Diamo uno sguardo a quali sono state le letture di fine 2015 – inizio 2016 di Giorgio Salati, sceneggiatore Disney tra le presenze più assidue e apprezzate del settimanale Topolino.
Il magnifico lavativo, di Tuono Pettinato (Topipittori)
Conoscevo questo titolo da un po’ ma ancora non l’avevo fatto mio. Mi è venuta voglia di leggerlo dopo aver assistito alla bellissima mostra di Tuono Pettinato presso Lucca Comics. Devo dire che speravo in una vera e propria graphic novel, ma comunque il formato delle tavole autoconclusive mi ha divertito molto. È sempre presente l’umorismo garbato e sfumato di Tuono, ormai uno dei miei autori completi preferiti. Per chi non sapesse di cosa si tratta, è un volume che raccoglie situazioni dell’infanzia dell’autore, trasfigurato tramite il personaggio del Magnifico Lavativo, cioè Tuono Pettinato, cioè Andrea Paggiaro. Le tre entità si sovrappongono ma non al 100%, uno scarto che permette una maggiore leggerezza e spensieratezza rispetto a una vera e propria autobiografia.
L’utilizzo di tavole autoconclusive ha un sapore vagamente mutuato dai vecchi fumetti a strip: Peanuts, B.C., Bristow e compagnia. Non ci sono gag eclatanti ma lievi pennellate umoristiche, che proiettano il fumetto in avanti lasciando al lettore il potere di aggiungere con la fantasia ciò che vuole attingendo dalle sensazioni della propria infanzia. Consigliato anche a quei ragazzini là fuori che si sentono diversi dagli altri e a cui farebbe bene sapere che essere poco adeguati al mondo circostante non solo non è una colpa, non solo ci si può convivere da adulti, ma addirittura può diventare un punto di forza (per creare bei fumetti, ad esempio).
The TravelEgg Notes – A Tasty Chronicle from the Delicia Island, di Francesco Polizzo e Stefano Bosi Fioravanti (Tatai Lab)
Più che un fumetto è una sorta di diario illustrato, ma l’autore dei testi, Francesco Polizzo, è uno sceneggiatore di fumetti emergente e vulcanico. Il volume in questione è una sorta di antipasto del progetto che Polizzo e Fioravanti stanno elaborando, ossia un film in animazione a passo uno (tipo Nightmare Before Christmas, per i profani) con protagonista Ernest Egg, un bizzarro esploratore di inizio ‘900. Le prime pagine del diario ci aiutano a sapere di più del personaggio e del suo mondo, successivamente ci si immerge nel vero diario che racconta il viaggio di Ernest e il suo equipaggio verso l’Isola Delicia, dove cercheranno di incontrare una misteriosa Sirena della Montagna.
Parlando prima dei difetti, ho trovato qualche discontinuità narrativa, e certi passaggi a primo acchito sembrano poco chiari. Difetti comunque superati dai pregi: la lettura è divertente e godibile anche (e soprattutto) per i ragazzini. Si respira aria di avventura, e – ciò che più conta – il duo Polizzo/Fioravanti dimostra di avere un sacco di idee. Come antipasto per il film è sicuramente apprezzabile, e sinceramente non vedo l’ora che qualche casa di produzione seria si accorga del loro progetto di film e li aiuti a realizzarlo.
Paranoiae, di Batawp (Shockdom)
Giulio Rincione, in arte Batawp, ha senza dubbio un grande talento artistico, e mi auguro che da qui in avanti si tolga molte soddisfazioni. Questo volume prodotto da Shockdom esplora sostanzialmente i lati bui del suo carattere, trasfigurato tramite due personaggi, un umano e una… patata antropomorfa. E se la cosa vi sembra buffa, aspettate a leggere il fumetto. Il protagonista è sostanzialmente prigioniero di se stesso, di una malattia che è dell’anima più che del corpo, che lo allontana dalla persona amata, e contemporaneamente lo tiene avvinghiato al fantasma, all’idea di essa. Si fatica a distinguere la realtà, ciò che è dentro e ciò che è fuori, si fatica a capire se chi è vicino si allontana o se chi sembra lontano in realtà è sempre stato vicino. Ci si chiede se vicinanza fisica significa anche vicinanza emotiva, soprattutto quando noi stessi al nostro interno siamo a distanze siderali dal nostro involucro esterno. Una soluzione non sembra esserci.
