di Dottor Pira*
Finalmente, dopo tanto tempo, ho visto il futuro dei fumetti. Se anche tu soffri ogni volta che vai a una fiera del fumetto, se vorresti fare fumetti e non riesci a farlo o a camparci come vorresti, allora leggi: è importante.
Ogni volta che vado a una fiera di fumetti mi chiedo cosa mi spinga a fare proprio quel mestiere. Il modello di vita che va per la maggiore consiste nello stare curvi su un tavolo per produrre un libro, e il momento di gratificazione consiste nel cercare di venderlo in luoghi affollati, accampandosi il meglio possibile e a proprie spese. Certo, si incontrano anche amici, vecchi e nuovi, e col tempo si conquistano piccoli privilegi. C’è anche di peggio. Ma se guardiamo agli altri mondi la differenza è abissale: quanto è più divertente la musica? Anche nei giri più amatoriali, suonare dal vivo è molto più gratificante del 90% delle fiere dei fumetti, e il modello di riferimento sono le rockstar, che in media fanno una vita più interessante degli autori di fumetto più riconosciuti.
Ora, non dico che i fumettisti debbano diventare delle rockstar. Ma a fronte di tutto il lavoro che serve per fare un albo a fumetti, non ci può essere almeno una prospettiva di vita più rosea? È una questione più importante di quel che può sembrare dall’esterno. Se il fumettista rimane instradato verso una vita di noia e di stenti, produrrà solo fumetti noiosi, e sempre meno gente vorrà fare quel mestiere.
Dato che nonostante tutto fare i fumetti continua a piacermi, ho provato nel mio piccolo a cambiare quello che ci sta attorno. Fin dal primo libro, ho fatto dei viaggi di formazione per non rimanere incollato alla scrivania – e dato che si trattava di un Fantasy, sono andato a fare una Quest alla ricerca di gnomi in Norvegia. Personalmente, reputo il risultato soddisfacente: sono riuscito a scrivere molto più facilmente, e ora ho la scusa per farmi dei viaggi ogni volta che devo lavorare. Ma ho sempre dovuto finanziarmeli da solo.
Ho sempre sperato che prima o poi qualcuno mi pagasse queste importanti ricerche, ma sapete com’è in Italia: si mangia bene, abbiamo dei posti meravigliosi, ma nessuno finanzia la Ricerca, tanto meno se si tratta di gnomi. E parlando di ricerca, è da almeno un anno che ho provato sulla mia pelle che frequentare i centri termali regolarmente aumenta esponenzialmente la qualità dei fumetti. Ma per quanto tempo dovrò continuare a farlo a mie spese? Rinunciare alla qualità mi sembra ingiusto dei confronti dei lettori, ma come posso andare avanti se devo spendere tutti i miei guadagni in centri benessere? Quando avrò il tempo di leggere dei libri, se non di disegnare? È tutto così precario e insostenibile.
Poi una settimana fa, finalmente, ho visto sorgere il mattino del Sogno. Come tutte le albe, può sembrare ancora una piccola cosa, ma ci ho visto le potenzialità di un grosso cambiamento. Il Treviso Comic Book Festival ha trovato il modo di mandare me e altri quattro fumettisti in un viaggio di formazione attraverso il veneto in bicicletta. Ci hanno dato delle tutine e dei mezzi, e delle guide ci hanno scortato attraverso le colline e alloggiato in alberghi e SPA di lusso. In poche parole, ci hanno messo nella condizione mentale di fare dei fumetti migliori.
Questa volta è successo grazie alle menti fertili e sensibili allo svago di Alpo Polita e Nicola Ferrarese del TCBF, al consorzio di promozione turistica Marca Treviso e a Fumettologica. Ma come è stato possibile? Ma fate voi la somma dei fattori, io ve li elenco di seguito: negli ultimi anni, i fumettisti si promuovono da soli su internet, e sempre nuovo pubblico li segue. La visibilità è la moneta del secolo, e le case editrici tendono giustamente a pubblicare chi già ha un suo pubblico. Allo stesso tempo, gli enti turistici conoscono posti che vogliono far conoscere alla gente, ma non sanno come fare a promuoverli: pubblicare delle foto non eguaglia l’esperienza.
Prendi un fumettista, abituato a una vita di stenti, portalo in un posto bello, e con la sua sensibilità affinata in anni di sofferenze vedrà ovunque angoli di paradiso che vorrà raccontare alla gente. Quei posti avranno delle storie e un ente turistico potrà finalmente raccontarli.
Se siete riusciti a trarne una conclusione e vedete quello che vedo io, allora c’è ancora spazio per il Sogno. Possiamo liberarci dalle catene che ci legano a un tavolo da disegno in un appartamento in periferia, e aspirare a qualcosa di più. Il benessere trasparirà dalle tavole a fumetti per raggiungere i lettori, e alla gente in fondo piace sentirsi bene.
Perché nessuno ci ha mai pensato prima? Forse avrò già smesso di disegnare quando tutto questo si realizzerà, ma sono contento di aver combattuto per un mondo migliore facendo delle saune.
*Dr. Pira pseudonimo di Maurizio Piraccini, è un grafico, animatore, illustratore e docente. Realizza fumetti dalla metà degli anni novanta; oltre ad aver creato I Fumetti della Gleba ha realizzato serie a fumetti per XL di Repubblica, Vice Magazine, Smemoranda e linus. Di recente ha pubblicato la trilogia fantasy Gatto Mondadory, Rap Violent in the Ghetto Street, una raccolta autobiografica sulla vita nel ghetto, e L’Almanacco dei Fumetti della Gleba, una raccolta di 900 pagine che ha venduto 2000 copie in un mese e mezzo con il metodo “prima o mai”. È autore televisivo, ha realizzato storyboard per il cinema e la pubblicità, e le scenografie video per i tour di Fedez e di Elio e le Storie Tese. Attualmente insegna Animazione presso lo IED di Roma.