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Nello studio di Sophia Martineck

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Siamo entrati nello studio della fumettista e illustratrice tedesca Sophia Martineck, che questa primavera debutta con il suo primo graphic novel pubblicato in Italia, Hansel e Gretel (della collana Canicola dedicata ai bambini, di cui vi abbiamo parlato in una intervista), mentre già la si era vista con una storia breve sull’antologico Canicola Germania.

*English Text

A che progetti stai lavorando attualmente?

Al momento sto lavorando alle illustrazioni per un libro per conto di un editore tedesco. Uscirà in estate.

sophia martineck tavoli 1

Quali sono gli strumenti che usi per disegnare?

Disegno con matita su carta e poi scasiono i disegni per colorarli digitalmente. Quindi gli originali sono in bianco e nero, il che mi aiuta molto nel riflettere sulla composizione e sui contrasti.

sophia martineck tavoli 2

Hai qualche abitudine prima di metterti a disegnare?

No, non ho abitudini da rispettare prima di mettermi al lavoro. La cosa migliore è iniziare subito facendo degli schizzi. È il massimo, se penso troppo, ho problemi ha ingranare. Quindi la cosa migliore da fare è afferrare un impulso spontaneo e seguirlo. Una routine ce l’ho, ma durante il lavoro. Ascolto molto gli audio libri, questa è la mia abitudine.

sophia martineck tavoli 3

Ci sono libri o fumetti che devono essere a portata di mano mentre disegni?

Sì, ho una grande passione per i lavori di Edward Bawden. Quindi talvolta do uno sguardo al volume Edward Bawden and His Circle. Anche L.S. Lowry mi è di grande ispirazione. Ho un libro di suoi dipinti. Lui dipingeva la classe operaia britannica e le città dell’Inghilterra settentrionale degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta. Apprezzo anche le incisioni di Utagawa Hiroshige e Maekawa Senpan.

sophia martineck tavoli 4

Nello studio tieni un oggetto a cui sei particolarmente affezionata?

Lavoro su un piccolo tavolo da cucina comprato anni fa in un negozio di mobili usati. Il tavolo ha un piccolo cassetto in cui tengo i miei strumenti di lavoro. A volte mi piace pensare che quando mi ritrovo bloccata con un progetto, posso sempre aprire il cassetto e tirarne fuori un’idea. A parte questo, ho bisogno di avere uno studio vuoto, con spazio per pensare. Mi piace l’atmosfera del mio studio, persino il muro di fronte a me è vuoto, e questo mi aiuta a riflettere.

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