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Nello studio di Simone Prisco

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Siamo entrati nello studio di Simone Prisco, giovane autore napoletano, con all’attivo due graphic novel brevi per Douglas EdizioniVita e Irene.

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Quali sono i progetti a cui stai lavorando attualmente?

Spesso e volentieri mi muovo su più progetti, poi inevitabilmente c’è ne sempre uno che alla fine la spunta sugli altri. Prima di quello a cui mi sto dedicando, in cantiere avevo altre due storie: un thriller noir (non del tutto abbandonato) e una per i 500 anni della prima tiratura de L’Orlando furioso, per l’esattezza il capitolo che parla della sua pazzia, poi però, il terzo ha preso il sopravvento anche perché si riallaccia come tematica, più di tutti ai miei due altri Graphic novel editi dalla Douglas edizioni. Ha che fare con i ricordi e con le aspettative che si hanno quando si ha sedici anni.

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Quali sono gli strumenti che usi per disegnare?

Oggi come oggi preferisco usare il digitale visto che rende il mio lavoro più veloce, uso il Surface per disegnare direttamente su schermo mentre poi mi sposto sul portatile per la post produzione. Data la mia formazione artistica, preferisco usare programmi che permettono di avvicinarmi il più possibile ad un effetto pittorico, uno su tutti è Artrage, poi ovviamente uso Photoshop per la finitura della tavola. Nonostante questo però quando ho il tempo giusto di consegna o riesco ad organizzarmi al meglio per un lavoro mi piace lavorare con i materiali classici quali colori ad olio, acrilici, acquerello matite, penne e pennini, d’altronde venendo da una formazione classica la nostalgia prende facilmente il sopravvento.

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Hai qualche abitudine prima di metterti a disegnare?

Non ho nessuna abitudine o rituale scaramantico in particolare, ascolto musica mentre disegno e ogni mio progetto ha una colonna sonora tutta sua; per esempio Vita ha avuto i Creedence Clearwater Revival con Have you ever seen the rain? come canzone principale.

Ci sono libri o fumetti che devono essere a portata di mano mentre disegni?

Quando disegno no. Prima c’è una grande ricerca di lettura, ma anche maratone di serie televisive che mi aiutano ad immergermi nelle atmosfere che poi decido di affrontare nei miei lavori, ad esempio per l’ultimo Graphic novel a cui lavoro ho guardato molte serie o film che hanno a che fare coi ragazzi, tipo i Goonies, Super 8, Stand by me.

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Hai un oggetto in studio a cui sei particolarmente affezionato?

Da piccolo sono cresciuto giocando coi Transformers ne conservo diversi, ma c’è ne uno a cui sono particolarmente affezionato e lo tengo li che mi guarda dall’alto.

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