Questa settimana, per la rubrica #tavolidadisegno, siamo entrati nello studio di Davide Aurilia, giovane autore del quale di recente abbiamo letto una storia breve sull’ultimo volume della rivista B Comics (QUI la recensione).
Quali sono i progetti a cui stai lavorando attualmente?
In questi mesi sto lavorando come disegnatore ad un fumetto insieme al giovane sceneggiatore Brian Freschi. Siamo a metà libro, ed uscirà verso la fine dell’anno con Bao Publishing. Non c’è ancora un titolo definitivo, ma posso dire che è un lavoro molto corposo composto da più di 130 tavole ed essendo fatto anche a mano risulta un lavoro pesante, ma che mi da soddisfazione allo stesso tempo.
Ho tanti altri progetti in ballo, anche con il mio socio Brian, ma devo guardare in faccia alla realtà e fino a quando non finirò questo libro, non riuscirò a lavorare concretamente su altro. Parallelamente all’editoria cerco di portare avanti una serie di workshop e corsi di media durata in varie città d’Italia.
Quali sono gli strumenti che usi per disegnare?
Gli strumenti che uso sono pochi ma ogni tanto mi piace variare tipi di tratti/inchiostri e carta. Strumenti immancabili invece sono gli acquerelli, su cui cerco di basare il mio lavoro sia editoriale che d’insegnamento. L’ 80-90% del lavoro lo faccio a mano, poi c’è sempre una fase di pulizia e post-produzione che svolgo a photoshop e che potrebbe coprire il 20-10% del lavoro. Cerco sempre di mantenere questi parametri e questo stile di lavoro per riuscire a distinguermi. Vorrei che i lettori in futuro possano sempre riconoscere il mio stile fatto di manualità e sempre meno digitalizzazione. Provo ad andare un po’ controcorrente al modo di lavorare che si sta sviluppando tra le nuove leve e questa costanza mi permette di avere già un discreto seguito ai workshop che propongo.
Hai qualche abitudine prima di metterti a disegnare?
Non ho abitudini particolari, non ho orari precisi di lavoro e nemmeno oggetti a cui sono particolarmente legato, se non il classico caffè che bevo ad inizio lavoro e che essendo rovente appoggio sempre sul poggia-bicchiere che mi ha regalato la mia ragazza. Posso definirlo un momento simbolico di inizio della giornata lavorativa…e poi mi fa sempre ridere a guardarlo!
Ci sono libri o fumetti che devono essere a portata di mano mentre disegni?
Posso dire che sono stati tanti i passaggi stilistici che hanno segnato il mio percorso artistico, ma tutta quella che è negli ultimi anni la ricerca pittorica e stilistica che seguo e che continuo a cercare, può riassumersi in due volumi: Portugal di Cyril Pedrosa e New York Sur Loire di Nicolas De Crécy. Tanti mi hanno infatti detto che il mio stile è molto influenzato da quello francese, un mercato in cui spero di riuscire ad addentrarmi nei prossimi anni.
Hai un oggetto in studio a cui sei particolarmente affezionato?
A questa ho risposto prima, è il poggia-bicchiere.