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Nello studio di Paolo Cattaneo

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Questa settimana, per la rubrica #tavolidadisegno, siamo entrati nello studio di Paolo Cattaneo, fumettista genovese che ha pubblicato la raccolta di racconti Pali della Luce (Inuit), collaborato per i volumi collettanei di Delebile e, più recentemente, dato alle stampe il suo primo graphic novel: L’estate scorsa (Canicola).

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Foto di Ilaria Laisi

Quali sono i progetti a cui stai lavorando attualmente?

Da qualche mese sto scrivendo una storia, che però forse sono due, nel senso che magari la divido. Sono ancora nella fase in cui prendo appunti disordinati su dei quaderni che poi perdo e faccio un sacco di frecce che vanno da tutte le parti. Mi succede anche di registrare delle note vocali sul cellulare, di solito in ascensore, quando sono da solo intendo.

Dopo il mio primo libro grosso (L’Estate Scorsa – Canicola Edizioni 2015) il mio approccio al lavoro è cambiato, ora ho molti più dubbi, ma so anche meglio che cosa posso (e non posso) fare, forse. Il lavoro prima del disegno per me è molto difficile: penso a tutte le cose importanti della narrazione, all’architettura della storia, si chiama così, no? Comunque la storia è bella, ci sono sempre i palazzi che piacciono a me, forse.

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Foto di Ilaria Laisi

 

Foto di Ilaria Laisi
Foto di Ilaria Laisi

Che strumenti e tecniche usi per disegnare?

Uso la carta delle fotocopie (ma dovrei cambiare perché poi si piega troppo) e la matita a scatto (HB o 2B) e una gomma-pane marcia e una gomma lunga che taglio col cutter a forma di prisma a base triangolare.

Il computer (ormai) mi fa arrabbiare troppo, infatti ieri ho finalmente venduto la Cintiq. Purtroppo devo per forza usarlo per “contrastare” le tavole dopo la scansione, quindi lo uso lo stesso. La mia tecnica è la matita e bon, non inchiostro mai perché mi annoio moltissimo. Ovviamente questo mi costringe ad essere un precisino con la matita, devo avere tutto il controllo che serve sul segno. Nel futuro invece voglio usare (anche) i colori, forse, poi vediamo.

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Foto di Ilaria Laisi

 

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Foto di Ilaria Laisi

Hai delle abitudini da rispettare prima di metterti al lavoro?

Sì, mi sveglio alle 7:01, mando di là il gatto, faccio un caffè lungo mediocrissimo e mi metto davanti al computer a berlo per un po’ mentre ascolto Radio3 e mangio una banana o dei biscotti scarsi.

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Foto di Ilaria Laisi

 

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Foto di Ilaria Laisi

Quali sono per te gli autori e le opere di riferimento?

Bo, allora:

Fitzcarraldo, Kieslowski (Decalogo), i De La Soul, Una vita tra i margini di Tatsumi, TuttoTex, il Tex di Magnus, Jacovitti, Bolaño (2666), Joe Dever, la sceneggiatura di Pulp Fiction, Sergione Leone, Hideo Kojima, Ligabue (non Luciano), i Mayhem, Hidetaka Miyazaki, Watchmen devo mettercelo, Fantozzi, Keita Takahashi, Shigeru Mizuki, i dialoghi di Paranoid Park, Steve Zissou, Super-Quark.

Se devo dire un disegnatore italiano dico Aurelio Galeppini. Se devo dirne un altro dico Paolo Bacilieri. Dico anche Michelangelo Setola.

Foto di Ilaria Laisi
Foto di Ilaria Laisi

 

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Qui c’è un angolo dedicato alla nostalgia anni Ottanta. Puoi dirci qualcosa?

Io mi impedisco di comprare Action Figures altrimenti sarebbe la fine. Però nei mercatini, quando trovo delle cose a pochi euro, non resisto. Così finisco per allestire altari di questo genere. Sono tutti eroi della mia infanzia, tutti amici a cui non riesco a rinunciare.

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