Se fino a un paio di decenni fa agosto era un mese caldo per l’editoria a fumetti – con la presenza in edicola di numerose uscite speciali, tutte concentrate nei giorni in cui i lettori avevano notoriamente più tempo per le letture – ora la situazione sembra essere in controtendenza, e gli editori cercano di centellinare le proprie proposte, almeno per tre settimane su quattro.
Nonostante, dunque, alcune case editrici riservino chiaramente le migliori uscite per l’autunno, c’è anche chi sfida il mercato e il lettore proponendo ottime opere.
La selezione di questo mese è venuta fuori quindi in modo spontaneo e convinto, grazie alla presenza di alcuni attesi fumetti di importazione, provenienti soprattutto dagli Stati Uniti (ma anche dal Giappone). Con una notevole eccezione per il libro di esordio di un giovane autore torinese.
Paper Girls vol. 1, di Brian K. Vaughan e Cliff Chiang (Bao Publishing)
Tra tutti i prodotti a tema “anni ’80” visti di recente – tra cui il fenomeno Stranger Things – Paper Girls è sicuramente tra i più interessanti, innanzitutto perché è in grado di «usare la nostalgia per parlare di nostalgia», secondo le parole di Daniele Croci per la nostra recensione.
La serie di Brian K. Vaughan e Cliff Chiang si distingue in particolare parte dal quel particolare decennio per effettuare riflessioni di portata più ampia, attraverso una storia fantascientifica con protagoniste quattro giovani ragazze.
QUI un’anteprima e QUI la nostra recensione.
Supreme Blue Rose vol. 1, di Warren Ellis e Tula Lotay (RW Lion)
Supreme Blue Rose parla di un ex lettore di fumetti, uno di quelli che fino a una certa età divorano avventure su avventure di tizi in costume con superpoteri, per poi stancarsi definitivamente. Quando decide di riavvicinarsi al fumetto, scopre che tutto è cambiato, in un capolavoro di metatestualità sceneggiato da Warren Ellis e disegnato in modo strepitoso da Tula Lotay.
Nel modo in cui parla di universi narrativi espansi tramite una narrazione sincopata, per dirla con le parole di Evil Monkey, «Supreme Blue Rose è una gemma per come esplicita il cul de sac in cui l’intrattenimento è andato a infilarsi».
QUI la nostra recensione.
Billy Bat vol. 13, di Naoki Urasawa e Takashi Nagasaki (RW Goen)
Il tredicesimo volume segna l’atteso ritorno nelle librerie e fumetterie italiane per Billy Bat, il successo più recente del mangaka Naoki Urasawa (Monster, 20th Century Boys), dopo l’abbandono da parte dell’editore GP Manga.
Proseguono dunque le avventure di Kevin Yamagata, un illustratore di origine giapponese nato negli Stati Uniti che crea Billy Bat, un detective dei fumetti. Urasawa è uno dei più abili narratori e disegnatori che il manga contemporaneo ha da offrire, e le sue serie sono un continuo susseguirsi di colpi di scena ben orchestrati. Billy Bat finora si è dimostrato una delle migliori serie dell’autore, e finalmente potremo tornare a seguirla con una cadenza regolare (in Giappone ha raggiunto il diciottesimo volume).
Twilight Children, di Gilbert Hernandez e Darwyn Cooke (RW Lion)
Prima di lasciarci prematuramente lo scorso mese di maggio, Darwyn Cooke ha fatto in tempo a consegnarci il suo ultimo gioiello, pubblicato negli Stati Uniti da Vertigo e postumo in Italia da RW Lion. Come ci aveva sempre abituati, Cooke ha continuato a evolvere il proprio stile anche con quest’ultimo lavoro, offrendo una prova fresca e personale, in scenari esotici e accattivanti che fanno da sfondo a un mystery dai forti connotanti vintage.
A questo aggiungiamoci la scrittura di Gilbert “Beto” Hernandez, che, tramite personaggi fugaci ma in grado di imprimersi nella memoria del lettore già dopo poche pagine, ci riporta negli scenari centroamericanil, a cui ci aveva (ben) abituato con la sua Palomar sulle pagine di Love and Rockets.
Twilight Children è suo malgrado il testamento artistico di uno dei più importanti disegnatori americani contemporanei, ma anche una storia affascinante e avvincente.
Itero perpetuo, di Adam Tempesta (Eris Edizioni)
Adam Tempesta è un giovanissimo street artist e fumettista torinese (siamo recentemente entrati nel suo studio). Itero perpetuo è il suo audace debutto: oltre 400 pagine di space opera naif e minimal, un viaggio in nave spaziale nell’immensità dello spazio che è anche un viaggio nell’io del protagonista, ma anche di chi scrive e di chi legge.
Tempesta si muove tra le sue pagine con fare spontaneo, quasi dando l’idea di improvvisare. E questo diverte il lettore, lo tiene appeso a un filo di divertito stupore. Itero perpetuo si muove con positiva ingenuità grafica e narrativa, come quella che spesso contraddistingue certo fumetto giapponese fantasy e d’avventura; ma si ispira chiaramente anche alla new wave del fumetto nordamericano (Michael DeForge, Theo Ellsworth, Josh Simmons), con una sfrontata semplicità del tratto. Un debutto davvero inatteso e interessante.
QUI la nostra anteprima.