Su Fumettologica abbiamo già raccontato ed esaminato tre (qui, qui e qui) fra le pubblicazioni monografiche che la Disney/Panini ha dedicato, negli ultimi tempi, ad alcuni dei suoi autori più rappresentativi degli anni Duemila. L’ultimo di questi volumi, Topolino Sunny Edition è dedicato al versatile sceneggiatore Bruno Enna, e merita certamente una lettura.
Per la verità, una rapida premessa è doverosa: questa raccolta presenta le stesse criticità degli altri, che riguardano principalmente i criteri di selezione delle storie. Come nei casi precedenti la scelta è stata affidata allo stesso autore, ed è facile immaginare pregi e limiti di questo criterio, al contempo aiutato e limitato dalla memoria, dall’autopercezione del proprio lavoro o dall’affetto verso certe storie anche al di là del loro impatto, per così dire, ‘oggettivo’. Ma i rischi di una “selezione sentimentale” sono in fin dei conti trascurabili e, da un altro punto di vista, una ulteriore e piacevole sfida per i lettori a loro volta più appassionati.
Il dato di fondo: in quasi vent’anni di carriera disneyana Enna ha realizzato qualche centinaio di sceneggiature, mediamente di ottimo livello. Il volume ne raccoglie dodici, decisamente rappresentative del percorso dell’autore sebbene non necessariamente fra le migliori. Alcuni dei più recenti successi di Enna sono stati esclusi da questa edizione, probabilmente giocoforza, perché oggetto di ristampe monografiche (le parodie di Dracula di Stoker e de Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Stevenson). Inoltre, le saghe più lunghe, spesso incentrate sul personaggio da lui co-creato, Paperino Paperotto, avrebbero rischiato di esaurire troppo presto le circa 370 pagine del volume. Penso in particolare alle splendide Paperino Paperotto e la strada per Quacktown, Paperino Paperotto e il grande sonno e Paperino Paperotto alla ricerca di Billy.
Topolino Sunny Edition si apre con la prima storia di Enna pubblicata su Topolino, Zio Paperone e la sindrome contrattuale (1997), per i disegni di Alessio Coppola, una godibile avventura dal sapore vagamente ‘ciminiano’ (con qualche influenza anche dal lavoro di Pezzin). Un racconto ottimamente orchestrato che, se da un lato mette già in risalto la capacità dell’autore di lavorare con nutriti gruppi di personaggi, non si distacca di molto dalla produzione di quegli anni.
È con Paperino Paperotto e la strega di Quack Town (1999, disegni di Alessandro Barbucci) che invece cominciano ad emergere le migliori qualità dello sceneggiatore. In primis la capacità di costruire trame complesse su spunti minimali (in questo caso l’arrivo a Quack Town di una nuova insegnante) grazie all’accumularsi gioioso ma mai caotico di situazioni, ribaltamenti e colpi di scena. Inoltre – e forse soprattutto – l’incredibile e assolutamente non scontata umanità che Bruno Enna infonde ai propri personaggi. I character Disney sono infatti estremamente ben caratterizzati, pur nella brevità di queste prime storie, e condotti sempre con una dolcezza a tratti commovente. Nel tratteggiare un paese di buzzurri, spesso scarsamente istruiti, Enna non cede, se non raramente, ai facili effetti comici che potrebbero scaturire da queste premesse. Anzi, si rivolge alle proprie creature sempre con estremo rispetto, trovando ogni volta l’uomo (o il papero) dietro il burbero contadino, lo sceriffo di campagna intimidito dalla più colta maestra elementare o il sindaco arrogante. E infine arriva a mostrarli nella loro complessa gamma di vizi, dolcezze e tenerezze.
A seguire vengono presentate altre tre storie di Enna con protagonista Paperino Paperotto. Sono Paperino Paperotto e il cugino del giorno dopo e Paperino e la foto con scasso, sempre per i disegni di Barbucci, e Paperino Paperotto e il richiamo delle stelle, con disegni di Stefano Turconi. Pur non rappresentando forse l’apice delle storie “paperottiane” dell’autore (vertice raggiungo nelle già citate saghe lunghe) approfondiscono la psicologia dei personaggi di Quack Town attraverso la messa in scena di trame divertenti e articolate.
In Paperinik e l’anatema punitivo Enna ci offre due temi. Da un lato, l’ennesima rappresentazione della rivalità amorosa fra Paperino e Gastone. Dall’altro, almeno in parte, il recupero dello spirito originario dell’alter ego mascherato di Paperino, quello che lo caratterizzava come vendicatore di torti piuttosto che come supereroe. Non una delle migliori storie di Enna, che però risulta impreziosita dall’ottimo apporto grafico del disegnatore Fabio Celoni.
La successiva Paperinik e l’effetto dinamite (2009, disegni di Andrea Freccero) si inserisce nell’operazione di recupero del personaggio Dinamite Bla inaugurata nel 2006 con Dinamite Bla e l’eclissi di sale (Fausto Vitaliano/Giorgio Cavazzano). Enna recupera molte delle intuizioni di Vitaliano, ma fa qualcosa di più, e realizza una storia personalissima, un piccolo horror rurale che preparerà il campo alle sue recenti e più note parodie horror. Freccero, frequente collaboratore di Enna, dirige graficamente la storia attraverso un ampio ricorso a primi e primissimi piani, conferendo un ritmo particolarmente convulso al tutto, pur nello strettissimo rispetto della gabbia disneyana.
Paperinik e l’amichevole minaccia (disegni di Corrado Mastantuono) è la storia in cui invece esordisce uno dei personaggi maggiormente riutilizzati (7 storie ad oggi) di Enna, Mad Ducktor, alter ego malvagio di Archimede. Anche se Enna avrebbe realizzato solo qualche anno più tardi la sua storia migliore con questo protagonista (Paperinik e il protocollo Mad Ducktor), Paperinik e l’amichevole minaccia è una gradevole avventura che porta alle estreme conseguenze la tirchieria di Zio Paperone. E che può fregiarsi dei disegni di un Mastantuono al suo meglio.
In Qui, Quo, Qua: cercasi zio disperatamente l’apporto di Cavazzano è fondamentale. Tuttavia, le due storie successive presentate in questa Sunny Edition sono sicuramente fra i lavori più riusciti dello sceneggiatore sardo. Topolino e i misteri di Terra-Terra (disegni di Silvio Camboni) e Topolino e il dilemma parabolico (disegni di Giorgio Cavazzano) sono infatti forse fra i due migliori gialli degli ultimi anni. Nel secondo caso, in particolare, colpisce la capacità di Bruno Enna di muoversi con leggiadria fra i toni più lievi e quelli più cupi, attaccando al contempo – e ‘di petto’, diciamo – la caratteristica anatomica più riconoscibile del topo più famoso del mondo.
Peccato che dopo questi due pezzi di bravura il volume si chiuda sulla davvero modesta Little Mouse e la stella d’argento (disegni di Andrea Ferraris). Per onestà, va detto che il limite potrebbe essere mio: non sono mai riuscito ad apprezzare le storie western con protagonista Topolino. Su questo, peraltro, Enna ha fatto di meglio altrove con Saguaro.
Topolino Sunny Edition
di Bruno Enna e Aa. Vv.
Panini Comics, 2016
370 pagine, 7,90 €