La gente muore, anche nei fumetti supereroistici. Moriva, fino a qualche tempo fa. Poi, negli anni Novanta la DC Comics ha fatto uscire La morte di Superman, la saga in cui Superman moriva per resuscitare poco dopo. Così facendo, ha contratto a sincope i tempi del ritorno in vita, avviando una tendenza per cui a seguito della morte di un personaggio ci si aspetta la sua riesumazione già il mese successivo, spogliando il gesto della sua gravitas.
Nello stesso anno d’uscita del fumetto, il 1992, veniva dato alle stampe il saggio di Francis Fukuyama Fine della storia. Fukuyama diceva che, mentre gli eventi continueranno ad accadere, la Storia come evoluzione sociale è terminata insieme alla ricerca di una forma di governo definitiva – che per l’autore è la democrazia liberale. Similmente, dopo La morte di Superman, pur continuando a venire raccontate storie in cui il protagonista della testata muore (e rinasce), il senso di morte ha perso qualsiasi peso e contesto. In pratica, La morte di Superman ha ucciso il concetto stesso di morte.
Non è per caso che Joe Quesada, editor-in-chief della Marvel a cavallo tra i due millenni, ideò la regola “Morto resta morto” per evitare di annacquare la forza del meccanismo. Ma non è servito a granché. La regola aurea secondo cui esistono solo tre personaggi dati per morti nei fumetti, Jason Todd (il secondo Robin), Bucky, la spalla di Capitan America, e zio Ben, l’amato parente di Peter Parker, sembra una barzelletta, e anche figure illustri come Gwen Stacy o, per l’appunto, zio Ben sono in pericolo di (ritorno alla) vita.
Ma da questi eccidi bianchi qualche personaggio importante di Marvel e DC si è salvato. Dick Grayson, il Robin originale, è tra questi, ma la sua controparte di Terra-2 (un universo parallelo all’interno del cosmo DC) ha trovato la morte in Crisis on Infinite Earths #12 per mano dei demoni. Stesso discorso vale per Lois Lane, che in 78 anni di pubblicazione non è mai perita (due anni in più di Dick Grayson), mentre la sua versione di Terra-2 è morta in Infinite Crisis #5.
Anche in Marvel esistono molti universi con le rispettive versioni degli stessi personaggi. Il problema, come scrive CBR, è che l’universo della Casa delle Idee è stato distrutto un sacco di volte, tra le varie Secret Wars (ma anche solo per un secondo a causa del cristallo M’Kraan degli alieni Shi’ar, come in X-Men #108). Il primo Armageddon risale a Doctor Strange #12 (1975), e la famiglia Richards – Ben Grimm è escluso perché viene dichiarato morto in Fantastic Four #112 – è il gruppo di personaggi rimasto in vita il più a lungo (dal 1961 al 1975). In linea teorica, nessun personaggio di peso è mai sopravvissuto dalla sua creazione a oggi. L’unica eccezione dovrebbe essere quella di due personaggi Ultimate, Miles Morales e Reed Richards, che sono rimasti vivi dopo l’ultimo crossover ma non sono esistiti abbastanza da essere rimasti coinvolti nelle precedente saghe spaccamondo.
Vale la pena ricordare, anche all’alba della morte di un personaggio classico, che tutto questo discorso non ha pretese di stabilità.