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Cosa dicono le recensioni della serie tv “American Gods”

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Il 30 aprile, negli Stati Uniti, Starz trasmetterà il primo episodio della serie Tv American Gods, ispirata al romanzo omonimo di Neil Gaiman, sceneggiatore, tra le altre cose, di fumetti come Sandman. In Italia la vedremo dal primo maggio su Amazon Video.

La serie è ideata da Bryan Fuller (Star Trek Deep Space Nine, Hannibal) e Michael Green (Smallville, Heroes), mentre tra i produttori esecutivi c’è lo stesso Gaiman. La prima stagione è composta da 8 episodi, di cui il primo è diretto da David Slade (Breaking Bad, Hannibal) e scritto da Fuller e Green. Il cast comprende Ricky Whittle, Emily Browning, Crispin Glover, Bruce Langley, Yetide Badaki, Pablo Schreiber e Ian McShane.

La storia racconta le vicende di un carcerato chiamato Shadow, che viene rilasciato con tre giorni di anticipo a causa dell’improvvisa morte di sua moglie. Durante il viaggio aereo verso casa per il funerale, Shadow conosce un certo Mr. Wednesday, che gli propone di lavorare come sua guardia del corpo. Wednesday si rivela essere un dio scandinavo che sta attraversando gli Stati Uniti per riunire vecchie divinità camuffate da persone comuni. Assieme a loro vuole combattere i nuovi dèi – denaro, tecnologia, media, fama, droga e molti altri – della società moderna.

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La stampa statunitense ha avuto modo di vedere in anteprima le prime quattro puntate e nei giorni scorsi diversi magazine specializzati hanno pubblicato le proprie recensioni, che sono state in gran parte molto positive. Su Rotten Tomatoes – uno dei principali aggregatori di recensioni – il voto complessivo delle 26 recensioni raccolte finora è molto alto: 92 su 100. Su Metacritic, un sito simile a Rotten Tomatoes, al momento sono state raccolte 9 recensioni, per un voto complessivo di 80 su 100.

Kevin Fitzpatrick di Screencrush è decisamente entusiasta e definisce lo show «uno dei più strani e ambiziosi» dell’attuale panorama. Il parere di Forbes è perentorio: «È una serie unica in tutto e per tutto, con un forte senso identitario. È un nuovo fantastico ingresso nella lista degli show che non si preoccupano di vincere uno di quei premi particolarmente pretenziosi».

Jeff Jensen di Entertainment Weekly parla dei toni compassati della serie, dicendo che «alcuni potrebbero volere un ritmo più veloce da American Gods. […] Ma io sono stato catturato in modo consistente. I personaggi, il concept e la regia profondamente consapevole hanno catturato la mia attenzione».

Un plauso agli autori autori Bryan Fuller e Michael Green arriva da A.V. Club: «Hanno mescolato le loro sensibilità, intrecciando un sontuoso arazzo di azione bizzarra ed epica con un’abile caratterizzazione. Parlando in parole povere, vi aiuterà a sopravvivere finché quell’altra serie fantasy non farà ritorno. Ma, per quanto riguarda le tematiche, potrebbe buttare giù qualcuno dal suo trono». Anche Variety loda il lavoro di Fuller, capace di «prendersi più rischi di quasi chiunque altro in televisione», aggiungendo che American Gods tenta di fare qualcosa di diverso dagli altri show via cavo, «usando la violenza e il sesso per esplorare i misteriosi fondamenti della fede».

Tim Goodman di Hollywood Reporter dice che c’è qualche problema con la narrazione della serie, che a volte sembra confusionaria: «L’ambizione sfrenata dei suoi ideatori diventa un po’ incontrollata e interferisce con la sua esecuzione, lasciando il tono della serie confuso e la direzione narrativa qualcosa di misterioso – il che potrebbe renderla poco fruibile per chi non ha letto il libro. È un problema sconsolante, ma ci sono diversi fattori che potrebbero mitigarlo, tra i quali la notorietà del libro e la fedeltà della fan base di Gaiman; la pazienza di Starz; il fatto che le serie su canali a pagamento tendano ad avere spettatori che, avendo già pagato per il contenuto, perdonano più facilmente una partenza lenta; e, forse più importante di tutto il resto, se e quando dovesse acquisire sicurezza, American Gods potrebbe diventare una delle serie più divertenti e in grado di causare dipendenza».

Infine, Rolling Stone ci offre una chiosa ideale, collocando American Gods nel panorama attuale delle serie tv: «Arrivando a ruota della Legion di FX e solo poche settimane prima del rilancio per Showtime di Twin Peaks di David Lynch, American Gods è il ponte perfetto tra quelli che saranno i due punti più alti dell’anno per quanto riguarda la tv allucinogena».

Leggi anche: “American Gods” di Neil Gaiman illustrato da Dave McKean

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