HomeRecensioniNovità"Injection", la fantascienza spinta di Warren Ellis

“Injection”, la fantascienza spinta di Warren Ellis

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Sembra che il saggio La singolarità è vicina di Raymond Kurzweil sia diventato un passaggio obbligatorio per poter capire appieno tutta la fantascienza da qui a venire. Non male per un libro del 2005 che ancora oggi riesce a togliersi lo sfizio di comparire in una serie attuale come Black Mirror (se ne parla in maniera esplicita nella seconda puntata della recente terza stagione).

singularity kurzweil

Certo, pur trattandosi di un saggio visionario – a tratti davvero geniale – si parla comunque di una lettura non certo leggera. Vale quindi la pena farne un rapido riassunto. Il succo del discorso è in realtà molto, molto semplice: la singolarità, ovvero quel momento in cui la tecnologia supererà la comprensione dell’uomo stesso che l’avrà creata, è ormai dietro l’angolo. C’è chi, come l’autore del pamphlet, la vede come una conquista enorme e chi, invece, si prefigura scenari alla Terminator. La realtà dei fatti è però molto più complessa e imprevedibile, visto che si parla di un fenomeno sfuggente per definizione.

Un concetto evocativo e stimolante, che non poteva non entrare nel radar del futurologo per eccellenza del fumetto inglese: Warren Ellis. Quello che non si è fatto troppi problemi a immaginarsi una tuta di Iron Man basata sulla nanorobotica o un gruppo di supereroi su scala globale in comunicazione via smartphone (in tempi non sospetti).

Uno dei pochissimi, insomma, a darci l’impressione di leggere davvero del futuro e non di una versione tutta lucette e colori sgargianti del nostro presente. Anche se questo, va detto, spesso significa idee e svolte narrative non immediatamente comprensibili a tutti. Aggiungiamoci poi che il Nostro pare in preda a una crisi di grafomania ormai in atto da qualche decade, aspetto che rende inevitabile il lancio sul mercato di titoli dalla qualità altalenante e non sempre ben definibili. Spesso i suoi lavori paiono abbozzi di idee interessanti sviluppati poi in tutta fretta, occupandosi più degli aspetti marginali che del nucleo concettuale di una nuova serie. Un rischio che è inevitabile correre quando si hanno troppe idee per la testa e troppo poco tempo per metterle su carta. Pericolo del tutto scongiurato da questo Injection, nuovo titolo Image che pare intenzionato a prendere le cervellotiche teorie di Kurzweil per restituircele ancora più ingarbugliate.

injection warren ellis

Tutta la vicenda parte da un presupposto piuttosto comune e di cui tanto si è già parlato: l’impressione diffusa per cui lo slancio verso il domani si sia esaurito, condannandoci a un eterno presente. Paradossale, considerato quanto appena chiarito nel paragrafo precedente. Gli unici sussulti li abbiamo quando uno come Elon Musk annuncia di volerci portare tutti su Marte. Un progetto che ci stimola non solo per la sua indole faraonica, ma soprattutto perché ricalca pattern evolutivi che tutti mastichiamo già. I viaggi nello spazio profondo, l’esplorazione, le basi a forma di cupola e così via.

In un’ottica che pare dimenticarsi con troppa facilità di cosa non potevamo neanche sognare di fare con un cellulare solo 10 anni fa, un gruppo di ricerca composto dai soliti personaggi bigger-than-life di Ellis decide di dare una strapazzata all’evoluzione della tecnologia. Spaventati dalla mediocrità del domani, creano una sorta di avanzatissimo algoritmo intelligente e lo liberano nel nostro mondo. Ecco la nostra singolarità. Se da uno spunto dopotutto banale come questo uno scrittore normale al massimo sarebbe riuscito a infilare qualche visione da incubo basandosi sull’abusatissimo concetto di Internet of things, Ellis dal canto suo getta un bel po’ di benzina sul fuoco e rimane a guardare quanto il botto sarà forte.

Ecco quindi nuove spiegazioni per il folklore, elucubrazioni sul corso della storia, sulla civiltà umana e su tutto quello che potrebbe lacerare il tessuto della realtà. Siamo a metà tra l’iperstizione di Nick Land – “la scienza sperimentale delle profezie autoavveranti” – e gli squarci della normalità alla base del manga Soil di Atsushi Kaneko. Con in più un pizzico di Jeff Vandermeer. Il tutto imbastito su di una narrazione non lineare, fatta di salti temporali, assenza di spiegazioni e dialoghi tanto taglienti quanto spesso incomprensibili.

Se certo fumetto seriale ci coccola evitando con cura ogni sorpresa, Ellis pare faccia di tutto per farci sentire inadeguati. E forse dovremmo esserlo, visto che i suoi protagonisti sono quasi sempre geni dal quoziente intellettivo folle.injection07

Considerata la complessità dell’opera, l’autore decide di portarsi dietro i fedeli Declan Shalvey e Jordie Bellaire, già visti all’opera su quella scatola cinese che era il rilancio di Moon Knight per la Marvel. Il fatto di conoscere già le pazzie di Ellis, e di aver imparato a gestire le sue sceneggiature iper strutturate, deve essere stato un vantaggio non da poco nel doverle decodificare e renderle fruibili a migliaia di persone sparse per tutto il mondo.

Il notevole lavoro di colorazione di Bellaire è una guida alla lettura straordinaria, immediata senza essere invadente o pedante. Dal canto suo Shalvey si è rigido su certe anatomie e primi piani, ma perfetto nel gestire pagine spettacolari e sovraccariche di particolari. La doppia splash page nel terzo numero, in cui due piani di realtà paralleli si fondono nel corso di una chiamata telefonica, è una prova di forza davvero imponente.

In realtà, nonostante il lavoro inattaccabile dei due, il problema sta nello stridere tra l’approccio ultra-realistico alla folle complessità tecno-evoluzionista di Ellis e l’aspetto tutto sommato graficamente tradizionale con cui Injection si presenta ai suoi lettori. Riducendolo ai minimi termini: si tratta di un fumetto molto verboso, di quelli tutti campo e controcampo, dove si parla un sacco e in più non c’è spazio di manovra per rendere più accattivante del solito questo meccanismo così abusato. Pena privare il lettore dell’unico bandolo di normalità concessogli per raccapezzarsi nella lettura.

injection warren ellis saldapress

La serie, in sé, vive di un paradosso abbastanza pericoloso. Si tratta di una storia di fantascienza densa e strutturata come tanti appassionati chiedevano da tempo, ma non ha quel gancio – anche grafico – capace di farla risultare immediatamente inquadrabile agli occhi del lettore occasionale. Senza contare il fatto che, come al solito, a conti fatti non succede poi molto in queste pagine. Per lo meno in questo caso, a differenza di Trees, si è talmente sballottati tra tempi e luoghi diversi da non rendersene neppure conto.

Con il corso degli anni Ellis ha perso la malizia che, oggi come oggi, aiuta i vari Hickman, Vaughan o Lemire a essere considerati autori di punta, preferendo piuttosto puntare dritto a una concezione di sci-fi pura e dura, fatta di scenari oltre la nostra comprensione e di speculazioni tecnologiche a dir poco ardite. Senza sviolinate romantiche, ammicchi al pubblico o trovate accattivanti. Il rischio è che lo si cominci a dare per scontato. E in casi come questo Injection sarebbe un errore davvero stupido.

Injection vol. 1
di Warren Ellis, Declan Shalvey e Jordie Bellaire
traduzione di Andrea Toscani
Saldapress, 2016
120 pagine, 14,90

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