Se aprile si prospetta come un mese ricco di uscite (complice l’appuntamento con Napoli Comicon), le settimane che lo hanno preceduto non sono state da meno e hanno saputo dare soddisfazioni ai lettori più esigenti. Marzo è stato infatti un mese di grandi e attesi ritorni. C’è stata innanzitutto l’uscita dell’imponente nuovo lavoro di Lorenzo Mattotti e Jerry Kramsky, ma anche una interessante sequenza di libri di grandi maestri del fumetto francese, senza però disdegnare una puntata in Giappone, sponda gekiga.
Sono queste le pubblicazioni imperdibili del mese, secondo noi: una selezione molto varia e sostanziosa.
Ghirlanda, di Lorenzo Mattotti (Logos Edizioni)
15 anni dopo Jekyll e Hyde, Lorenzo Mattotti ritorna a collaborare con Jerry Kramsky, per un libro ambientato in un mondo fantastico, popolato da creature immaginarie. Un mondo reso davvero incantevole dal morbido bianco e nero di Mattotti, che ben restituisce la dimensione onirica della vicenda, incentrata sull’avventuroso viaggio di uno sciamano alla ricerca della propria amata.
Un racconto metaforico e onirico, che parla di noi e dei nostri istinti umani, anche quelli più abbietti che fatichiamo a tenere a bada, pur in un contesto da favola. Ghirlanda è un libro che meriterebbe già solo per le illustrazioni di Mattotti, ma che a conti fatti non può prescindere dai testi ispirati di Kramsky.
QUI un’anteprima del volume.
Peplum, di Blutch (001 Edizioni)
Arriva in Italia uno dei libri più apprezzati di uno dei principali autori di bandé dessinée contemporanei, risalente agli anni Novanta. Peplum di Blutch è un elegante racconto ispirato al Satiricon di Petronio, che racconta il viaggio alla ricerca di una misteriosa vergine romana. Peplum è una improvvisazione sui temi del Satiricon, non una semplice opera ispirata o un racconto integrato nell’originale, che si muove nella Roma antica, fino a toccare trasversalmente il cinema italiano degli anni Cinquanta e Sessanta.
Peplum mostra il segno di Blutch al massimo della sua espressività, un segno da lì influenzò molti altri autori (primo su tutti Craig Thompson), fatto di neri densi e pennellate istintive e intense, per una storia di desiderio e passione
QUI un’anteprima del volume.
Il rapporto Brodeck vol. 2, di Manu Larcenet (Coconino Press)
Il secondo e conclusivo volume de Il rapporto Brodeck non tradisce le aspettative lasciate in sospeso nel primo capitolo e conferma l’abilità di Manu Larcenet, tra i fumettisti francesi contemporanei più l’influenti. Qui, l’autore de Lo scontro quotidiano e Blast, è alle prese con l’adattamento del romanzo di Philippe Claudel, pubblicato in Italia da Il ponte delle grazie con il titolo Il rapporto.
La storia si svolge poco dopo la Seconda Guerra Mondiale e racconta di Brodeck, sopravvissuto a due anni terribili di detenzione in un campo di concentramento. Tornato al suo paese, un villaggio di montagna sul confine franco-tedesco, viene costretto da alcuni abitanti a mistificare l’omicidio di uno straniero di passaggio redigendo un rapporto che distorca i fatti presentando l’omicidio come un evento inevitabile e moralmente giustificabile. E proprio questo rapporto porta il racconto a dividersi su due piani temporali: il passato di Brodeck, macchiato dal trauma della guerra e della detenzione, e il presente quotidiano del villaggio.
Il bianco e nero di Larcenet descrive la rudezza della valle, il carattere brutale degli abitanti del villaggio, le rughe e i solchi del loro viso, i loro silenzi colpevoli e la cattiva coscienza che aleggia in tutta l’opera. Un fumetto che si candida ad affermarsi tra i migliori dell’anno.
QUI un’anteprima del volume.
Tyler Cross, di Fabien Nury e Brüno (Panini Comics)
Il panorama del fumetto noir francese (che loro chiamano polar) è talmente vasto che ad Angoulême ci hanno perfino dedicato un premio specifico. Questo va detto per far capire che quanto arriva in Italia della bedé contemporanea è davvero una piccolissima parte. Per fortuna che spesso gli editori nostrani scelgono bene. È il caso di questo Tyler Cross, intrigante volume scritto dal camaleontico Fabien Nury (che in carriera ha toccato un po’ tutti i generi) e disegnato dal tedesco naturalizzato francese Brüno. Quello che abbiamo tra le mani è un pulp al cardiopalma ambientato nell’America degli anni Cinquanta, con una sceneggiatura solida e ricca di colpi di scena mai banali.
Come spiega Andrea Queirolo sulle nostra pagine, si tratta di «un racconto a metà strada tra un noir e un western, con un ottimo protagonista ‘canonico’ – un duro dal passato misterioso – ma anche un sapiente utilizzo corale di tutti i comprimari, sia positivi che negativi (che sono molti)». Un’opera che sfrutta le dinamiche di genere per un racconto tutt’altro che scontato e per molti aspetti originale.
La mia vita in barca vol. 2, di Tadao Tsuge (Coconino Press)
Si conclude il “viaggio” intimista di Tadao Tsuge, un racconto tanto poetico quanto radicato nel reale. Le oltre seicento pagine dell’opera realizzata da Tsuge a cavallo tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila raccontano con ritmo posato ma solido la scelta di un uomo di mezz’età di dedicarsi alla pesca. Il protagonista, che di fatto è Tsuge stesso, cerca nella pesca se stesso, e soprattuto cerca di afferrare il senso stesso dell’esistenza.
La mia vita in barca è un’opera davvero adulta, che mette da parte ogni possibile vezzo grafico, per concentrarsi su tematiche che difficilmente si trovano affrontate in un fumetto. La storia rimane aperta, non del tutto risolta, interrotta semplicemente perché la rivista su cui veniva pubblicata aveva chiuso. Non per questo manca qualcosa alla storia, anzi, si rafforza il realismo che permea tutta l’opera,
QUI un’anteprima del volume e QUI la recensione del volume precedente.