da varie tipologie di pennini Pentel, alle Pilot a cose da cui esce inchiostro di cui non conosco la marca e/o le matite, principalmente quelle a scatto. La colorazione invece è digitale. Per disegni d’altro tipo – come quelli per il film di cui sopra, o semplicemente per diletto – faccio tutto a mano. Ma con un po’ di tutto: pennarelli, Uniposca, pastelli ecc…
Hai qualche abitudine prima di metterti a disegnare?
No, non direi.
Ci sono libri o fumetti che devono essere a portata di mano mentre disegni?
Non c’è nulla che sia strettamente necessario. Ma ho notato che non mi sento a mio agio a lavorare in ambienti “sterili” o troppo impostati (ovviamente ho delle situazioni specifiche in mente, ma non sarebbe interessante riportarle). Probabilmente mi rasserena il pensiero che se ho voglia o bisogno di leggere qualche cosa c’è la possibilità di farlo.
Hai un oggetto in studio a cui sei particolarmente affezionata?
Il mio scanner! E’ venuto con me in un sacco di posti e forse è l’oggetto che più di tutti mi fa sentire “a casa”.