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Nello studio di Alberto Locatelli

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Siamo entrati nello studio di Alberto Locatelli, giovane disegnatore bergamasco dello staff di Don Camillo a fumetti, serie edita da ReNoir Comics. Ha collaborato al volume Unico Indizio le Scarpe da Tennis (ReNoir), di Davide Barzi, e per RW Lion a Josif – 1957. Per It Comics insieme a Andrea Pau ha creato la miniserie The Believers.

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Quali sono i progetti a cui stai lavorando attualmente?

Sto terminando in questi giorni le tavole per il volume 12 di Don Camillo a Fumetti per ReNoir Comics. Poi, con Davide Barzi ai testi, ho in cantiere da un po’ di tempo un romanzo a fumetti intitolato Quando Muore l’ABC a cui lavoriamo alternandolo con gli altri impegni editoriali. A breve inizierò la lavorazione del secondo numero di The Believers per l’etichetta indipendente It Comics: è un progetto sul quale io e lo sceneggiatore Andrea Pau stiamo investendo molte energie, ma i primi riscontri positivi del pubblico ci stanno dando enormi soddisfazioni.

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Quali sono gli strumenti che usi per disegnare?

Per le tavole uso matite e micromine HB o B, cancello con gomme pelikan e la meravigliosa Tombow Mono Zero. Inchiostro con china Winsor & Newton alternandola a Pentelbrush, Fude Pen e penne Pilot Supergrip. Come pennello, attualmente uso un Winsor Serie 7 misura 4, ma mi piace provare roba nuova variando le misure. Per certi segni utilizzo anche i pennelli sintetici piatti.

Per quanto riguarda le illustrazioni, acquerelli Maimeri e Winsor & Newton, chine colorate Pelikan o Acrilici per aerografo (nel senso che son liquidi, poi li stendo a pennello). Poi magari rifinisco con i pastelli, anche qui mi piace sperimentare.

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C’è qualche abitudine che ami predisporre prima di metterti a disegnare?

Nessuna in particolare, ma preferisco aver sbrigato qualsiasi faccenda mi possa deconcentrare durante il lavoro, tipo rispondere a mail o messaggi. Se apro Facebook mentre sto disegnando, è finita!

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Ci sono libri o fumetti che devono essere a portata di mano mentre disegni?

Fumetti una marea. A seconda del progetto a cui lavoro, tengo sul tavolo roba di autori diversi. Per citarne alcuni: Villa, Sean Murphy, Alberto Breccia, Toppi, Eisner, Carnevale, Burchielli, Maalev. Tutti autori diversi da cui prendo spunto per varie cose. E naturalmente, quando lavoro su Don Camillo a Fumetti, son fondamentali i volumi già usciti con i disegni di altri autori (per confrontare il loro modo di realizzare visi e abiti dei protagonisti con il mio). Tengo anche qualche libro fotografico, più che altro con i paesaggi della Bassa Padana. Poi il grosso delle reference per le facce e gli ambienti lo cerco su Google.

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C’è un oggetto del tuo studio a cui sei particolarmente affezionato?

Sul pannello che ho di fronte, di fianco alla maschera autografata da Davide Toffolo (altro oggetto a cui tengo molto) c’è un mio sketch di Renè Ferretti che dice “DAI DAI DAI”, attaccato con lo scotch alla bell’e meglio. Per chi non lo sapesse, è un personaggio della serie tv Boris interpretato da Francesco Pannofino. Sta lì a spronarmi nei momenti in cui assolutamente non avrei voglia di far nulla!

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