HomeFocusQuanto valgono le prime apparizioni di Harley Quinn e Deadpool?

Quanto valgono le prime apparizioni di Harley Quinn e Deadpool?

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Agli inizi di agosto, una copia in buone condizioni (un 5.5 nella scala CGC) di Action Comics #1 è stata venduta per 956.000 dollari. Anche se non è un record – quello appartiene sempre a una copia di Action Comics, venduta nel 2014 a tre milioni di dollari – l’asta ha superato di oltre 200.000 dollari le aspettative degli organizzatori. Il venditore, che preferisce restare anonimo, l’aveva acquista all’inizio degli anni Novanta per 23.000 dollari, in un periodo in cui il mercato di tavole e fumetti originali stava lievitando a dismisura.

Action Comics #1 è l’equivalente di un appartamento a Manhattan nel mercato immobiliare. Certo, in periodi di magra potranno entrambi subire delle fluttuazioni (dopo la bolla speculativa degli anni Novanta anche le copie di Action Comics subirono un drastico calo nelle quotazioni) ma restano comunque le blue chip dei rispettivi settori. La prima apparizione di Superman resta un pezzo da novanta per i collezionisti, ma di recente molti fumetti finora mai considerati pezzi pregiati stanno vedendo il loro valore quintuplicare rispetto alle quotazioni del 2010, grazie agli adattamenti cinematografici. Le prime apparizioni di Harley Quinn, Deadpool o Groot, per esempio.

In proposito, Forbes si chiede se valga la pena di rischiare su oggetti come Batman Adventures #12 con la prima apparizione nei fumetti di Harley Quinn: terminata la frenesia per il personaggio, continuerà a essere un buon investimento?

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La valutazione sta sì nell’importanza storica (prima apparizione di un personaggio, presenza di autori di grido o di storie di rilevanza socio-culturale) e nella sua stabilità nel tempo – vale a dire, tanto più velocemente è aumentato il prezzo, tanto più velocemente può diminuire – ma anche nella prima regola del collezionismo: la domanda deve eccedere l’offerta. Anche se un fumetto è considerato importante nel contesto storico del mezzo, l’eccesso di offerta può far perdere di valore il bene. Una volta appurati questi due criteri – che possono a loro volta variare nel tempo: la prima apparizione di Harley Quinn non è mai stata (e forse in futuro non lo sarà più) considerata di rilevanza storica – bisogna anche valutare le condizioni fisiche dell’albo. Nella stragrande maggioranza dei casi, significa far certificare il fumetto dalla Certified Guaranty Company (CGC), un’azienda che si occupa della valutazione dei fumetti, ne indica eventuali restauri, li fornisce di un codice identificativo e li sigilla in blister trasparenti per mantenere inalterato il grado assegnato.

Con sede a Saratosa, in Florida, la CGC si è imposta a capo del settore della valutazione, lasciando ad altri, come la Professional Grading Experts, solo le briciole. La compagnia è nata nel 2000, in seguito all’immissione su eBay di una grande quantità di fumetti, non tutti valutati correttamente. Nel collezionismo esiste una scala di valori che va da poor (pessimo, con pagine mancanti e brutture varie) a mint (come uscito dalla stamperia, una condizione di rado ravvisabile nei fumetti, che possono aspirare più facilmente al near mint). Ma quel numero degli X-Men con due pieghette che per qualcuno può rappresentare un near mint per altri è a malapena considerabile very good. C’è bisogno che qualcuno ne certifichi lo stato. E qui entra in gioco la CGC, che, mutando i protocolli dalla numismatica e dalle figurine da baseball, valuta i fumetti da 0 (poor) a 10 (gem mint, ma è pratica comune fermarsi al 9.8, near mint).

I criteri fisici sono in mano al singolo esaminatore e, per quanto standardizzati all’interno delle venticinque valutazioni diverse che si possono fare, sono soggettivi. Può capitare che lo stesso fumetto venga valutato in maniera diversa da due addetti. «Si cercano pieghe, tagli, strappi, segni di fioriture, ritocchi», racconta Paul Litch, il valutatore principale di fumetti per la CGC. «Qualsiasi tipo di imperfezione o di restauro che non è stato dichiarato. È un lavoro quasi investigativo». Specializzato in analisi di restauri, Litch è tra i membri originari del gruppo CGC e ha valutato pezzi rari come le copie near mint di Action Comics #1 o Amazing Fantasy #15 (venduto a poco più di un milione di dollari). Una copia 9.2 può valere anche il 25% in meno rispetto a una 9.6. Ciò che comunque è imprescindibile in queste operazione è la diacronia. Non conta l’età e non si valuta un pezzo nel contesto del tempo trascorso. Un fumetto degli anni Quaranta non otterrà clemenza rispetto a uno di tre anni fa solo perché è sopravvissuto a più primavere. «Non è una scienza esatta, negli anni la CGC è stata prima di manica larga e poi molto stretta coi voti», spiega Greg Eide, esperto del settore e proprietario di quella che lui ritiene essere la più vecchia fumetteria ancora in attività, aperta nel 1972.

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Fortunatamente, pubblicazioni come Overstreet Comic Book Price Guide o siti come Sell My Comic Books forniscono dritte su possibili acquisti incauti. New Mutants #98, con la prima apparizione di Deadpool, è un altro fumetto che di recente ha visto il proprio valore aumentare. Ma di quell’albo esistono non meno di duemila copie certificate dalla CGC con un grado 9.8 (condizioni quasi perfette) e il tetto massimo di vendita è 800 dollari. «Oltre quella cifra, non ne vale la pena», scrive il sito. «Anche se è in arrivo il sequel del film, il valore potrebbe addirittura scendere e potrebbe essere saggio aspettare per un po’».

Stesso discorso per Batman Adventures #12, la prima comparsata di Harley Quinn. Dal 2012 a oggi l’albo ha visto duplicare il proprio prezzo ogni anno, e oggi la Overstreet Comic Book Price Guide valuta una copia near mint non meno di 400 dollari. In condizioni peggiori, l’albo perde rapidamente di valore, anche per via della sua facile reperibilità. Per ora, comunque, il record di fumetto più costoso dell’era moderna (1992-oggi) resta il primo numero di The Walking Dead, venduto nel 2012 alla cifra di 11.000 dollari.

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