Devo dire che, nonostante il tema interessante e diverse intuizioni veramente riuscite, la storia è a tratti discontinua e rarefatta, come se Giulio non avesse ancora fatto quel passo finale, quella consapevolezza autoriale che lo renda pienamente padrone della propria materia narrativa. Insomma, un volume imperfetto ma che suona da prove generali di un giovane autore che ha sicuramente della sostanza e sono certo ci stupirà. E poi vale la pena di procurarsi questo libro anche solo per un motivo: i disegni di Giulio sono davvero meravigliosi.
QUI la nostra anteprima del volume.
Topolino n. 3141, Aa. Vv. (Panini Comics)
Da autore di Topolino naturalmente lo ricevo in abbonamento e naturalmente lo leggo. Nel numero di questa settimana c’erano: la prima storia lunga scritta da Sio, con Stefano Intini ai disegni, struttura da classico viaggio ciminiano di Zio Paperone tempestato dall’umorismo folle che contraddistingue gli autori; una storia di Topolino che inizia con il semplice acquisto di un regalo e si ingarbuglia tra sliding doors e guai spaziotemporali, scritta da Francesco Artibani e disegnata da Marco Mazzarello; un episodio della serie in cui Amelia spiega in tv le sue ricette magiche (testi di Giorgio Figus e Bruno Sarda, disegni di Roberta Migheli); un’altra divertente storia di paperi (testi di Giulio D’Antona, disegni di Giada Perissinotto) la cui missione è trovare una fonte di riscaldamento ecologica e inesauribile; infine, una disavventura di Paperino alle prese con una biblioteca dai metodi loschi (testi di Jacopo Cirillo, disegni di Ottavio Panaro).
Penso di non fare torto a nessuno se dico che forse la cosa che mi è piaciuta di più in questo numero è la sceneggiatura di Artibani: parte da un evento della vita quotidiana e lo ingarbuglia per bene con l’intervento della macchina del tempo, fino a un finale semplice e profondo, che rappresenta in pieno il carattere umano del nostro amato topo. Ehi, ricordatevi di comprare il prossimo Topolino: contiene una mia storia intitolata Paperinik e il genio immemore!
Quaderni giapponesi, di Igort (Coconino)
Questo a dire il vero l’ho appena iniziato, ma mi sta piacendo così tanto che mi andava di citarlo ugualmente. Igort ci racconta quando a inizio anni ’90 ha vissuto per breve tempo in Giappone, lavorando per la Kodansha, il più grosso editore del Sol Levante. Non so dire molto perché sono alle prime pagine, ma fin da subito tramite il ben noto stile sintetico e intenso di Igort sono stato trasportato anima e corpo in un Giappone fuori dagli stereotipi, alla scoperta del “dietro le quinte” di un mondo fumettistico e in generale di una cultura per noi europei tanto aliena.
So che non andrebbe consigliato l’acquisto di un libro prima di averlo terminato, ma dopotutto è un diario, un cahier de voyages, non c’è la pretesa di una narrazione rigidamente strutturata o di un finale con il colpo di scena. Già le prime tavole mi stanno “nutrendo”, e nell’improbabile eventualità che non dovesse piacermi il resto del libro, fin qui mi sento comunque arricchito, quindi grazie a Igort per aver condiviso con me questa sua esperienza, come nei suoi altri quaderni. E poi ne ho letto una recensione entusiasta del collega Artibani, del cui giudizio – come avrete intuito – mi fido.
QUI la nostra anteprima