Su Topolino n. 3220 si conclude, con il terzo capitolo, Paperino e la regina senza tempo, storia che ha visto il ritorno di Reginella sulle pagine del settimanale. Come immaginavamo, alla fine gli autori Bruno Enna e Giada Perissinotto hanno rispettato le nostre aspettative realizzando una grande storia.
Al termine della prima puntata Reginella scompare sotto gli occhi di Paperino, proiettata in un momento imprecisato del passato. Il papero deve quindi viaggiare indietro nel tempo per salvarla.
Grazie al cronografo del Primo Cerusico di Pacificus arriva nella preistoria, dove scopre che le popolazioni della zona dove sorgerà Paperopoli sono impegnate a costruire un’immensa statua di Reginella, che secondo loro li proteggerà dalle tempeste. La bella aliena però è prigioniera del sommo sacerdote e non sarà facile per Paperino raggiungerla.
Intanto il Cerusico cerca il modo per comunicare con il suo pianeta natale, riparando le attrezzature della base nascosta sotto Baia Silenziosa. Per recuperare un pezzo di ricambio risveglia il doppione di Paperino che è stato realizzato dai Cocuzzolari in Paperino e l’avventura sottomarina: il clone, che non ha alcuna memoria dell’accaduto, viene condizionato a rubare l’oggetto che serve per la riparazione e mandato in superficie, dove sarà accudito (e pedinato) dai nipotini preoccupati della sua amnesia e del suo comportamento bizzarro.
Ovviamente la storia si conclude con il ritorno allo status quo. Entrambi i Paperino portano a termine la loro missione e il duplicato viene riunito con l’originale, Reginella torna nel presente, su Pacificus la situazione torna alla normalità. Paperino e Reginella si dovranno dimenticare ancora una volta l’uno dell’altra, ma il codino finale lascia aperta la possibilità di un seguito.
Missione compiuta anche per Enna e Perissinotto, quindi? Come la prima puntata, anche le seguenti sono scritte e disegnate in modo magistrale. I personaggi recitano benissimo, la vicenda ha ritmo, fa ridere in alcune parti, è malinconica in altre. Tutto quello che un’ottima storia Disney deve fare.
So che i ciminiani di ferro si infurieranno per questa affermazione, ma La regina fuori tempo è nettamente superiore alle ultime due avventure di Reginella scritte da Cimino – dimenticabili, come si è già detto – e non ha nulla da invidiare alle prime.
In particolare, finalmente Paperino è davvero al centro della trama, cosa che nelle storie del fumettista veneziano non accade, se non nel terzo episodio della saga. Nei primi due l’attenzione di Cimino è tutta sul rapporto tra Paperino e Reginella: non succede quasi nulla e l’iniziativa è sempre nelle mani dell’aliena. Negli ultimi due Paperino viene chiamato per sventare una minaccia, ma è poi la regina di Pacificus a risolvere la situazione. È solo in Il matrimonio di Reginella che Paperino agisce da vero eroe, scacciando gli invasori di Pacificus.
Questa superfluità di Paperino per la trama è il difetto principale delle storie di Cimino, e Enna dimostra di averlo compreso correggendo il tiro. La trama, che sembrava ricalcare lo schema ciminiano, se ne discosta abbandonando ambientazioni già usate e situazioni già viste e obbligando Paperino ad agire in prima persona. Reginella questa volta è ancora più impotente che in passato perché priva della memoria e non potrà risolvere la situazione. È davvero necessario che Paperino si dimostri un eroe.
Anche i lettori più romantici non resteranno delusi dalla storia. La questione dell’uso della parola amicizia invece di amore non si risolve, ma, come già scritto, è evidentemente solo una questione di lessico e non di intenzioni degli autori: l’amore tra Paperino e Reginella è ovviamente al centro della vicenda, anche se sotto una luce diversa da quella utilizzata in passato.
Nelle storie di Cimino il focus era l’impossibilità del loro amore, che regalava un’immancabile separazione dolorosa e un finale struggente. Enna invece mostra la potenza del loro sentimento, che riesce a superare i blocchi mentali a cui i protagonisti sono sottoposti. Reginella non dovrebbe ricordarsi di Paperino, eppure non appena lo vede ne rimane scossa; lui trova in lei la forza di volontà per portare a termine la missione e salvarla, dimostrando quindi che il suo eroismo nasce dal sentimento profondo che li lega.
Paperino e la regina fuori tempo è quindi l’ennesima prova del talento dei due autori.
Bruno Enna è un fuoriclasse della scrittura disneyana, che continua a regalarci alcune tra le migliori storie pubblicate dal settimanale, che siano le parodie horror con Celoni, il ritorno di un personaggio classico come Reginella o le avventure di Paperino Paperotto. Conosce profondamente i personaggi e li usa rispettandone sempre le caratteristiche in trame costruite apposta per far risaltare di volta in volta diversi aspetti del loro carattere. Se non è il miglior autore umoristico al lavoro attualmente sulla testata, di sicuro è quello più abile a giocare sui sentimenti.
Giada Perissinotto, dal canto suo, si dimostra la scelta corretta per dare vita alla trama di Enna. Già recensendo la prima puntata scrivevamo della dolcezza dei suoi disegni. Negli episodi seguenti la sua Reginella mostra una gamma amplissima di emozioni, dalla malinconia al dubbio, dalla commozione alla gioia, che la disegnatrice rappresenta con delicatezza ed efficacia.
Un’attenzione particolare, poi, viene riservata ai comprimari, i buffissimi paperi preistorici e l’altrettanto buffo Cerusico, le cui espressioni esagerate e gommose ben contrastano con la serietà della regina. Anche Qui, Quo e Qua, resi più spettinati e sbarazzini del solito, guadagnano in simpatia grazie allo stile della Perissinotto, staccandosi decisamente dallo stereotipo di paperetti identici, noiosi e precisini a cui troppi anni di storie mediocri ci hanno abituati e da cui gli autori sono riusciti raramente a distaccarsi.
Se quindi Enna è una conferma, Perissinotto è la sorpresa. Si conosceva la sua bravura, ma fino ad adesso su Topolino era stata utilizzata poco, soprattutto come copertinista e illustratrice e per poche storie all’anno. Il grosso della sua produzione è legata a W.i.t.c.h., non aveva mai lavorato su progetti di primo piano con topi o paperi. Non possiamo quindi che augurarci di vederla più spesso sulle pagine del settimanale.