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Nello studio di Raffaele Sorrentino

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Siamo entrati nello studio di Raffaele “Lele” Sorrentino giovane autore del volume autoprodotto Habitat (QUI l’anteprima) e componente del collettivo Sciame (che da poco ha iniziato l’antologico Armata Spaghetto (QUI recensione del primo numero e QUI anteprima del secondo).

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Quali sono i progetti a cui stai lavorando attualmente?

Attualmente sto preparando i prossimi episodi di Draconte, un nuovo fumetto pubblicato su Armata Spaghetto. La storia è una sorta di noir ambientato in un futuro prossimo. L’idea di disegnare una storia per episodi mi esalta da una parte mentre mi spaventa terribilmente dall’altra. Il fatto che ogni episodio funzioni anche nella lettura singola è qualcosa che mi terrorizza in fase di scrittura, essendo il primo progetto seriale con il quale provo a misurarmi. Ci sarebbe poi una storia alla quale sono affezionato, si tratta di un progetto più lunghetto del solito con il quale vorrei cominciare a fare a cazzotti quest’estate.

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Quali sono gli strumenti che usi per disegnare?

Mi piace provarne di diversi, solitamente preferisco una malefica Pilot G-tec 04… ma in questo momento sto utilizzando un finissimo pennellino Winsor&Newton Serie 7 in Pelo di Martora 00, insieme ad altri pennelli. Per il resto utilizzo dei brush ricaricabili ai quali distruggo la punta per ottenere alcuni effetti particolari. Sto anche tentando qualche timido approccio al disegno direttamente in digitale…

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Hai qualche abitudine prima di metterti a disegnare?

Lavoro preferibilmente di notte, quindi arrivato il momento di mettermi alla scrivania perdo almeno un’oretta al computer, preparo qualcosa da bere e trattengo l’ansia. Dipende poi da cosa devo fare nello specifico, nel caso in cui si tratti di preparare delle matite o di scrivere cerco qualcosa da ascoltare mentre lavoro. Mentre quando vado ad inchiostrare le tavole metto in sottofondo qualche serie tv di cui non vedendo alcuna immagine diventano spesso radiocommedie, faccio qualche scarabocchio con la china e poi inizio.

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Ci sono libri o fumetti che devono essere a portata di mano mentre disegni?

In generale solitamente almeno un libro di Paolo Bacilieri, e la maggior parte dei libri di Yoshihiro Tatsumi. Ma dipende da cosa sto disegnando in quel preciso momento, in media ho almeno sei o sette libri sulla scrivania. Anche se non li guardo spesso, hanno una funzione catartica il più delle volte, qualcosa del tipo “Ah, mi piacerebbe che fosse un lavoro bello almeno un quarto di questi volumi”.
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raffaele sorrentino

Hai un oggetto in studio a cui sei particolarmente affezionato?

Ne ho tre: si tratta di due disegni originali (uno di Sergio Toppi, l’altro di Bastien Vivès) ed un nano da giardino, che solitamente tengo posizionato sulla finestra. Il disegno di Vivès era stato fatto in occasione del Comicon del 2008 mi pare, stava promuovendo Il Gusto Del Cloro. Ero arrivato in ritardo alle dediche e lo stesso Vivès mi ha chiamato in disparte – certamente scambiandomi per qualcun altro – ed ha fatto questo disegno su un foglio enorme. Lo considero una specie di portafortuna, ormai. Il disegno di Toppi risale a un vecchio incontro che si era tenuto a Bologna, all’interno del quale ero riuscito a scambiare due parole con lui ed avere questo disegno al quale sono incredibilmente affezionato. Il nano da giardino invece è un regalo di Irene Coletto, ed è un nano molto educato e guardingo che mi osserva durante il lavoro.

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